Capitolo 18

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Where are you now?
Under the sea, under the sea
Where are you now?
Another dream
The monster running wild inside me
I'm faded
So lost, I'm faded

Alan Walker - Faded

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Solo tre cavolo di mesi, ed era stata in giro per Pozzallo a cercare suo fratello due settimane, un mese in orfanotrofio a Ragusa e infine, in una città di cui non aveva ancora capito il nome insieme a due perfetti sconosciuti.
Non male come ambientamento in Italia, eh?
《Dai, Aaida》Marta le porse una mano.《Ora scendi.》Le rivolse un dolce sorriso per poi stringere leggermente la stretta sulla mano timida di Aaida.
Aaida odiava questo lato di lei. Aveva un blocco con le persone nuove, quindi le definiva automaticamente grigie.
Ma non voleva. Marta era una brava ragazza, così come Claudio. Erano i suoi nuovi genitori, legalmente. Ma per lei i suoi rimarranno sempre quelli che hanno dato la propria vita per i propri figli mettendosi al piano inferiore del barcone.
Fece leva leggermente sulla presa di Marta per poi uscire dall'abitacolo della macchina.
《Vieni.》
La condusse fino ad un'abitazione completamente bianca che mise il voltastomaco a Aaida, ma cercò di farsi vedere felice.
Salirono i quattro gradini per arrivare al portone nero e le aprì Claudio, entrato pochi minuti prima di loro.
《Ma dove eravate?》
Marta gli lanciò un'occhiataccia e lui sparì all'interno della casa.
《La casa è a due piani. La tua stanza è al piano di sopra, vuoi andare a vederla?》
Aaida annuì.
Se solo avesse aperto la bocca, le lacrime avrebbero stoppato le parole, che probabilmente sarebbero morte in gola. Non voleva parlare e basta.
Marta, ancora con la mano in quella di Aaida, la portò su per le scale dritte finché non finirono in un corridoio illuminato da luci soffuse e di un colore tendente all'arancione.
C'erano tre porte e Marta ne indicò una, la più lontana da loro e dalle scale, a Aaida sorrise lievemente. Un sorriso talmente piccolo da neanche farsi notare.
Sparì immediatamente.
《Tranquilla, noi siamo nella stanza accanto alla tua. Per qualsiasi.. uh.. emergenza, puoi chiamarci o svegliarci quando vuoi.》
Aaida deglutì e si staccò da Marta per dirigersi verso quella stanza che avrebbe sopportato le sue urla notturne. Ogni oggetto avrebbe avuto la sua storia, dentro quella stanza. Aprì la porta e girò con lo sguardo per tutta la camera bianca.
Il letto era a una piazza, e nella parete davanti ad esso un mobile del medesimo colore delle pareti la occupava tutta.
C'erano dei piccoli mobiletti, uno scaffale, una scrivania con una sedia.
《Ti piace?》Urlò Marta dal piano di sotto.
Lei non rispose e chiuse dietro di sé la porta, lentamente.
Fece qualche passo verso il letto che le sembrò così morbido e comodo senza neanche averlo toccato.
Si sedette sopra proprio quando Marta bussò alla porta.《Ehi.. ora hai tutti i documenti di identità.. devi solo firmare e fare la foto.》
Aaida annuì, anche se non aveva ascoltato una sola parola di ciò che la donna aveva detto.
《Okay..》Marta chiuse la porta alle sue spalle e la raggiunse, sedendosi sul letto.

So che è difficile》La guardò negli occhi talmente intensamente che Aaida non riuscì a sostenere lo sguardo nero della donna.《Ma non sei sola. Hai me, Claudio e magari ti farai degli amici qui. No?》Marta le posò una mano sul ginocchio, stringendo leggermente la presa.
《Puoi parlare..》
Aaida scosse la testa, guardando il suo piede penzolante.
《Va bene. Noi siamo al piano di sotto.. per qualsiasi cosa chiamaci. Okay?》Sapendo che Aaida non avrebbe risposto neanche sotto tortura, si affrettò ad uscire dalla stanza, lasciando la ragazza completamente sola e smarrita.

Probabilmente il destino voleva che stesse sola, in un letto, con le lacrime calde e salate che scorrevano lente, sulla sua pelle olivastra.
Perché, in quel momento, era tutto ciò che stava succendo. E a Aaida stava bene così. Se il suo destino sarebbe andato così, le andava bene. Era questa la sua vita. Ciò che era portata a fare, anche se non stava facendo assolutamente nulla.
Non emetteva alcun suono. Era un pianto silenzioso e calmo. Le lacrime erano arrivate fino al colletto della camicetta che Marta le aveva prestato prima di andare a lavoro e avvisarla che c'era del cibo in frigo.
Aaida, come previsto, aveva solamente annuito.
Si mosse di poco sul letto per stare più comoda, ma non trovava da settimane una posizione decente, se non quella con un braccio non suo stretto alla vita e il respiro regolare di qualcun'altro sul collo.
Le faceva male anche parlare di lui. Non l'avrebbe più rivisto, probabilmente.
Era certa che i suoi occhi sarebbero apparsi nei suoi sogni, dandole la certezza che lui fosse lì con lei a tenerla stretta e lasciarle qualche dolce bacio. Ma erano sogni.
Non verità. La verità era che, semplicemente, avrebbe iniziato la sua vera vita lì.
《Aaida!》La voce ferma e sostenuta di Claudio la fece sobbalzare, mentre lui saliva le scale velocemente, facendo espandere l'eco dei suoi passi in tutta la casa.《Oh, sei qui.》
Aveva aperto la porta della camera, tirando un sospiro di sollievo.
《Puoi scendere giù a..》
Venne interrotto dallo sguardo spento di Aaida, che non gli aveva permesso molto.
《Okay.. ci vediamo a cena.》
Aaida si girò a pancia in giù, affondando la faccia nel cuscino, attendendo le altre lacrime che, presto o no, sarebbero arrivate.

