È passata una settimana da quando se n'era andato e aveva portato via anche il mio cuore. L'unico preoccupato era Vincent e di mia mamma manco l'ombra. Non mangiavo da due giorni e raramente uscivo dalla mia stanza se non per andare in bagno o in cucina ma solamente per un po' di sangue o acqua. Tra qualche settimana avrei sposato Vincent e andava bene così. È un bravo ragazzo e mi andava bene. O forse no?
Qualcuno bussò alla porta e io, con la testa contro il cuscino, mugolai un "entra" anche se uscì solo un "mmmh".
< Lau.. > Sussurrò Vincent. < Volevo parlarti.>
Gli feci un cenno con una mano, restando con il viso sepolto contro il cuscino, e lo sentii entrare. Non sentivo il rumore dei passi ma il suo profumo aumentava sempre più.
< Non sei obbligata a sposarmi... Non ci vediamo da secoli e io non sono la persona adatta per..>
< Invece si.> Lo fermai, tirandomi su a sedere. < Noi ci sposeremo... Oppure non vuoi più tu?>
Ci guardammo negli occhi per qualche istante ed alla fine annuì, prendendomi il viso tra le mani. < Farei di tutto per avere quel bel sorriso..>
Chiusi gli occhi e mi stampò un lieve bacio sulla fronte. < Mi prenderò cura di te.>
Mi spostai leggermente e senza dire una parola si sdraiò accanto a me, abbracciandomi.
< Buonanotte principessa.> Sussurrò tra i miei capelli.
< Notte..> Mi rifugiai contro il suo petto e mi addormentai.
...
Mi alzai sentendo le voci di mia mamma che parla euforicamente ad una persona, un po' di silenzio...
Aprì la porta di scatto e io, istintivamente buttai giù dal letto Vincent, come per nasconderlo dietro al letto.
< Ahi!> Sentii ma la voce di mia mamma copri il mugolio dal dolore.
Mi misi seduta, con la schiena dritta e la guardai con un piccolo sorriso. < Buongiorno mamma, come mai questa visita?>
< Muoviti a scendere dal letto, oggi è venuta la migliore sarta per prenderti le misure dell'abito nunziale. Ho cercato Vincent ma non c'è, sarà andato a correre...>
< Può darsi.> Dissi, alzando le spalle.
Scusami...
< Dieci minuti ti voglio sotto! > Sorrise e uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
< C'è mancato poco eh?> Sussurrò Vincent, cercando di alzarsi.
< Già!> Mi sdraiai e sospirai per poi sentire la porta aprirsi di nuovo.
Conseguenza? Lui si buttò nuovamente a terra e io mi raddrizzai.
< S-si?!>
< Ho dimenticato il bacino> si avvicinò e mi baciò le fronte. < A dopo.> Si chiude la porta alle spalle.
Col cuore a mille mi sporsi verso di lui che era sdraiato per terra e scoppiammo fino a ridere a bassa voce.
Non è poi così male...
...
Scesi le scale per raggiungere il soggiorno, indossando la solita roba: jeans e camicetta. Peccato che l'occhiataccia di quella strana signora con il naso alla francese non le andasse bene.
< Oh no no! Madame non va affatto benè!> Disse in modo disperato con l'accento francese.
Mi prese dal polso e mi portò dietro ad una specie di cambiava portatile, facendomi spogliare del tutto.
Meno male che ho scelto l'intimo coordinato!
Dopo circa cinque o sei ore il vestito era già completato.
Ma come cazz...
< Quando si ama il proprio lavoro, lo so fa bene!> Disse, guardando la mia espressione sorpresa.
Si, ma... Ma che cazz...!
Quando mi girai verso lo specchio rimasi senza parole.
Pizzo, azzurrino e... Era stupendo!
Senza ragione arrossii finché non incontrai lo sguardo sorpreso di Vincent tramite lo specchio.
< N-non puoi guardare!> Dissi con la voce un po' troppo squillante.
< É qui per fare le foto. Le facciamo ora e poi finiranno nel giornale.>
Quando si avvicinò a me, i nostri occhi non riuscirono a staccarsi.
< Sei stupenda...>
< A-anche tu...> Dissi guardando il suo smoking nero classico ma con il fazzoletto abbinato al mio vestito.
Mi mise una mano sulla base della schiena e mi attirò a sè, senza smettere di guardarci.
< Perfetto così!> Disse il fotografo prima di scattare una decina di foto.
Per tutto il giorno non si fece altro: vestiti, foto, torta e tutte quelle cose per matrimoni.
Che ansia...
A fine giornata posai delicatamente il vestito sul letto e mi sdraiai accanto.
< Mi sto per sposare...>
< Già.>
Mi alzai di scatto e incontrai gli occhi di Vincent. Subito cercai di coprirmi, siccome ero praticamente in intimo con le reggicalze.
< Volevo... Volevo darti questo...> Mise la mano in tasca e tirò fuori una scatolina, spostando lo sguardo di lato per non guardarmi.
Presi la scatolina e la aprii: era in oro con un diamante che risplendeva al centro dell'anello.
< Wow...> Sussurrai e senza pensarci lo abbracciai al collo, stringendolo forte. Ricambiò l'abbraccio per poi prendermi la mano e infilare l'anello nell'anulare.
< Perfetto.>
< Si...> Sussurrai finché non mi alzò il mento e mi diede un dolce bacio sulle labbra. Poi ancora un altro e un altro ancora. Andammo avanti così per dei minuti finché non mi prese in braccio e mi posò sul letto, accanto al vestito, e il bacio si approfondì sempre di più finché ad entrambi mancò il fiato.
< Non... Dovremmo...> Ansimai, contro le sue labbra.
< Lo so...> Ma detto questo riprendemmo a baciarci con troppa foga, fino a che non inarcai la schiena e lui cercò di slacciarmi il reggiseno.Flashback
Baciami e fatti perdonare, testa pelata...
< Qualcuno qui vuole una punizione!>
...
< Sei sicura?>
< Mh-Mh...>Strinsi piano gli occhi cercando di cancellare i ricordi e inclinai il viso di lato mentre Vincent mi lasciò una striscia di baci lungo il collo, facendomi fremere sotto di lui.
Flashback
< Ti amo...>
< Anche io, più di qualsiasi altra cosa.>Lo bloccai alle spalle e scossi piano la testa. < No fermati... Fermati Vincent...!>
< Perché?> Sussurrò contro la mia pelle per poi guardarmi evidentemente eccitato.
< Ti prego vattene...> Spostai lo sguardo, avendo gli occhi lucidi e lui si alzò andandosene via, senza dire neanche una parola.
Stupita testa pelata...
Mi raggomitolai e scoppiai a piangere, dentro di me lo sapevo: amavo ancora Nicolas.---
Perdonate se ho fatto qualche errore ma ho appena finito e sono le due ><
Buona lettura!
Un Beso, Debbie!
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Vampire Academy
FanfictionLaurel è una ragazza di 17 anni che vive la vita come qualsiasi altra ragazza. L'unico problema? È una Dampyra, nonché metà vampira e metà umana. Nel paesino dove lei e il padre si sono appena trasferiti però c'è una regola: niente esseri umani, nè...