Capitolo 22

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"Basta. Ora sono davvero stufa. Doveva essere una serata piacevole, invece ho avuto solo problemi. Sono stanca di questa situazione, non posso davvero continuare così. Devo chiarire. E lo farò ora."

TRE GIORNI PRIMA
Era Giovedì mattina e le vie di Hogsmeade erano piene di studenti. I professori avevano preparato questa uscita per permettere a tutti di acquistare gli abiti per il ballo. Le ragazze si affrettavano da un negozio all'altro, portando tantissime buste, mentre i ragazzi si rilassavano ai Tre Manici di Scopa o a Mielandia. Proprio davanti alla vetrina di Madama McClan sei ragazze stavano osservando i vestiti in vetrina.
"Ragazze, quel vestito blu è meraviglioso!"
Esclamò Lali con aria sognante.
"Non abbandoni mai il tuo lato Corvonero, vero?"
"Mai, Lindsey. Amo troppo la mia casa."
"Comunque credo che ti starebbe bene."
"Grazie Helen."
"Ragazze, io non voglio venire al ballo."
"Invece verrai Emma, o ti ci porto io per i capelli."
"Ti odio Pansy."
"Su, forza, poche chiacchiere e più acquisti."
Esclamò una Daphne raggiante, mettendosi a capo del gruppo e guidando le altre all'interno del negozio.
"Bonjour."
Salutò una donna dal retro di un bancone.
"Posso darvi una mano?"
"Noi staremmo cercando degli abiti per un ballo."
"Certo. Ho proprio quello che fa per voi."
Detto questo si avviò nel retro del negozio e tornò con una moltitudine di abiti da sera. A fine giornata, tutte le ragazze trovarono il vestito più adatto a loro. Anche Emma, che era rimasta affascinata da un vestito rosso fuoco e, alla fine, aveva ceduto e lo aveva acquistato.

DUE ORE PRIMA
"Siete tutte pronte?"
Una bellissima Pansy Parkinson con un vestito nero molto attillato scese le scale della Sala Comune di Serpeverde, seguita dalle sue amiche.
"Si."
Le risposero in coro. E tutte insieme si avviarono in Sala Grande, pronte a iniziare il tanto atteso ballo.