《Allora..》Sbuffò.《Un pullman per Siracusa?》
Chad scosse la testa.《Mia madre lo verrà a sapere, Ale.》
Al.
Affondò la faccia nei palmi di entrambe le mani, ricordando come l'accento di Aaida avvolgesse caldamente ogni parola pronunciata, rendendola musica per le sue orecchie. Sarebbe arrivato a Siracusa, almeno per vederla di soppiatto. Aveva bisogno di sentire, anche solo per un secondo, lo sguardo dorato di Aaida puntato su di lui.
《Ascolta. A me non interessa nulla. Né di tua madre, né delle cose che ti permette.》
《Abbiamo la scuola》Lo interruppe Chad.《Non ci pensi?》
《Certo. Ma tu, invece, non pensi ad Aaida?》
《Si, certo》Chad puntò il suo sguardo dentro quello dell'amico.《Ma se avesse semplicemente bisogno di farsi una vita?》
Alessandro si sistemò nel letto di Chad.
《No..》Scosse la testa.
《È così, Ale. Non possiamo farci nulla.》
《Tu non puoi farci nulla》Si alzò dal letto e puntò lo sguardo sull'amico.《Io si.》
Avanzò verso la porta e uscì dalla stanza.

《Oh Santo》Sofia si portò una mano sulla fronte.《Vuoi davvero farlo?》
Alessandro alzò le spalle.《Sono maggiorenne, posso decidere. Posso continuare l'anno lì, e trovare un lavoro..》
《La fai facile, Ale. Ti serviranno dei soldi..》
《Li ho! Non farmi certe ramanzine, per favore. Nemmeno a papà andrà bene, lo so già》Si alzò e aprì uno dei tanti cassetti del mobile, dalla quale tirò fuori un portafoglio nero.《In quanto a tua madre, sono sicuro che non aprirà bocca in questione.》
Sofia abbassò la testa, puntando il suo sguardo alle gambe.
《Dai, prestami il tuo computer》Alessandro allungò la mano verso lei.《Ho degli appartamenti da cercare.》

Adam sedeva sulla sedia della scrivania della camera in cui stava.
Aveva trovato un lavoro in un bar, dove finiva tardi la notte e iniziava presto la mattina. Era un vero e proprio suicidio, ma lo faceva per vivere.
Si passò una mano sulla faccia, sottolineando sul giornale quali altri lavori potevano essere utili. Era notte fonda, e la luce lunare penetrava fioca dalle finestre, creando una luce bluastra che Adam non sopportava. Ma non voleva avere problemi con la bolletta della luce, quindi non ne usava poi così tanta.
Osservò lo schermo spento del telefono davanti a lui, in cui il riflesso della sua faccia, simile a quella di Aaida, lo fece sussultare. Prese il cellulare e lo lanciò sul letto a qualche centimetro di distanza dalla sua postazione.
Non era una stanza grande, ma aveva tutto il minimo indispensabile. Aveva vissuto con molto, molto meno.
A volte si guardava allo specchio piccolo del bagno, al massimo per due secondi.
I lineamenti, la forma degli occhi e il colore della pelle erano i suoi. Quelli di Aaida. A volte non riusciva a sopportare quella somiglianza facciale enorme, così distoglieva lo sguardo dalla sua faccia riflessa.
L'unico rumore presente in quella stanza era la leggera vibrazione del telefono, che si illuminò mostrando un numero sconosciuto.
《Pronto?》
《Ehi, Maguy!》
《Ah》Adam sospirò.《Sei tu.》
《Chi volevi che fosse?》Sentì una risatina da parte del biondo.《Ascolta, ho una proposta da farti.》Gli passò per la mente di chiedergli come mai fosse sveglio a quell'ora, ma ricacciò la curiosità, grande talento di Aaida, giù.
《Odio le tue idee.》
《Va bene. Quella dell'orfanotrofio è stata un fiasco, ma questa andrà bene》Alessandro sospirò.《Te lo prometto.》
《Okay, biondo. Parla.》
《Siracusa. Si parte a Siracusa.》

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ANGOLO AUTRICE:
questo capitolo fa decisamente schifo, ne sono consapevolissima🙈 Inoltre ci ho messo ben una settimana se non di più a scriverlo, uccidetemi.
Comunque non siate molto felici, quei due non partiranno tanto facilmente (piccolo spoiler👅)
Beh, ci vediamo al prossimo capitolo❤
Byy👐

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