Capitolo 16

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Wherever I go,
you're a ghost in the room

One Republic - Wherever I Go

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《Non potete andare, adesso.》Kia Ambrose sedeva sulla poltrona in cui stava sempre, e guardava Chad, Alessandro e Adam con una faccia perplessa.
《Come no?》
《No》Sospirò, incastrando la testa tra le spalle.《Non adesso. Forse domani, o dopodomani. Non lo so. Ma non pensate che Aaida di debba costruire una vita? Non la aiutate se andate a trovarla. È in orfanotrofio, una famiglia la prenderà e vivrà con loro finché non avrà diciotto anni.》
Alessandro era visibilmente sbiancato, come faceva ogni volta che qualcosa lo colpiva in pieno e alla sprovvista.
Chad, invece, era impassibile.
Adam era arrabbiato, palesemente rosso in viso.
《No, Kia》Scosse la testa, facendo muovere i suoi riccioli.《Io vado. Sono suo fratello.》
《Lo so, Adam. Ma è in orfanotrofio e non possiamo tirarla fuori di lì.》
《Sono maggiorenne! Troverò un lavoro e..》
《Mi dispiace.》Kia si alzò dalla poltrona bordeaux e uscì dalla stanza facendo rimbombare i tacchi sul pavimento.
《Non è possibile》Adam si appoggiò al tavolo con entrambe le mani, con la testa bassa.《Si può essere adottati dal proprio fratello?》
Alessandro sfoderò il solito sorriso strafottente.《Potresti provarci.》
Aveva la vaga impressione di non essere simpatico ad Adam, nonostante lui non sapesse del rapporto con Aaida.
《Non ci provo. Lo faccio.》
《Cosa?》Chad parlò per la prima volta da quando erano entrati in salotto.《No, Adam. Non puoi.》
《Perché no? Tua madre può controllare te e anche il tuo amico, ma me no. Sono maggiorenne, non ho bisogno della supervisione di un adulto.》
Non ne avrei comunque.
Sospirò e si girò per andare all'entrata.
《Fermo.》
《Cosa c'è, biondo?》
《Vengo con te.》Alessandro si avvicinò ad Adam.
《Cosa?》Chad faceva scorrere freneticamente lo sguardo da Alessandro ad Adam.《Dio mio, in cosa mi sto cacciando..》Prese la giacca e raggiunse gli altri due.
《Andiamo, prima che mamma se ne accorga.》
Aprirono la porta, scivolarono fuori e, chiusero la porta.
《CHAD AMBROSE.》
《Cacchio.》
《Non possiamo correre via?》
《No. Non potete》La figura di Kia apparse da dietro la porta.《Entrate dentro, tutti e tre.》

