Prologue -I've loved and I've lost.

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Liam viveva a Wolverhampton da sempre. Non aveva mai viaggiato. Varcare i confini di altri paesi non gli importava molto dal momento che nella sua città natale aveva praticamente tutto. Era riuscito a completare i suoi studi e diventare un fisioterapista, era impegnato nel sociale aiutando volontariamente diverse associazioni per persone diversamente abili, aveva una famiglia fantastica che lo sosteneva ed aveva anche un fantastico ragazzo. Liam aveva scoperto di essere gay all'età di 16 anni ma grazie alla maturità che lo contraddistingueva non aveva avuto nessun tipo di problema nell'accettare questa caratteristica di sé. Aveva conosciuto Nicholas in un pub del centro storico, il più vecchio di tutta la città ma il migliore di tutto il West Midlands. Dopo essere usciti un paio di volte per conoscersi meglio, Liam si innamorò totalmente di quel ragazzo – di qualche anno più grande di lui. La sicurezza che ostentava con tanta naturalezza aveva attirato il biondino nella sua trappola d'amore, da quel momento in poi Liam dipendeva completamente da lui. Dopo un paio di mesi i due decisero di convivere, comprando così una piccola villetta in periferia. Adesso si avvicinava il loro anniversario: tre anni insieme, tra carezze e baci, certezze e sogni erano assolutamente da festeggiare. Dal momento che Nicholas era l'unico a lavorare, e quindi a mantenere la casa e la loro vita, Liam aveva deciso di regalargli qualcosa in quell'occasione così importante. Comprò il suo profumo preferito, One Million di Paco Rabanne, e lo fece incartare in una deliziosa busta dorata come era la confezione del profumo stesso. Un sorriso spontaneo nacque sulle sue labbra quando la commessa gli consegnò il pacchetto: era un piccolo dono quello, in realtà il regalo più grande sarebbe arrivato qualche giorno dopo con una bella festa a sorpresa con i loro migliori amici. Se la immaginava già la felicità dipinta sul volto del ragazzo ed una volta terminato il party avrebbero fatto l'amore come non mai, concretizzando ancora una volta quel sentimento fortissimo ormai protagonista delle loro vite. Una volta tornato a casa, Liam nascose il regalo all'interno del magazzino adiacente l'edificio: Nicholas non avrebbe mai controllato lì dentro, allergico com'era alla polvere. Girò le chiavi nella serratura delicatamente, come era solito fare, inoltrandosi poco dopo all'interno dell'abitazione.

"Amore sono tornato."

Silenzio, quel piano era desolato.

"Amore?" ripeté, chiedendosi dove fosse finito il ragazzo: il suo turno era terminato da un pezzo e non aveva alcun impegno da sbrigare. Decise di salire al piano di sopra, magari lo avrebbe trovato nel suo studio o a riposarsi nella camera da letto. Il primo piano era completamente buio. Strano. Di solito lasciavano tutte le finestre spalancate perché amavano inondare la casa di luce naturale. Ad attirare l'attenzione di Liam fu uno spiraglio della tanto amata luce proveniente dalla camera da letto. Sorrise: sapeva lo avrebbe trovato lì. Con uno scatto incontrollato dettato dalla voglia di vederlo dormire, il biondino spalancò la porta della camera ma la scena che gli si parò davanti non era quella che desiderava vedere. Nicholas era effettivamente disteso sul letto ma non stava dormendo: il suo volto era contratto in una smorfia di piacere, una testa fra le gambe e qualche gemito di troppo. Liam non si sentì morire, lui morì. Non era mai stato un ragazzo istintivo, anzi. Guidato da una strana forza interiore che gli permise di prendere un borsone ed infilarci dentro qualche maglietta e dell'intimo, si recò all'aeroporto di Londra con una velocità sovraumana. Prendere una decisione razionale in quel momento era praticamente impossibile , il biondino era ormai figlio dell'irragionevolezza,del dispiacere e della rabbia. Non pensò alle persone che avrebbe potuto lasciare, a quelle che lo avrebbero potuto aiutare, ai suoi genitori e alle sue splendide sorelle. No. Liam era ormai determinato a prendere il primo volo diretto per New York, luogo di sogni e speranze distante anni luce ma adesso così vicino. Perché a vent'anni si è già cresciuti, si è capaci di sostenere un volo di dodici ero diretto verso una nuova realtà, il corpo è capace di cambiare vita. A vent'anni non si è cresciuti affatto, incapaci di sostenere un dolore inammissibile, prepotente, troppo grande per un cuore innamorato.

AGGIORNATO (700 parole)



Take Care. |Ziam Mayne|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora