Capitolo 11

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Came to you with a broken faith
Gave me more than a hand to hold
Caught before I hit the ground
Tell me I'm safe, you've got me now

Jess Glynne - Take me home

-

Cinque giorni dopo

Quella macchina ormai era la loro casa, non contando i bisogni di cibo, pulizia e tutto il resto.
Erano ormai un paio di giorni che restavano lì a guardare la porta che non si era spalancata, né aperta, nemmeno di poco. Era come una settimana prima, quando Alessandro aveva deciso di abbandonarli.
La speranza che Adam fosse la dentro svaniva poco a poco anche in Aaida, che aveva fatto tanto per rimanere lì. Chad non riusciva a consolarla più di tanto, come era suo solito fare.
《Aaida.》Chad aveva i capelli lunghi, ormai. Aveva anche un piccolo accenno di barba, ma nulla di che.
《Si?》
《Lo sai bene anche tu che qui non c'è nessuno. Stiamo perdendo tempo.》
Aaida sospirò.《Io.. non so più nulla. Non so dove sia.》
《Posso comprendere. Ma.. forse è meglio se torniamo dai miei. Insomma, siamo fuori da più di una settimana.》
Aaida scosse la testa. Non aveva girato il paese per poi tornare a casa a mani vuote.
《No》Lo guardò, affondando negli occhi scuri dell'amico.《Io non torno.》
Niente e nessuno poteva smuoverla. Neanche Chad.
《A volte penso che tu abbia un istinto suicida.》Le disse, sorridendo.
Anche lei ricambiò il sorriso, con stanchezza. Aveva le occhiaie evidenti sotto gli occhi, lo sguardo spento.《Non credo di averlo》Distolse lo sguardo.《Non voglio ritornare senza Adam. Avresti fatto lo stesso. Se vuoi tornare, vai. In fondo sono stata io a metterti in mezzo.》
Chad annuì, e Aaida si ritrovò a nascondere la delusione che andava crescendo. Aveva sperato che almeno Chad rimanesse con lei, ma si era sbagliata.
Mancavano pochi giorni all'inizio della scuola, e non poteva biasimarlo. Era ancora estate, faceva un caldo terribile, ma Aaida c'era abituata. Soffriva più il freddo che il caldo.
《Sicura di non voler ritornare a casa?》
Aaida non sapeva se considerarla casa, quella che aveva condiviso per più di un mese con Chad, Fynn e Kia.
Non aveva una casa, perché la sua non esisteva più. Era stata cacciata via, da casa sua. Non poteva ritornarci. Era senza casa.
《Casa mia è con Adam.》Respirò a pieni polmoni l'aria familiare all'interno della macchina.
Chad, senza preavviso, la prese per i fianchi e la posizionò sulle sue ginocchia, abbracciandola.
《Aaida..》
Avevano entrambi il cuore a mille, nessuno dei due voleva staccarsi dall'altro. Ma dovevano. In un modo o nell'altro, dovevano allontanarsi.
《Non fare cavolate.》Concluse Chad, con il viso nell'incavo del collo della ragazza.
Lei lo strinse ancora di più, cercando di ricacciare le lacrime.
《Non te lo posso promettere. Ma ti prometto che se troverò mio fratello, te lo farò conoscere.》
《Non mi cambia nulla.》
Chad voleva che lei giurasse che sarebbe tornata a casa sua. Perché quella era anche la casa di Aaida, per Chad. Per lui, lei era sua sorella.
Lo so.》Rise, e Chad sentì il suo piccolo petto essere scosso dai fremiti.《Mi mancherai tanto, fratellino.》
Era la prima volta che lo chiamava così, e sul viso di Chad comparve un sorriso enorme.
《La macchina..》Iniziò lei, ma Chad la interruppe.
《Tranquilla, chiamerò Alessandro e lui la prenderà.》
Chad le schioccò un bacio sulla guancia, come saluto.
Aaida scivolò nel sedile passeggero dove era prima, e seguì Chad che la salutava con lo sguardo.
Era sola. Completamente sola.

