Capitolo 5

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My people
Do you know what time
we are now?
Is it time to remember
To remember
My people.

Major Lazer - Light it up

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A volte immagini davvero così tanto di non rivedere ciò che ti è caro, che ormai perdi tutte le speranze che ti erano rimaste.
Adam pensava che non avrebbe più rivisto Aaida, l'unica cosa che ormai lo teneva in vita. Il pensiero di lei al sicuro un po' lo tranquillizzava, però ritornavano le tenebre a ricordargli che era da solo, chissà dove, quanto lontano da Aaida.
Non usciva da molto, e sembrava quasi passato un secolo da quando era in quel barcone. Da quando aveva sentito la luce solare sulla pelle, il vento sulla faccia e la pioggia sui vestiti.
Non si ricordava nemmeno come cavolo ci fosse finito lì. Aveva il presentimento che non sarebbe per niente finito bene. Era sudato, puzzolente e stanco. Stava ventiquattrore su ventiquattro a guardare il soffitto di pietra, perso in chissà quali pensieri profondi. A volte disegnava, ma non aveva nulla in mente se non la salute di Aaida. Aveva bisogno di un panorama, qualcosa da riportare tra le sue mani e renderlo in qualche modo suo. In realtà, aveva paura.
Si mostrava forte quando quell'uomo alto e magro entrava nella stanza a chiedergli dove fosse ciò che dava e, alla sua risposta negativa, lo schiaffeggiava. Non erano gli schiaffi di Aaida quando non voleva aiutarla ai campi, e nemmeno quelli della madre quando rispondeva in modo poco adeguato. Erano schiaffi forti, che lasciavano il livido più dentro che fuori. E ad ogni schiaffo, Adam ricordava una cosa diversa; il sole cocente della sua terra, le parole felici della madre, il sorriso del padre e la felicità di Aaida. Quelli, erano peggio degli schiaffi che riceveva ogni santo giorno. Erano ricordi, cose che non si possono più avere. E allora si arrendeva, lasciando la mente vuota, in attesa che fosse riempita da altro dolore.
In quel momento, la testa di Adam era sempre piena delle stesse cose: Aaida, mamma, papà.
《Maguy. Ti trovo in forma!》
Se quel tipo aveva voglia di scherzare, Adam non ne aveva. Cosa doveva fare per far capire alla gente di quel posto che lui non aveva più nulla?
《Sempre.》Rispose Adam, e fece quello che sembrò un ghigno.
L'uomo si raddrizzò e chiuse la porta della stanza.
Prese una sedia posta all'angolino della camera e si sedette davanti ad Adam, come ogni giorno.
Il ragazzo aspettò la solita inutile domanda, che non arrivò.
《Mi scuso se non mi sono presentato.》
《E magari mi racconti anche la storia della tua vita》Adam accennò un sorriso.《Non me ne frega.》
L'uomo si mise a ridere, una risata amara che eccheggiò in tutta la stanza, mettendo i brividi ad Adam.
《Bé, io te lo dirò lo stesso. Mi chiamo Carlo.》
《Non cambia il fatto che sei uno stronzo.》Sputò Adam. L'uomo non si scompose, né rimase colpito dalla frase del ragazzo.
《Giusto. Adam, la domanda che ti porgo oggi è differente. Sai dov'è tua sorella? Ti avevo detto che, in caso di scena muta da parte tua, l'avrei presa.》
《Preferisco morire.》Adam parlò velenosamente, ma era la verità. Era giorni che diceva la verità, e non smetteva. Avrebbe preferito morire, al posto di vedere Aaida nelle mani di quell'uomo ripugnante per colpa sua. Non se lo sarebbe mai perdonato, anche se le avesse fatto un solo taglio.
《Bene》Carlo prese la sedia e la rimise dove era, per poi girarsi verso il ragazzo con uno sguardo che sembrava divertito.《L'hai voluto tu, ragazzo.》

