Capitolo 3

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And now I'm covered in
the colors.
And it's blue,
And it's blue.

Halsey - Colors

-

Uscire da un incubo era un po' come tornare a galla dopo tantissimi minuti di apnea. Era una cosa a cui Aaida non era abituata, ma ormai tutto girava intorno a quella notte.
Ogni notte venivano a farle visita il volto straziato della madre, il padre e le sue parole contro Aaida, sul perché non si fosse buttata nella marea per portare la madre verso la salvezza. Non l'aveva fatto. Era rimasta paralizzata a vedere la vita della madre spegnersi, poco a poco, sopra quel mare blu, spaventoso come poche cose.
Quando Aaida si svegliò, un urlo le saliva dalla gola e usciva dalla bocca in un suono che anche a lei stessa sembrò spaventoso. Scalciava le coperte ai suoi piedi, e alcune erano cadute per terra.
La porta si spalancò, rivelando Chad, con i capelli corvini più spettinati che mai.
Ma Aaida non lo notò, e continuò ad urlare. Non si era totalmente svegliata, la sua mente era ritornata sul barcone. Le sue orecchie udivano ancora le urla sopra il rumore delle onde che si infrangevano, e non voleva più sentire nulla. Aveva la sensazione di non avere niente sotto i piedi, se non il legno del barcone sospeso sull'acqua.
Chad si avvicinò, la prese per un braccio e lei smise di agitarsi, ma il petto le si sollevava velocemente, sembrava che avesse corso chilometri senza mai fermarsi. Lo sguardo spento di Aaida era puntato sul mobile, aveva smesso di sognare, e iniziava a sentire le parole di Chad al posto delle grida.
《Aaida, va tutto bene.. ssh》
Le carezzò il braccio lentamente. La guardava come se fosse in procinto di cingerla con le braccia e carezzarle i capelli finché i suoi occhi non si sarebbero chiusi. Ma sapeva anche che lì sarebbe rincominciato l'inferno.
Aaida si girò verso Chad, inchinato al lato del letto. Gli occhi della ragazza erano bagnati e non accennavano a smettere di espellere lacrime.
Lei lo guardava, ma non parlava.
《Aaida, ora devi dorm-》
《Perché urlava? Cacchio, ha rischiato di svegliare i tuoi!》
Una voce familiare giunse alle orecchie di Aaida, ma appena si rese conto di chi aveva parlato, si rannicchiò nel letto, con gli occhi spalancati pieni di terrore.
《Tu..vattene.》Aaida aveva gli occhi completamente spalancati, velati di lacrime e puntati in quelli di Alessandro. Era come se lui riuscisse ad attirare il suo sguardo, in quel momento terrorizzato.
Alessandro non avrebbe potuto capirla e se avesse potuto, sarebbe rimasto comunque lì. Era però, quasi spaventato da se stesso. Cosa aveva fatto ora, per spaventare a morte una ragazza? Era per i capelli leggermente scompigliati o per la sua frase forse pronunciata troppo bruscamente?
《Chad, cosa..?》
Sssh, zitto!》
Chad zittì il migliore amico, prestando poi tutta la sua attenzione alla ragazza appiccicata alla tastiera del letto.
《Aaida, che ti prende?》Voleva aiutarla in ogni modo possibile, ma non riusciva a fare niente. Gli occhi di lei si spostarono dal viso di Alessandro, intento a guardarsi con ammirazione le unghie.
《Lui mi fa paura.》La sua voce era un sussurro, impossibile da sentire. Solo Chad riuscì a percepire quelle parole più mimate che dette, e si staccò momentaneamente dalla ragazza.
《Come mai?》Stava approfittando del momento di shock di Aaida per farsi dire qualcosa, per capire.
《Lui.. i suoi occhi. Sono blu. E il blu mi fa paura. Io odio il blu. È il colore del mare, che mi ha portato via tutto ciò che avevo e io non..》La situazione stava degenerando, il ragazzo non voleva sentire più di quel che aveva già sentito. Aaida stava parlottando parole sottovoce, chiaramente stanca. Ma non toglieva lo sguardo terrorizzato da Alessandro.
《Ehi, okay basta.》Chad le mise le mani sulle spalle e la spinse delicatamente sopra il letto, stendendola completamente, cercando di farla dormire.
Aaida si addormentò di nuovo senza fare storie, e ogni tanto mugulava qualcosa di incomprensibile.
《Chad..》
La voce di Alessandro non si sentiva all'interno della stanza da un bel po', così Chad, sorpreso di sentire ancora la sua presenza, sobbalzò.
《Cosa c'è? I miei non si sono svegliati, quindi possiamo tranquillamente uscire e..》
《Lei.. perché mi guardava così?》Gli occhi di Alessandro balenarono dal suo amico ad Aaida, che dormiva mentre si agitava animatamente.
《Nulla di che. Non era totalmente sveglia.》
Alessandro annuì, anche se poco convinto. C'era qualcosa, nello sguardo di Aaida, che l'aveva pietrificato.
Gli occhi dorati della ragazza avevano manifestato paura. Paura e basta. Avevano guardato il ragazzo biondo con ripudio, come se lui non dovesse esistere. Come se fosse uno sbaglio. E, in fondo, Alessandro si era sentito proprio come voleva farlo sentire Aaida.

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