Scese dalla macchina, notando un puntino nero nella parete bianca della casa.
Come ho fatto a non notarlo prima? Stupida!
Si avvicinò lentamente, con lo sguardo di sempre, curioso.
Era un oggetto attaccato al muro, che si estendeva in lunghezza e finiva con un obbiettivo simile a quello che aveva visto al negozio, insieme a Chad, in una macchina fotografica.
Si soffermò due secondi sulla marca scritta in nero. Ne lesse il nome e oltre che sentirsi soddisfatta per i progressi nella lettura, la marca le sembrò familiare.
Si usa per riprendere. Di solito nei negozi, per vedere se qualcuno ruba qualcosa.
La voce di Chad le rimbombò nella testa, mentre si ricordava l'utilità dell'oggetto appeso al muro.
Venne investita dalla mancanza di una persona accanto. Non aveva passato neanche un minuto senza Chad, senza la sua risata e il suo profumo che sapeva di freschezza.
《Telecamera..》
La sua mente cominciò ad elaborare una possibile ipotesi, così lei prese il suo zaino e si mise in marcia, ripensando a ciò che poteva essere successo.
Marco, aveva preso Adam, e fino a qui era tutto chiaro.
Marco che sapeva che sarebbero andati a cercare suo fratello. Marco che sapeva che sarebbero arrivati a lui. Marco che sapeva, tramite la telecamera, i loro movimenti in modo da potersi spostare in caso di avvicinamento.
Aaida si ritrovò in giro per il paese senza una meta precisa, senza un posto in cui stare e poca roba da mangiare.
Non aveva un telefono, non sapeva nemmeno come si usasse uno di quei cosi.
Pensa Aaida, pensa.
Si incoraggiò, sedendosi in un parco là vicino. Era verde. Tutto verde. Non le preoccupava il colore, le era sempre piaciuto. Le ricordava casa.
Il panico di una possibile nottata da sola la prese e la circondò, con forza. Notte blu.
Dai Aaida pensa.
Poteva solo chiedere informazioni in giro, anche se le sembrava un piano altamente schifoso.
Fece un sospiro, per poi incrociare gente che a malapena la guardava.
Provò ad entrare in un bar, ma il barista la squadrò da capo a piedi.
《Non vogliamo nulla.》Disse.
《In realtà volevo fare una domanda..》
Aaida si sentiva come i primi giorni a Pozzallo. Incompresa, sola e stupida. Nessuno la capiva realmente.
《Allora parla.》Il ragazzo dai capelli biondi le ricordava Alessandro, ma scacciò dalla mente la voce di lui, il sorriso e le parole sussurrate durante le notti insonni.
《Conosci per caso un tipo che si chiama Marco? È alto, capelli neri e lisci..》
《Ah! È un idiota quello.》
Questo lo so già, grazie.
Sai qualcosa?》
《So che viveva in Sardegna. Lo conosciamo un po' tutti, è lo zimbello di turno》Scrollò le spalle.《A volte viene qui, si prende un bicchiere di Pepsi, ed esce. Sanno tutti che fa uso di qualcosa. In pochi invece sanno dove abita. Alcuni dicono qui vicino, altri vicino alla Chiesa di Santa Maria di Portosalvo.》
Lo sguardo dorato di Aaida si illuminò. Poteva arrivarci, se solo il ragazzo le avesse dato indicazioni. Ora, era piena di speranze.
《Dove è questa chiesa?》Chiese, impaziente. Tamburellava con le dita nel bancone di marmo davanti a lei.
《In via Rapisardi.》
《Grazie mille.》Aaida fece per andarsene, ma la voce profonda del ragazzo la fece bloccare.
《Se hai a che fare con quello, escine subito.》
Lei si girò, gli rivolse un sorriso grato per poi uscire dal locale.

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