《Aspetta, Aaida?》Alessandro non riusciva a capire come Chad avesse fatto a portarla. Li aveva seguiti tutto il tempo? Senza fare alcun tipo di rumore?
《È arrivata da poco.》Continuò Chad, ignorando l'amico. Circondò le spalle di Aaida con un braccio, e la ragazza si irrigidì. Voleva andarsene. E subito. Chad doveva solo togliere quel braccio e lei sarebbe scappata correndo davanti agli occhi curiosi degli altri due ragazzi. Facile, no?
《Oh, piacere..》Disse in italiano.
Alessandro cercò di non ascoltare nulla di ciò che stavano dicendo, semplicemente perché gli importava ben poco. Certo, sentire Aaida parlare in italiano l'aveva colpito. Sembrava un po' Chad alle prime armi. Stesso accento, stessa pronuncia. Si allontanò di pochi passi dagli amici.
《Mi chiamo Aaida..》Aveva davvero paura di dire qualcosa che li avrebbe fatti allontanare o ridere di lei. Era quasi spaventata da se stessa e da ciò che poteva combinare.
Una ragazza radiosa e alta le si avvicinò con fare sicuro mentre Aaida indietreggiò.
《Piacere, Sofia》La ragazza bionda dagli occhi azzurri le porse la mano, e Aaida iniziò a sudare freddo.
Devo stringerle la mano?
Si schiaffeggiò mentalmente quando porse la mano opposta a quella che doveva realmente usare.
《Tranquilla》Le disse Sofia. 《Non agitarti.》
Aaida non sapeva cosa stesse dicendo, e in quel momento desiderò essere a casa di Chad a sbattersi la testa al muro.
Cercò con sguardo supplicante quello di Chad, che le corse accanto e le tradusse tutto ciò che le dicevano.
Aveva conosciuto anche Giulio, un altro amico di Alessandro e Chad.
Alessandro?
La ragazza notò solo in quel momento che Alessandro stava dietro il gruppo, da solo, a calciare i sassi che si trovava davanti ai piedi.
Aaida si reputò idiota per quello che stava per fare, ma lo fece comunque.
《Ciao.》Gli disse, indietreggiando per stargli vicina.
《Ciao.》Non la guardò neanche in faccia. Inoltre, appena lei sollevò la testa per guardarlo meglio, lui si era già avvicinato a Chad, allontanandosi da Aaida.
《Okay..》Sussurrò la ragazza mentre raggiungeva il gruppo.
Era più difficile di quanto avesse immaginato, ambientarsi in un posto di cui non si sa nemmeno la lingua.
Quando entrarono in un bar, lei si sedette immediatamente accanto a Chad che le rivolse un sorriso smagliante e rassicurante. Lei ricambiò il sorriso, mentre osservava l'anello che aveva al dito e, come un gesto automatico, si mise a giocherellare con esso. Le dava calma, e in quei giorni le pareva quasi che la madre le fosse accanto, se lei indossava quell'oggetto.
Sbuffò piano per non farsi sentire dagli altri, che parlavano tranquillamente tra loro. Le sembravano tutti completamente grigi. Nessuno le rivolgeva uno sguardo, tranne Chad qualche volta.
Quando il cameriere arrivò tutti ordinarono e aspettarono che Aaida aprisse bocca per ordinare anche lei.
Chad la salvò di nuovo da una situazione, ordinandole un caffè.
《Tutto ok?》Il ragazzo le prese la mano da sotto il tavolo, guardandola con gli occhi grandi e neri.
Aaida scosse la testa, guardando le loro mani unite. Aveva un bisogno disperato di esplodere, perché in quel momento si sentì la gola in fiamme, il respiro accelerato e i brividi ovunque.
《Arriviamo subito.》Chad avvisò gli amici. Tutti lo ignorarlo presi dalle loro conversazioni tranne Alessandro che seguì i due fino a quando sparirono dietro la porta del bagno.
Il ragazzo camminò dietro Chad e Aaida senza essere visto. Sofia e Giulio erano talmente immersi nella loro conversazione che non avevano fatto caso a lui.
Si avviò verso la porta, per poi mettersi dietro l'angolo. Si sentivano comunque le voci dei due, e nessuno l'avrebbe notato.
《Io non ci riesco.》Disse Aaida, passandosi una mano tra i capelli raccolti in una coda ormai rovinata. Kia aveva insistito a legarle i capelli neri, dicendo che era per un occasione importante, e sarebbe dovuta essere perfetta. 《Non sono una di voi.》
《Aaida.. ti devi solo abituare al posto, è normale.》
《Chad, io non ci riesco. Non riesco a pensare di vivere senza la mia famiglia. Non sapendo che Adam è da qualche parte, chissà dove, senza di me. Inoltre non sarei dovuta venire. Ad Alessandro è evidente che non piaccio, e gli altri due sono talmente presi l'uno dall'altra che non calcolano a nessuno.》
《Ed io?》
《Ho solo te.》
In quel momento, la ragazza sembrò più piccola di quanto fosse realmente. Era rannicchiata sul pavimento del bagno, e poco le importava se fosse sporco. Aveva vissuto anni in mezzo allo sporco, un po' di polvere non le avrebbe fatto nulla.
《Ti giuro su di me che riuscirò a renderti la vita una favola.》Chad sembrò sicuro di ciò che diceva e Aaida ne fu ammirata. Avrebbe voluto avere quella sicurezza anche lei. Avrebbe voluto essere forte, anche se stava crollando davanti ad uno dei tanti ostacoli.
Chad, per renderle la vita una favola, avrebbe dovuto riportare i genitori in vita, cosa impossibile.
Non avrò mai una vita da favola.
《Se lo fai, mi dovrai aiutare a trovare Adam.》Sollevò lo sguardo su quello scuro dell'amico.
《Te lo giuro.》