Tutto si sarebbe aspettata, tranne questo. Finire in un orfanotrofio in Italia era la più lontana idea, quando era su quel barcone che era solo un ombra sul fondale marino. Andrea e Beatrice erano fondamentali, avevano aiutato Aaida ad ambientarsi e vivere in quell'ambiente con persone davvero simili a lei, ma Chad e Alessandro, e anche Kia e Fynn erano diventati parte dei suoi incubi notturni, le poche volte che riusciva a dormire.
Si trovava sul suo letto, mentre ascoltava Beatrice raccontarle di una possibile famiglia che l'avrebbe presa con se. C'era ma non c'era. A volte si chiedeva se lei fosse stata solo una parentesi nella vita degli abitanti di Pozzallo, ormai chiusa. Se avrebbero continuato a vivere la loro vita normalmente, senza di lei, e le sue continue domande.
《Aaida? Ci sei?》
《Si Bea.》Mentì come aveva imparato a fare nelle ultime ore.
《Non è vero.》
《Mh-mh.》Aaida annuì, anche se sapeva che Beatrice non l'avrebbe lasciata andare così facilmente.
《Aaida, so perfettamente come ci si sente. Per favore, con me puoi confidarti》La guardò con i suoi occhioni grandi, puntati sulla faccia di Aaida.《Per favore.》
Aaida scosse la testa. Avrebbe dovuto davvero dimenticarsi di Chad, Alssandro e gli altri. Avrebbe dovuto incominciare una nuova vita, e lo voleva davvero. Pensare a Pozzallo era la prima cosa da evitare.
《Va bene》Beatrice si alzò dal suo letto e guardò Aaida dall'alto.《Ricordati che a me puoi dirlo..》E detto ciò, lasciò che le ombre della stanza circondassero Aaida, uscendo dalla stanza.
Aaida si mise a gambe incrociate sul letto, con i soliti pensieri e paranoie.
Indossava i vestiti di Beatrice, perché non aveva i suoi. Qualcuno avrebbe dovuto portare i pochi che aveva da Pozzallo, ma non erano arrivati e aveva perso la speranza. Inoltre, quelli di Beatrice erano leggermente piccoli, quindi si sentiva un po' avvolta nel cellofan.
Le voci provenienti dal corridoio erano talmente forti che riuscirono a distogliere Aaida dai propri pensieri.
《Le camere qui sono occupate, e per lo più sono per le femmine. Se ti trovo a girovagare qui, non aspettarti che ti prenda solo per le orecchie.》La voce della suora, che Aaida aveva ormai imparato a riconoscere, si era sparsa in tutto il corridoio e nelle camere vicine.
In punta di piedi, Aaida uscì fuori dalla camera intravedendo la figura bassa della suora e di un ragazzo.
Un nuovo arrivato.
Pensò al tetto e le venne un improvvisa voglia di salirci. Non sapeva perché, ma semplicemente voleva ricordarsi che, sotto lo stesso cielo, si trovava anche lui.
Salì le scale di legno e prese la chiave datale da Andrea, e aprì la porta.
Sentì il vento freddo del mattino infrangersi sul suo viso mettendole i brividi, ma continuò ad avanzare fino al bordo del tetto. Si sporse in avanti, mentre il vento continuava ad agitarle freneticamente i capelli ricci da una parte all'altra.
Guardò giù e vide, al posto della strada il blu del mare senza fondale, profondo e infinito. Spalancò gli occhi. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quell'immagine orribile. Era tornata lì.
Deglutì e scattò indietro, come se fosse stata bruciata, e il mare e il blu sparirono di colpo. Sbattè una miriade di volte le palpebre, con il petto che si alzava e si abbassava freneticamente e le mani tremanti.
《Dio, mamma, dove sono finita..》Si toccò l'anello freddo.《E dove sei finita tu?》
Abbassò lo sguardo sulle mani strette l'una all'altra in un tentativo di placare il tremore. Si sedette per terra e pianse come poche volte. Pianse per tutto.
Con il groppo in gola che si era appena formato, si asciugò le lacrime dopo dieci minuti buoni di pianto.
Pensò di essere la reincarnazione della contraddizione. Voleva che Alessandro e Chad venissero almeno a trovarla. Ma neanche lo voleva. Avrebbe dovuto rinunziare una nuova vita, con una nuova famiglia. Loro non erano inclusi.
Scese al piano di sotto e trovò la suora, - di cui ancora non aveva capito il nome e non ci teneva a farlo -, rossa in viso.
《Dove eri finita?》
《Oh, io..》
《Non importa, Aaida. Vai in mensa, i tuoi amici ti aspettano.》La congedò.
《Ehi, ma dove eri?》
《Ero da sola, non preoccupatevi.》Rimase sul vago.
Andrea annuì mentre Beatrice non distolse lo sguardo da lei. Ogni tanto le lanciava qualche occhiata, ma Aaida faceva di tutto per ignorarla e fare finta di nulla.
《Stanotte ho fatto un sogno stranissimo..》Andrea cominciò a parlare dei suoi sogni strani, mentre Aaida annuiva distrattamente.
Puntò lo sguardo su un tavolo vuoto. O non completamente. Un ragazzo con i capelli scuri, completamente neri, mangiava a testa bassa un pezzo di pane.
《Ehi, c'è uno nuovo.》Disse, alludendo al ragazzo di quella mattina, in corridoio. Ovvero, quello al tavolo.
Andrea interruppe l'interessante racconto sul suo sogno di colpo, guardando Aaida.《Dove?》
Lei gli indicò con un cenno del capo il ragazzo ancora a testa bassa, con la schiena curva.
《Oh, bene》Disse lui.《Dopo lo porteremo su al tetto. Aaida tu vieni?》
《Io? No, grazie. Fate voi.》
Aaida sparì tutto il giorno agli occhi degli amici, mentre si trovava sotto le sue lenzuola. Voleva stare sola e basta. Senza nessuno che le chiedesse di raccontare la propria storia, cosa le fosse accaduto e Co a avesse passato.
Nessuno. Solo lei.

