Capitolo 2

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Una donna dai capelli rasati e aria austera scese lentamente gli scalini passando le dita sul corrimano. Passò i suoi occhi verdiazzurri su di me, la sua mascella si contrasse e si sistemò la specie di chitone di lino nero che usava per dormire.

"Nemesi,non è un po' troppo tardi per tornare a casa?"

"Madre non è così tardi e poi vorrei presentarti il mio nuovo...compagno di avventure,si chiama Guilty"

Il ragazzo mi guardò per poi fare un cenno a mia madre "Buonasera signora".

All'improvviso mia madre scoppiò in una fragorosa risata e scese gli ultimi gradini "Nessuno mi chiama piu' signora, vedi di adeguarti ragazzino" fece una pausa e mi guardò "In quanto a te signorina alle sei di domani sera dovrai mettere su la squadriglia e andare al quinto per i carichi di carbone...e portati di sopra quello schiavo,puoi tenerlo" con questo si girò velocemente, chiamò la sua cameriera e si rinchiuse nel suo ufficio.

Prima che Guilty potesse proferire parola lo portai in camera mia e la chiusi a chiave,lui mi guardò e poi prese a camminare per la stanza. Era molto modesta,anche qua le pareti erano rovinate,quella che dava sul balcone era distrutta,una scrivania di granito era appoggiata li' vicino e il letto coperto interamente di pellicce e seta pregiata era dall'altro lato.

"Se quello è un diavolo io vorrei essere le sue corna...sai per guardare l'orizzonte".

"Hey! niente commenti sconci su mia madre e dovresti portarmi un po' più di rispetto,dopotutto ti ho salvato quel bel culetto che ti ritrovi"

"Sono lusingato dal fatto che tu mi abbia guardato il fondoschiena" mi sorrise e si ravvivò i capelli per poi mettersi a sedere sul mio letto.

"Ti do' dei vestiti e poi curiamo le ferite ai polsi...così da non far vedere quei brutti segni e per non farti perdere le mani" e con un occhiolino uscii dalla stanza mentre lui gridava dietro di me "Senza le mani non potrei vivere!" e giurai di aver sentito una risata,brutto pervertito!

Dopo pochi minuti tornai con dei jeans strappati,non apposta, una giubba smanicata di pelle, degli scarponcini rubati a Nen e un kit medico, beh medico si fa per dire perchè quella scatola bianca conteneva dei pezzi di garza e dell'alcool (credo vodka).

"Guarda se devo sprecare..." mi fermai alla visione davanti a me.

Guilty era sdraiato sul mio letto con le labbra socchiuse e entrambe le mani sotto la guancia a mo' di cuscino,stava dormendo ed era bellissimo con qualche riccio che gli ricadeva sulla fronte. Mi avvicinai e mi sedetti accanto a lui prendendogli i polsi, alla loro vista mi venne un conato. La carne era stata lacerata dal metallo ed era sporca di terra e ruggine,piccoli lembi di pelle si stavano per staccare.

Iniziai a pulire le ferite con un po' di acqua presa dal bagno e a togliere le piccole pietruzze con una pinzetta. Dovevo per forza svegliarlo o sarebbe svenuto nel sonno per colpa del dolore procurato dall'alcool.

"Guilty, hey svegliati principessa" lo scrollai per una spalla e lui aprì debolmente gli occhi "Devo curarti le ferite ai polsi e devi stare sveglio" lui annuì ancora assonnato e si mise a sedere.

Feci un respiro profondo e versai l'alcool sul polso destro, a contatto con il liquido la sua pelle si arrossì ancora di più e cacciò un urlo per poi zittirsi quasi subito con forza,le lacrime cadevano dai suoi occhi e annui'. Per l'altro polso non fece tante storie ,molto probabilmente era abituato al dolore fisico. Presi la garza e mentre inziai a fasciare i polsi sentii il suo sguardo su di me.

"Perchè mi hai liberato? Pensavo che tu fossi degli Emarginati,per questo mi sono fidato ma ora..." vidi nei suoi occhi una punta di tristezza. Gli Emarginati sono il gruppo di persone,di entrambi i sessi, che vivono fuori dai nostri territori perchè hanno ripudiato questo sistema di vita o perchè hanno commesso qualche crimine o appunto sono stati liberati da altri emarginati.

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