Capitolo 23

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POV'S LALI
"Amo troppo i balli!"
Esclamai entrando in Sala Grande con Emma e Helen. Per l'occasione la sala era stata modificata: le quattro tavolate, che prima occupavano il centro, ora erano disposte ai lati per permettere di creare uno spazio dove gli studenti potessero ballare. Erano imbandite con pietanze tipiche di Halloween.
"Quanti dolcetti! Credo che stasera non penserò per niente alla linea!"
Il soffitto raffigurava una notte di luna piena e ovunque c'erano ragnatele e teste di zucca fluttuanti. Dove si trovava il tavolo dei professori, ora era allestito un palco dove si esibiva una band.
"Strano, la musica è più movimentata di quanto pensassi."
Emma propose di andare a ballare ed io non me lo feci ripetere due volte, e mi avviai in pista. Vidi Fred, salutarmi con la mano, e poi fermare Emma.
"Sono carini, non trovi Helen?"
Sussurrai alla mia amica, guardandoli.
"Mhh."
Mi rispose lei. Sapevo dei sentimenti che provava per il ragazzo, ed averlo aiutato a fare una sorpresa ad Emma doveva essere stato molto difficile. Ma Helen era così: pensava sempre prima agli altri e poi a se stessa.
"È davvero una persona meravigliosa."
Emma si voltò verso noi due con uno sguardo implorante. Voleva che la salvassimo da quella situazione.
"Poverina. Continua a sperare."
Le rivolsi un ghigno, quindi si arrese e si decise a seguire il ragazzo.
"Sono sicura che a fine serata ci ringrazierà."
"Lo penso anch'io. Ora andiamo a ballare amica mia, non ho voglia di pensare a ragazzi per stasera."
La proposta di Helen era davvero perfetta e, insieme, iniziammo a ballare. La serata stava procedendo davvero benissimo quando, volgendo il mio sguardo per la sala, notai un ragazzo di mia conoscenza, appiccicato ad una biondina davvero insulsa.
"Beh... Non proprio insulsa. Con quel vestito bianco sta davvero molto bene, il trucco delicato, poi, le mette in risalto i suoi occhi verdi. Per non parlare dei capelli biondissimi legati in un'acconciatura particolare. È davvero molto più bella di me. Capisco perché piaccia tanto a George..."
D'improvviso tutta l'euforia e la voglia di ballare mi passò, stavo per andare a sedermi da qualche parte da sola, quando qualcuno mi riportò in pista. Era Theo.
"Dolcezza, non starci male. Tanto è lui a perderci."
Mi regalò un grandissimo sorriso che ricambiai con uno un po' stentato.
"Dico sul serio. Non hai nulla da invidiare a quella lì. Sei molto più bella e, cosa più importante, più intelligente."
"Sentire queste cose da te è sconvolgente."
"Ehi. Pensavi forse che fossi uno di quegli snob che se la fa solo con le tipe alte, bionde e Purosangue?"
"In realtà si."
"Mi considero profondamente offeso. A me interessano altre ragazze..."
E mi guardò intensamente negli occhi. Distolsi subito lo sguardo. Per me Theo era solo un buon amico, non provavo nulla di più per lui. Eravamo riusciti a chiarire dopo quell'avvenimento spiacevole, avevano instaurato uno splendido rapporto e volevo a tutti i costi che non si rovinasse.
"Theo..."
"Oh dolcezza, lo so, lo so, lo so. Siamo solo amici, nulla di più e bla bla bla... Stai tranquilla."
Detto questo, se ne andò.
"Bene, questa serata migliora sempre di più. Helen, io vado a bere qualcosa."
Mi voltai, ma Helen non c'era più.
"Ora dove è finita la mia amica?!"
La cercai, ma non riuscii a trovarla. Quindi mi avvicinai al tavolo delle bevande e riempii un bicchiere di burrobirra. Mentre bevevo, mi accorsi che quell'oca di Jazmine stava riempendo due bicchieri con del succo di zucca e in uno stava versando uno strano liquido.
"Bene. Mettono pure dell'alcool nelle bevande. Sicuramente si divertiranno tanto questa sera."
Decisi di uscire fuori a prendere una boccata d'aria, ne avevo davvero bisogno. Mi levai le scarpe (odiavo i tacchi) e mi sedetti sul prato, sotto un albero. Il cielo era davvero meraviglioso, pieno di stelle. All'improvviso partirono tantissimi fuochi d'artificio di tutti i colori. La sorpresa di Fred per Emma.
"Che dolce..."
Secondo me Fred era perfetto per la mia amica. Era testardo e infantile, proprio come lei, sapeva tenerle testa, falla divertire e riusciva a stupirla. Draco, invece, era molto più taciturno e solitario, non amava la compagnia, ma era davvero molto leale. Sicuramente anche i suoi sentimenti erano autentici ma, sinceramente, tifavo più per Fred.
"Quando lo trovo io un tipo così?!"
Mi ritrovai a pensare, e mi maledii subito. Non ero mai stata una ragazza che penava per un ragazzo. Anzi, queste cose non mi erano mai interessate. George non mi aveva mai calcolato, dovevo accettarlo. Non potevo starci male per sempre. Ho sempre pensato di essere superiore a questo, trovavo ridicole le ragazze che si struggevano per una cotta, ma ora ero anch'io come loro.
"Sono superiore a questo."
Ripetetetti e mi alzai, rimisi le scarpe e ritornai in Sala Grande. Non potevo farmi rovinare una serata che avevo atteso con con così tanta ansia per un motivo tanto stupido. E così ricominciai a ballare, dimenticandomi di tutto e di tutti. All'improvviso qualcuno mi fermò. Era di nuovo Theo.
"Theo, volevo chiarire riguardo prima..."
"Aspetta, vorrei dirti solo una cosa. So che tu per me non provi niente, me lo hai fatto capire molto chiaramente, so che ti piace George, so che ogni volta che ti parlo di quello che sento ti metto a disagio, ma non mi importa. Non mi importa che tu non ricambi i miei sentimenti, non mi importa che ti piaccia un altro e non mi importa se dopo questo mi odierai. Se devo sentirmi in colpa per qualcosa, voglio sentirmi in colpa per questo."
E mi baciò. In modo molto diverso dal primo bacio, quello era un bacetto a stampo, questo era molto di più. Mi baciò con una passione con cui nessuno lo aveva mai fatto, come se nulla esistesse, come se non mi stesse saldamente tenendo i fianchi mentre esplodeva con dolcezza la mia bocca nel bel mezzo della pista, davanti a tutti gli studenti e i professori, come se fosse normale, come se le nostre labbra si attirassero magneticamente. Ma la cosa più incredibile fu che io non mi staccai, anzi, io ricambiai il bacio, con la stessa intensità. In quel momento non mi importava. In quel bacio stavo mettendo tutta la mia frustrazione, la mia rabbia, la mia tristezza. Quando ci staccammo, però, il peso di quello che avevo fatto mi piombò addosso. E corsi via. Ritrovai Helen e stavo per raccontarle tutto, quando vedemmo Emma correre piangendo. Il mio bacio poteva aspettare, ora dovevo pensare alla mia amica.

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