《Almeno tua madre ci ha permesso di fare un giro.》Alessandro alzò leggermente la musica dentro l'abitacolo.
《Già..》
Alessandro guardò l'amico, con le mani strette, forse un po' troppo, sul volante.
《Chad..》
《Lo so cosa vuoi dirmi, okay? Che non avrei dovuto lasciarla andare e che avrei dovuto farla restare, d'altronde ti piace lei, no? Mi dispiace, non ho potuto fare altro.》Sputò, tutto d'un fiato.
《In realtà ti volevo dire che il semaforo è verde.》
Chad corrugò la fronte e premette l'acceleratore.
《Aspetta. Ti piace mia sorella?》
《Ah, ciao Maguy. Per un momento mi ero dimenticato della tua presenza.》
Adam sollevò gli occhi al cielo e strinse le mani in un pugno.《Ti piace Aaida?》
《E se anche fosse?》
《Oh Santo cielo..》Chad si fermò ad un altro semaforo, cercando di non badare ai due.
《E tu piaci a lei?》
《Probabilmente.》
《E a te piace lei?》
《Molto probabile.》
《Quindi vi piacete a vicenda?》
《Ancora più probabile.》Alessandro tolse il ghigno dalla faccia.《Ma smettila di farmi domande. Mi ricordi lei.》
《Chad?》
《Si?》
《Non sei troppo piccolo per guidare?》
《In realtà anche Alessandro sembra troppo piccolo per guidare. Comunque, ho preso la patente quest'anno appena ho finito la scuola. Abbiamo entrambi diciotto anni e dobbiamo fare l'ultimo anno di scuola perché siamo stati bocciati.》
Si fermarono in piazza di Santa Maria di Portosalvo, davanti alla chiesa, imponente sulla piazza.
《Chad》Alessandro scese dalla macchina velocemente e chiuse lo sportello.《Qui Aaida c'è stata. Me l'ha detto.》
《E quindi?》
《Ha dormito in chiesa e ha conosciuto il prete. Maguy, non sarai geloso anche del prete?》
Parlava sopra il rumore delle onde del mare che si sentiva in lontananza.
Ma Adam non l'aveva sentito. Era assorto nel fissare il mare con ripudio. Lo stesso sguardo di Aaida, la stessa postura e la stessa espressione paralizzata.
《Adam, andiamo.》Chad lo guardò preoccupato.
《Oh, certo. Arrivo.》

E se andassimo a parlare con il prete?》
《Per quale motivo?》
《Boh. Io ci vado.》
Quando Alessandro fu troppo lontano per sentire altri rumori al di fuori del mare e del chiacchiericcio generale dei pochi bambini nella piazza, Adam parlò.《Questo ragazzo è strano.》
《Lo so.》Chad scrollò le spalle e raggiunse l'amico insieme ad Adam.
Nel mentre, Alessandro era già insieme al prete.
《Oh, buonasera!》
《Ehi》Alessandro sollevò una mano in segno di saluto.《Si ricorda della ragazza che ha fatto dormire qui, per caso?》
《Ah, certo. Aaida, mi pare che si chiami.》
《Esatto. È in orfanotrofio..》
《Oh.. mi spiace. Devo andare in orfanotrofio a Ragusa tra un mesetto, credo》Riflettè il prete.《Volete un passaggio?》
Alessandro fece un sorriso smagliante ai ragazzi dietro di lui.
《Si, grazie mille!》
《Dovrei andare proprio tra un mese esatto, se non un giorno di più.》
《Grazie mille, ci vediamo.》
Alessandro uscì dalla chiesa sorridendo.《Lo sapevo! Sono un genio!》
《Come..?》Chad lo guardò male.
《Dai, Chad. I preti le fanno sempre queste cose. In più, è un orfanotrofio di Suore Cappuccine, no?》
Chad annuì distrattamente.
《Tra un mese rivedremo Aaida.》

A cena, Andrea e Beatrice non c'erano. Aaida non aveva la minima idea del perché, ma non c'erano.
Così, aspettò che la cuoca, o suora, o qualunque cosa fosse quella donna, annunciasse che la cena era in tavola.
Si sedette al solito tavolo da sola, osservando con la coda dell'occhio il ragazzo nuovo dalla maglietta grigia.
Lui sollevò lo sguardo grigio su di lei, che distolse lo sguardo e lo puntò sul cibo appena servito dalla suora.
Mormorò un "grazie" e prese a mangiare sentendosi osservata.
《Ciao.》
Sollevò lo sguardo dalla minestra con cui si era scottata la lingua per poi affondarlo in quello grigio del ragazzo nuovo.
《Oh, ehm..》
《Posso sedermi qui?》
《Certo..》
Restarono in silenzio finché la cena non finì. Aaida si alzò, prese il suo piatto e girò i tacchi verso i secchi della spazzatura, quando la voce del ragazzo nuovo la fermò.
《Mi chiamo Luca.》
Lei lo guardò, annuì e se ne andò con un passo veloce e goffo.

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ANGOLO AUTRICE:
HELLO FRIENDSSSSS👐
Aumentate sempre di più, non so cosa dirvi😍😍😍
Questo capitolo è stato un parto e manco mi piace, but ok. Ma Alessandro è EEEEEWWW.
Okay, basta.
Al prossimo capitolo, byy💛

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