Intervallo

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Sei tornato. Sulla guancia la tua carezza sembra fatta di vento. Rimarrai?
Un profumo di ricordi e cioccolato mi esplode nella mente ancora annebbiata, scaldandomi naso e cuore.
I miei biscotti. Un vicolo fresco, oltre il portico grondante di edera. L'accesa discussione con il pasticcere per la ricetta. Dov'era quel posto?
Non ci siamo mai curati dei nomi delle città, a noi bastava assaporarne l'essenza. Ho barattato il mio dipinto migliore per averla; ma ne è valsa la pena. Ogni morso si tramutava in un pensiero felice, diventava una storia da raccontare. Ci hanno accompagnato ovunque, fino a esserne sazi, come briciole lasciate sul sentiero.
Non li faccio da tempo. Non aveva più senso, senza di te.
Piccoli passi si avvicinano, leggeri come gocce di pioggia. Cerca di non far rumore, ma una risata trattenuta la scuote tutta.
«Nonna?»
La sua voce, poco più di un sussurro, ha quasi timore di uscire. Lieve come una cavalletta mi picchietta la mano e io non riesco a trattenere un sorriso.
«Nonna! Nonna! Sono pronti!»
La piccola bocca rosicchia parole e biscotti.
Guardala per me. Non è la cosa più bella che tu abbia mai visto?
Le mie membra accartocciate urlano tutto il loro tormento, bloccandomi sulla seggiola. Saprei cosa mi servirebbe per darmi sollievo, ma non ho più il tocco di un tempo.
Sono solo un po' stanca, non te ne andare. Mi basterà galleggiare ancora un po' nella nebbia...

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