《In pratica, ero rientrato in casa tutto fradicio, quindi mia madre...》
《Oh, Alessandro》Sofia squadrò il fratello con sguardo attento.《Dove eri?》
《Al telefono.》Alessandro scrollò le spalle, in un segno di diffidenza.
Dopo che Aaida aveva detto che aveva solo Chad, se n'era andato. Non voleva ascoltare altro, si era stancato. In più, lo stava stancando anche stare in piedi.
I due ritornarono poco dopo, e Aaida era chiaramente più rilassata. Aveva la mano attaccata a quella di Chad, e non aveva intenzione di mollare la presa. Era felice di avere qualcuno di cui potersi fidare, oltre a suo fratello. Non vedeva più Chad come una persona grigia, e nemmeno Alessandro lo era. Non sapeva il perché di Alessandro, ma non lo reputava una persona come le altre. Era strano, lunatico e odioso. Ma forse era solo questione di abitudine. Si stava abituando alla presenza di Alessandro intorno a lei. E non con lei.
Quest'ultimo si alzò, chiaramente stufo di qualcosa e uscì fuori, dopo aver bevuto il suo cappuccino, senza dire parola a nessuno.
La sorella lo seguì con lo sguardo, ormai abituata a quei comportamenti strani.
Aaida lo seguì, insieme a Chad.
《Ale?》
《Sono qui》Giunse la voce dal lato del bar, e i due lo raggiunsero.《Ma te la porti ovunque?》Indicò Aaida con un cenno del capo.
《Ale, sai che non posso lasciarla lì dentro. Non si sentirebbe a suo agio.》
《E allora perché l'hai portata, oggi? Cosa ci fa qui con noi?》
Aaida non ci stava capendo nulla, se non che stessero parlando di lei, date le occhiate antipatiche di Alessandro e la stretta di Chad che si faceva sempre più stretta intorno alle sue dita.
《È una mia amica. Se non ti sta bene, puoi smetterla di ripugnarla in questo modo. Non ti ha fatto nulla.》
《Mi ha fatto spaventare da me stesso! Ti rendi conto? Con un solo sguardo è riuscita a disintegrarmi, Chad. Non voglio avere paura di me stesso di nuovo.》Dopo quelle parole, Alessandro iniziò a respirare affannosamente. Erano rare le volte in cui mostrava i propri sentimenti.
《Allora non guardarla.》
《Mi riesce quasi impossibile. Anche lei a volte mi guarda.》
《Non fare lo sciocco! Non posso mica impedirle di guardare la gente.》
《Non ho detto questo》Alessandro sembrò, d'un tratto, ritornato quello di sempre. Sguardo invalicabile e sicuro, posizione diritta e espressione seria.《Soltanto.. Nessuno ha mai fatto una cosa del genere con me. Non permetterò che succeda una seconda volta.》Detto ciò, superò i due ragazzi e se ne andò.

《Dicevi sul serio, prima, quando mi hai giurato di aiutarmi a cercare Adam?》
Chad annuì.《Certo.》
Aaida era sdraiata nel letto di Chad, accanto a lui. Avevano tutti e due lo sguardo perso, ma le loro mani si erano ritrovate subito, riprese come poche ore prima.
《Chad..?》
《Mh?》
《Alessandro.. che ha detto di me?》
Sentì il corpo dell'amico irrigidirsi accanto a lei, ma le rispose cercando di tenere la voce ferma.
《Nulla. Era solo.. insomma..》
《Che ho fatto?》
Aaida si mise a sedere e guardò Chad dietro di sé. Erano ore che si chiedeva cosa avesse fatto per meritare l'odio di Alessandro.
《La notte in cui hai urlato e ci hai trovato in camera tua.. Ti sei messa a parlarmi di quanto lui ti facesse paura. Gli ha lanciato certe occhiate..perché?》
Ah.
È tutto quello che Aaida riuscì a pensare.
Avevo visto in lui tutto ciò che odiavo vedere. Ecco perché.
Era una lotta interna. Avrebbe dovuto dirlo a Chad? Le sembrava una cosa così stupida. Come avrebbe iniziato? E se, dopo aver raccontato tutto, la credesse una bambina o peggio, una stupida?
Ho visto nel tuo amico i miei genitori.
No, sarebbe risultato paranormale e assurdo.
Così, decise di abbandonarsi alle parole che scorrevano come un fiume e Chad la ascoltava guardandola con un espressione attenta e concentrata. Gli raccontò dei colori, e del suo terrore per il blu.
《Lui.. Ti fa paura?》
Aaida scoppiò a ridere, e tutti e due si stupirono. Era la prima volta che rideva così, da quando era arrivata in quella casa, che era stata la sua salvezza.
《No, non mi fa paura.》Rispose lei poi.
Si distesero di nuovo nel letto.
《Se non vuoi uscire di nuovo con i miei amici, lo capiscom》
《Oh. No, l'hai detto anche tu. Mi devo abituare.》
Si guardarono negli occhi, e poi Aaida si lasciò cadere nella dormiveglia, sospesa in un filo tra la luce e le tenebre.
《Sai》Le disse Chad, consapevole che lei non lo stesse ascoltando.《Il suono della tua risata è magnifico. Dovresti farlo più spesso. Non dovresti lasciarti prendere dai tuoi incubi.》
Lei sospirò e Chad spalancò gli occhi.
Ma non era addormentata?
Grazie Chad.. e credo sia davvero difficile. Vuoi aiutarmi a rimediare?》

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ANGOLO AUTRICE:
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Byy👐

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