Namid
Quando vidi gli uomini di Dodge ammanettare Russell e portarlo via da me credetti di impazzire. Le ore seguenti furono lunghe ed estenuanti: Ayasha innalzava altissime grida di dolore e piangeva senza sosta, Annabeth era ancora tenuta segregata dal padre, Rachel sembrava sparita... Ero sola, completamente sola.
E i miei pensieri tornavano a vorticare furiosamente sulla proposta di matrimonio di Russell, quella proposta su cui avevo stupidamente sorvolato. Non mi era sfuggito il lampo di tristezza e delusione che aveva attraversato i suoi occhi quando aveva capito che non ero ancora pronta per quello.
Mentre ero seduta a gambe incrociate nella tenda, con in grembo la pistola, mi maledicevo per non aver reagito diversamente: avrei dovuto abbracciarlo, baciarlo, fargli capire quanto anche io desiderassi la stabilità necessaria per vivere in pace! Invece le mie paure mi avevano frenata, ricordandomi la mia natura di Cheyenne e tutte le piccole cose che mi differenziavano da lui.«Ayasha, basta!» ringhiai, in lingua indiana.
La mia amica mi fissò con gli occhi sbarrati:
«Come posso smettere? Li uccideranno, Namid!»«No!» esclamai, alzandomi in piedi. «No, noi lo impediremo! Gli uomini bianchi non l'avranno vinta stavolta!»
Sentii Hutch uggiolare amichevolmente e poco dopo Chuck si affacciò impacciato dal lembo della tenda.
«Come stai, Namid?»Nascosi la pistola nella sacca che portavo al fianco e feci cenno all'uomo di uscire. Fuori fummo oggetto di diverse occhiate sospettose, ma non me ne curai: un piano aveva iniziato a prendere forma nella mia mente e avevo bisogno di tutto l'appoggio possibile per portarlo a termine.
«Ho avuto giornate migliori... Cosa sai di Russell?»
«Brutte notizie: Dodge è un uomo molto accorto e sospettoso e l'ha fatto arrestare perché non era stato convinto della sua storia fin dal principio... Rischia di essere accusato di tradimento e giustiziato.»
Gemetti, serrando gli occhi davanti all'orribile immagine di Russell su un patibolo.
«D'altro canto, però, il generale non è neanche propenso a credere a cuor leggero alle parole dell'indiano...»Mi lasciai andare ad un mezzo sorriso:
«Perfetto, allora! Chuck, l'unico modo per salvare entrambi è tirare Russell fuori di lì in maniera legale: poi sono sicura che lui troverà il modo di far liberare anche Hevataneo. L'unica possibilità che abbiamo è dimostrare il vero carattere di Kuckunniwi.»Chuck aggrottò le sopracciglia.
«Ma l'indiano dice la verità...»«Non sempre, amico mio, e se lo conosco almeno un poco cadrà nella nostra trappola. Dimmi, che cosa ha chiesto a Dodge in cambio della sua delazione?»
«Non ti piacerà: vuole te e Ayasha come ricompensa.»
«Lo immaginavo»
«Hai qualcosa in mente, vero, piccola indiana?»
«Forse. Ma avrò bisogno di tutto il vostro aiuto per realizzarla.»
•••
Kuckunniwi stava osservando incuriosito la canna di un fucile, protetto dall'ombra di una quercia e da un paio di soldati di Dodge che gli ronzavano intorno. Repressi a stento un sorriso, nel vedere come il generale tenesse sott'occhio il suo informatore-prigioniero.
Kuckunniwi mi notò subito e stirò le labbra in un ghigno compiaciuto:
«Namid... Chi l'avrebbe mai detto che le nostre strade si sarebbero incrociate di nuovo? Sei ancora più bella di quanto ricordassi!»«Tu, invece, sei sempre lo stesso. Molto abile la tua mossa di consegnare Hevataneo per incastrare Russell.»mormorai addolcendo la mia espressione ed avvicinandomi a lui.
Con la coda dell'occhio vidi gli uomini di Dodge avvicinarsi per capire cosa stavamo dicendo, ma era inutile, perché parlavamo in lingua Cheyenne.

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The Railroad
Historical FictionWyoming, 1866. Russell 'Colt' Walker sa bene cosa significa sopravvivere: da quando la Guerra Civile è finita, lasciandogli in dono ferite più o meno visibili, non ha fatto altro. E come lui molti altri dipendenti della Union Pacific, una delle d...