Please have mercy on me
Take it easy on my heart
Even though you don't mean to hurt me
You keep me apartShawn Mendes - Mercy
-
Era scomodo dormire sulle pietre. Aaida era in uno stato di dormiveglia, e poco le importava se stava scomoda. Niente e nessuno aveva il potere di svegliarla.
Era in condizioni pietose: vestiti sporchi, capelli aggrovigliati, viso e corpo sporco.
Stava iniziando a nutrire una rabbia nei confronti di Alessandro enorme.
Perché se n'era andato? Lei lo aveva fatto arrabbiare? Era completamente insensato, il suo abbandono. Le aveva promesso che non sarebbe fuggito. E invece l'aveva fatto.
Lo odiava per questo. In due, avrebbero potuto fare di più. Si era ritrovata a dormire in una casa abbandonata, senza finestre e porte, con una coperta addosso e nessun materasso. Non mangiava molto, perché non aveva abbastanza soldi. Era anche colpa di Alessandro, se lei era ridotta in quel modo. E anche di Chad.
Ma, se Alessandro fosse rimasto e Chad no, lei sarebbe comunque stata con qualcuno di fidato.
Aveva dormito all'entrata della casa, e i passanti potevano benissimo vedere ciò che faceva. Ma nessuno la guardava. Molti la osservavano, molti non la aiutavano.
《Io torno, ciao!》Sentì una voce familiare in lontananza, e voleva urlare per farsi vedere, per farsi salvare da qualcuno che, inconsapevolmente, la stava facendo sprofondare.
Al?
Aaida si mosse leggermente, sentendo la schiena emanare dolore. Erano giorni che dormiva sulle pietre.
Emise un gemito di dolore, quando qualcuno le toccò la schiena.
《Dio mio, ti ho trovata..》
《Al..》Si bloccò, e si irrigidì.《Mi hai lasciata sola.》
《Zitta.》
Lei avrebbe ridacchiato e gli avrebbe detto che era un decelebrato, ma non aveva forze.
Sentì una mano prenderla sotto le ginocchia e un'altra nella schiena, così appoggiò il viso al petto di Alessandro e dormì.Alessandro continuava a guardare Aaida dormire. Era strano averla a casa, eppure le sembrava normale.
Le stava a distanza di sicurezza, ma la guardava come se volesse mangiarla con gli occhi.
Le sopracciglia di lei si aggrottarono, mentre dalla bocca iniziarono ad uscire delle parole in una lingua a lui sconosciuta.
《Mamma..》Si mosse leggermente, dando quasi un colpo al braccio di Alessandro.《L'anello. Prendi l'anello.》
Automaticamente, lui le guardò le mani ai fianchi. Nell'indice della mano destra aveva un anello semplice che, si era accorto, toccava sempre quando aveva bisogno di conforto.
Provava un senso di protezione verso di lei, e anche qualcosa di più. Ecco perché se n'era andato. Aveva paura di lei e di cosa poteva fargli. Di come poteva cambiarlo, ma ora il danno era fatto.
《I suoi occhi..》Mormorò lei, ancora persa negli incubi.
Alessandro spalancò gli occhi, sapendo che si stava riferendo a lui.
Aaida aprì le palpebre di scatto, come se qualcuno l'avesse sparata.
Si mise a sedere, ansimante.
Alessandro si alzò e si mise accanto a lei, toccandole un braccio.
《Aaida..》
《Oddio!》Lei provò ad alzarsi, ma il dolore alla schiena la bloccò, mozzandole il respiro.《Lasciami..》Sussurrò a lui.
《Buongiorno anche a te, ah, e di nulla se ti ho liberato dalle macerie. Tranquilla.》Ribattè, con la solita faccia da schiaffi.
Lei lo fulminò con lo sguardo.《Ero là anche per colpa tua. E ora lasciami, riesco ad alzarmi da sola, grazie.》
Lui sbuffò e si rimise seduto mentre lei, con i vestiti ancora sporchi e i capelli conciati male, provava a camminare senza provare dolore. Ma la schiena le bruciava, come se qualcuno gliel'avesse scottata con il fuoco.
《Devo cercare Adam. Grazie. Ci vediamo.》
《Assolutamente no. Tu non vai da nessuno parte.》
《Lasciami!》
Lui fece un verso di disapprovazione, poi la trascinò in bagno.
《Devi farti una doccia.》La spinse oltre la porta.
《Okay. Adesso esci però.》
Mentre lei si faceva la doccia, lui andò a mangiare qualcosa.
I suoi genitori erano a lavoro, quindi in casa c'erano solo loro e Sofia, che normalmente dormiva fino all'una.
《Alessandro?》Sentì la voce di Aaida in fondo al corridoio, e le corse incontro.
《Mi servono dei vestiti..》Disse, rossa in viso.
《Certo. Ora cerco tra quelli di mia sorella.》
Quando ritornò, Aaida era in camera sua, in piedi, con un asciugamano enorme che le copriva il corpo magro e i capelli che sgocciolavano sul pavimento.
Le passò i vestiti ed uscì dalla camera per farla cambiare.
A volte lei si chiedeva perché, con Alessandro, fosse tutto diverso.
Gli sguardi che lui le faceva non erano le occhiatacce che i passanti le mandavano quando lei camminava a testa bassa.
Lui non rideva per prenderla in giro.
Lui era diverso.
E si chiedeva perché.
《Al, puoi entrare..》
《Arrivo》Una volta entrato, lei lo guardò.《Come ti senti? Vuoi mangiare qualcosa?》
Si sedettero entrambi sul letto, con le spalle che si toccavano lievemente.
《No》Aaida scosse la testa.《Che ore sono?》
《Le nove e mezza di notte, hai dormito quasi tutto il giorno, Aaida.》
Lui si passò una mano tra i capelli che lei adorava.
Aaida lo guardò con uno sguardo indecifrabile, sembrava delusa, triste, arrabbiata.
《Perché mi hai lasciata sola? Per me? Per la situazione schifosa? Ho fatto qualcosa di male? Puoi dirmelo?》
《Ecco, mi aspettavo delle tue domande》Sorrise.《In realtà, non lo so..》
Lo sapeva eccome. Ma era troppo orgoglioso per dire certe cose.
《Mi hai lasciata sola》Lei lo guardò, affrontando il suo sguardo blu.《Sapevi che Chad se ne sarebbe andato, dopo un po'.》
Lui abbassò la testa, mentre i sensi di colpa lo consumavano.
《A volte penso che non ti importi nulla di me.》
Lui scattò verso di lei, con gli occhi spalancati.《Non dirlo neanche per scherzo.》
Lei annuì, poco convinta.
Appoggiò la testa alle sue ginocchia, inebriandosi del suo profumo.
《Grazie di tutto, Al.》Disse, prima di crollare nel buio.
L'aveva già perdonato. Non riusciva ad immaginare, ormai, una vita in Italia senza una delle persone che l'avevano fatta ambientare. Aveva bisogno di lui, per continuare a reggersi in piedi.
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Blue
RomanceAaida Maguy, adolescente africana di sedici anni, insieme alla sua famiglia viene trasportata in un mare di paura, emozioni e colori. Non sa cosa gli aspetta, una volta attraccata in Sicilia; sa solo cosa si è lasciata dietro: disperazione e guerra...