POV'S EMMA
"Bene. Ormai sono qui, non posso tornarmene in Sala Comune. Quindi tanto vale divertirsi. In fondo non sono sola, ho Helen e Lali con me. Lindsey è subito corsa da Blaise. Quei due sono così carini. Questa sera lei è bellissima nel suo vestito rosa antico e, devo ammetterlo, Blaise è parecchio affascinante con lo smoking. Daphne e Pansy, invece, stanno ballando con due Serpeverde che conosco solo di vista. Quindi rimaniamo solo noi tre, l'eterne sfigate!"
Come se avesse letto i miei pensieri, Lali mi disse:
"Fidati Emma, meglio sole che male accompagnate."
Helen concordò con un cenno del capo.
"Hai ragione. Forza, andiamo a ballare."
"Si!"
E ci avviammo al centro della pista, quando la mia mano venne afferrata. Mi voltai e mi trovai davanti due occhioni nocciola e un viso pieno di lentiggini.
"Oh no, è Fred."
Cercai di andare via, ma lui mi teneva troppo forte, quindi mi arresi e decisi di parlargli.
"Che vuoi?"
"Ma come siamo scorbutiche stasera. Ti innervosisco forse?"
Mi sussurrò con un sorrisetto sghembo.
Mi concessi un attimo per osservarlo e, miseriaccia, era bellissimo!
"No, sto benissimo. Semplicemente stavo per andare a ballare e tu mi hai trattenuta."
"Credo che dovremo parlare. E, comunque, sei uno schianto splendore."
E mi regalò un sorriso meraviglioso. Mi addolcii per un momento.
"Anche tu non sei male. E di cosa vorresti parlare, sentiamo."
"Di noi."
Mi mancò il respiro. Sentire Fred dire 'noi' mi aveva olpito particolarmente.
"Noi? Non c'è nessun noi."
"Invece c'è Emma, c'è eccome."
Rivolsi uno sguardo alle mie amiche per chiedere il loro aiuto, ma mi risposero con un ghigno.
"Non ci credo. Sono due complici. Giuro che le uccido."
"Emma, puoi seguirmi un attimo?"
Mi voltai verso Fred. Aveva un'espressione così profonda, mi persi nei suoi occhi. Annuii e lo seguii in giardino.
"Credo che almeno una spiegazione se la meriti."
"Fred..."
Mi posò un dito sulle labbra.
"Shh... Ora parlo io, tu non interrompermi finché non avrò finito. Okay?"
Annuii.
"Bene. Ti ho preparato una sorpresa. Spero ti piaccia."
Cacciò dalla giacca un telecomando e premette un bottone. All'improvviso sentii uno scoppio improvviso, volsi il mio sguardo verso il cielo e notai degli splendidi fuochi d'artificio.
"Fred, ma sono bellissimi!"
Dissi, completamente estasiata.
"Ti avevo detto di stare zitta. Perché non ascolti mai quando qualcuno ti dice qualcosa?"
"Faccio quello che mi pare."
"Okay okay. Ma ora sta zitta e ascoltami. Allora, questi fuochi d'artificio li ho fatti per te perché mi hai stregato Emma. Dal primo momento che ti ho conosciuta hai fatto scattare qualcosa in me, qualcosa di nuovo e inaspettato, qualcosa che speravo di poter combattere ma che invece mi ha sopraffatto. Ero davvero ossessionato da te, ti guardavo e cercavo di parlarti tutti i giorni. Poi, dopo che mi hai baciato, tutto quello che provavo è aumentato. Però tu da quel momento mi hai ignorato, e ci sono stato male, davvero male. Mi ero illuso che tu provassi qualcosa per me, invece avevi infranto i miei sogni. Questo tempo però, mi ha fatto riflettere. Non potevo davvero sapere quello che provavi tu se prima non ti dicevo quello che provavo io. E quindi eccomi qui, Emma, a confessarti i miei sentimenti come nei più smielati film d'amore. Io non credo che tu non abbia sentito niente quando mi hai baciato, è impossibile, è stato qualcosa di troppo intenso per aver coinvolto solo me. Ogni volta che i nostri occhi si incrociano, ogni volta che parliamo, ogni volta che ci sfioriamo, c'è una scarica che mi attraversa la schiena e il tempo si ferma. Non posso averla sentita solo io, non può essere. Allora Emma?"
Restai paralizzata. Non sapevo davvero cosa dire. Fred mi aveva confessato i suoi sentimenti. Così. all'improvviso. Ed io non ero pronta. Non sapevo come reagire, quindi restai ferma, completamente sconvolta. E non mi sveglai nemmeno quando lo vidi avvicinarsi, quando sentii la sua mano sul mio fianco, quando il suo viso si fece più vicino, quando il suo profumo invase le mie narici, quando la sua bocca sfiorò la mia...
All'improvviso, però, venni riportata brutalmente alla realtà. Il ragazzo che un attimo prima era vicino a me, era a terra, con il naso sanguinante. E c'era un altro ragazzo che gli stava saltando addosso e continuava a colpirlo.
Draco.
Quei due si stavano picchiando. Ed era tutta colpa mia...
"Fermatevi!"
Inizai ad urlare, ma non mi ascoltarono.
"Fermi, vi prego."
Scoppiai in lacrime.
"Basta."
Non mi diedero retta, continuarono a fronteggiarsi, entrambi con parecchi lividi e ferite. Fortunatamente a separarli arrivò il professor Piton.
"Cosa sta succedendo qui? Weasley, Malfoy. Immediatamente dal preside."
Li separò con la magia e i due lo seguirono, non prima di avermi rivolto uno sguardo triste. Restai lì, in mezzo al giardino, completamente sola, con le lacrime incessanti che mi rigarono le guance. Iniziai a correre, volevo tornare nella mia stanza. Volevo dormire, dimenticare quello che era successo, almeno fino a domani. Per la strada, però, incontrai Lali e Helen che mi bloccarono.
"Che è successo? Perché stai piangendo?"
Mi chiesero preoccupate. Raccontai loro tutto.
"Sono davvero dei cretini. Ma come si fa ad essere così stupidi?!"
Esclamò Lali, arrabbiata.
"La violenza non è mai la soluzione."
Aggiunse Helen.
Io mi asciugai le lacrime, la tristezza mi passò improvvisamente e lasciò il posto a un nuovo sentimento, più forte, la rabbia. Sistemai velocemente i miei capelli e, guardando negl'occhi le mie amiche, dissi:
"Basta. Ora sono davvero stufa. Doveva essere una serata piacevole, invece ho avuto solo problemi. Sono stanca di questa situazione, non posso davvero continuare così. Devo chiarire. E lo farò ora."
Detto questo, a passo di marcia, mi avviai nell'ufficio del preside, animata da una rabbia che non avevo mai avuto in vita mia.

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