Dovevo raggiungerlo e in fretta.
Entrai nel campo di girasoli ma sapevo benissimo che i miei pensieri erano tutt'altro che positivi.
Ma dove pensi di andare?
Mi girai di scatto, fermandomi. < Chi c'è??>
Eppure non c'era nessuno. Continuai il mio cammino, tenendomi i vari strati di tulle con una mano mentre con l'altra spostai i "tronchi" dei girasoli giganti.
Nicolas non ti vorrà più ora, non hai nessuno!
No... È impossibile..
Cercai di ignorare della voce ma, nonostante i miei sforzi, non riuscii a trovare la porta che portava all'altro mondo. Che portava a Nicolas.
< Lasciami stare!> Urlai con le lacrime agli occhi.
Tuo padre ormai ha dimenticato persino la tua esistenza! La voce disse ghignando.
Con tutte le mie forze andai avanti ma inciampai su una radice, cadendo così a gattoni.
Ero sfinita, senza forze.
Volevo solo...
< Ehi!> disse una voce che conoscevo.
Girai lo sguardo e vidi quella piccola ragazza che pochi mesi prima mi aiutò a trovare la Mamma.
< Alzati subito e non pensare a cose negative!> Mi ordinò, alzandomi.
< I-io non riesco...>
Secondo te lei ti aiuterà? Ahahahhaha!!
Strinsi gli occhi e con l'aiuto di lei, andai verso la porta.
< Perché mi aiuti...?> Dissi prima di oltrepassare la porta.
< Perché io credo nel vero amore.>
Sorrisi e chiusi la porta alle mie spalle.Nicolas
Guardai l'orologio: erano le 10.30.
Fantastico.
Chiusi l'armadietto e la faccia di Lee mi fece sussultare.
< Oh madonna!>
< Ehi!!> Mi guardò malissimo.
Sospirai cercando di non ridere e la sorpassai, aggiustando lo zaino sulla spalla.
< Almeno cagami!> Mi urlò dietro, attirando l'attenzione di alcuni studenti.
< Tranquilla, sei già una stronza. Per non dire altro.> E dopo vari ghigni dei partecipanti entrai in classe.
Ma cosa voleva? E sperava che la scusassi?? Se lo deve scordare.
Presi il libro di chimica e lo aprii, facendo finta di ripassare.
< Uno: non stiamo studiando quel capitolo. Due: mi dispiace per tutto ma ora Lau non c'è e tu... Beh ecco.. Potresti uscire con me qualche volta.> Alzai lo sguardo verso di lei e assottigliai lo sguardo. < Vattene o finirai dentro la pattumiera.>
< Ma...> Sospirò e andò al suo posto.
Finalmente, cazzo.
Appoggiai la mano contro la guancia e aspettai l'entrata del professore.Laurel
Appena varcai la soglia vidi mio padre immobile sulle scale. Mi era mancato e sembrava più magro del solito.
< Papà...> Sussurrai e mi fiondai tra le sue braccia, cercando di non piangere.
< oh dio...> Sussurrò stringendomi contro il suo petto. < Non andartene più... E...> Mi scrutò da capo ai piedi. < E perché sei vestita da sposa??>
< Storia lunga.> dissi accennando una risata nervosa. < Devo correre a scuola, mi potresti portare?>
< Tutto per te!>
Lo presi per mano e mi recai verso l'auto.
...
Mezz'ora dopo arrivammo a scuola e nel viaggio gli spiegai tutto, non nei dettagli.
< È cambiata...> Sussurrò dopo aver parcheggiato, fissando il volante con gli occhi vitrei.
< Io.. Io però ora devo andare.> Lo baciai sulla guancia e scappai verso la scuola, tenendolo il tulle con entrambe le mani.
Sotto lo sguardo di tutti e il ticchettio dei tacchi, iniziai a correre nel corridoio, verso l'aula. Quando entrai, appoggiai una mano sullo stipite della porta e col fiato corto sussurrai. < C'è Musone?> E lo vidi.
Ci guardammo negli occhi per qualche istante finché lui non si alzò e di scatto mi si fiondò addosso, spingendomi contro il suo petto. In quel momento esatto le lacrime iniziarono a scendere lungo le mie guance, come per liberarmi di tutto quello che era successo. Finalmente ero a casa.
Quando si spostò mi guardò la mano, aggrottando la fronte. < Che ci fai qui?! E il matrimonio? >
Scossi la testa e l'unica cosa che feci fu quella di alzarmi sulle punte dei piedi e baciarlo, baciarlo davanti a tutti ma non m'importava.
Quando si staccò dalle mie labbra sussurrò. < Non chiamarmi più musone.>
Accennai una risata per poi diventare seria. < Devo fare una cosa.>
Lo presi per mano e m'incamminai nel corridoio.
Dov'era? Oh eccolo.
Mi avvicinai a Mark, che mi guardò da capo a piedi e sorrise in modo viscido.
< Ehi piccola.>
< Ho una cosa da darti.> Sussurrai in modo innocente.
< Oh..! E cos-!!> Non fece in tempo a rispondere che gli girai un pugno contro la mascella, facendolo andare contro l'armadietto. Appoggiai la punta del tacco contro i suoi gioielli di famiglia e li schiacciai, accennando un sorriso. < Ahia... Cazzo!>
< Tienili a posto la prossima volta.> Sussurrai nuovamente sopra i suoi mugoli dal dolore.
< Ho una ragazza tosta.> Disse fieramente Nicolas, attirandomi a sé per baciarmi finché non sentii il mio nome prevenire da fuori.
Così lo baciai a stampo e andai a vedere fuori chi mi chiamava.
Mia mamma.
Che ci fa qui??
< Non ne ho la più pallida idea.>
Quando mi avvicinai a lei, non mi guardò neanche negli occhi. < Scusami piccola... Ho pensato solo a me stessa e al bene del regno. Ma non ai tuoi sentimenti. Io... Accetterò il tuo amore per il vampiro e... Non allontanarti da me.>
Sposati il mio sguardo dal suo a quello di Nicolas e mi faceva un cenno di andare da lei.
È pur sempre la mia unica mamma...
Mi avvicinai e la abbracciai al collo mentre vidi mio padre arrivare al suo fianco e prenderle la mano.
< Io e mamma ti dobbiamo dire in altra cosa... Importante.> Aggiunse mio padre, lasciando sottintende cosa stavano per dire.
Il mio sorriso si allargò ancora di più e abbracciai entrambi.
La mia famiglia era riunita.
E ora avevo anche un ragazzo stupendo al mio fianco.
Il mio Nicolas.Fine. ❤️
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Vampire Academy
FanfictionLaurel è una ragazza di 17 anni che vive la vita come qualsiasi altra ragazza. L'unico problema? È una Dampyra, nonché metà vampira e metà umana. Nel paesino dove lei e il padre si sono appena trasferiti però c'è una regola: niente esseri umani, nè...