Capitolo 16

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Guilty

Uno scrollare incessante dalle parti della mia spalla mi fece svegliare e aprii gli occhi lentamente trovando una Nemesi terrorizzata e molto,troppo preoccupata.

"Cazzo Guilty svegliati, abbiamo trovato altri biglietti questa notte e abbiamo unito il messaggio" mi alzai a sedere e cercai la mia maglietta.

"Cosa c'è scritto?" vidi Nemesi tirare fuori un biglietto dalla tasca della giubba e lesse ad alta voce "La Luna color miele sta tornando con i nemici" me lo porse ma qualcuno entrò violentemente nella stanza, alzai gli occhi e trovai Gilda con il fiatone.

"Capo ho già radunato tutte, dobbiamo andare perchè sono entrati in questo cazzo di territorio attraverso il muro che da sul quarto,l'hanno bombardato!" quasi urlò e Nemesi sembrò ghiacciarsi, si ricompose velocemente e parlò "Ok prendete qualsiasi arma,rassicura le ragazze e andiamo a chiudere quel buco!" Gilda annuì e scomparse, Nemesi tornò a guardare me "Ok ora alzati, vestiti e seguimi" lo feci e andammo giù trovando nell'ingresso Lymphata che si stava aggiustando la divisa.

"Mamma quando cazzo sono entrati?!" Nemesi le urlò addosso e questa rispose "Nella notte, quei bastardi hanno tagliato ogni via di comunicazione così qualche fuggitivo è venuto qua e mi ha riferito il tutto" si girò e prese per una spalla sua figlia "Voglio che tu te ne vada via di qua insieme alle tue sorelle, so che sei il comandante ma ho bisogno di voi quattro, si anche tu Guilty, vivi e vegeti" Nemesi quasi non le urlò di nuovo addosso "No! assolutamente no! non lascerò le mie ragazze e mia madre da sole" sua madre scosse la testa e Nemesi si scrollò di dosso la sua mano

"Non seguire le ragazze, svia per la strada e porta in salvo le tue sorelle" quasi non credetti ai miei occhi quando vidi Nemesi annuire e abbassare lo sguardo, sua madre sorrise e chiamò le gemelle. Queste arrivarono e si strinsero a Nemesi

"State tranquille bimbe, vi porteremo in un posto sicuro, avete preso le vostre armi?" queste annuirono,salutarono la madre che gli promise di soppravvivere e insieme raggiungemmo l'auto di Nemesi dove attorno c'era la squadriglia.

"Ok dobbiamo partire, io starò in macchina con Guilty e le mie sorelle, voi tutte davanti a me" queste annuirono e salirono nelle rispettive auto "Gilda" chiamò Nemesi e questa andò da lei.

"Si capo?" Nemesi si avvicinò e le sussurrò qualcosa all'orecchio,Gilda strabuzzò gli occhi poer poi annuire e sfiorare la fronte della mora con l'indice, Nemesi ricambiò e salimmo in auto.

Passammo per la città che stava pullulando di donne con in un braccio le proprie bambine e nell'altro spade o pistole, cadaveri sia di uomini che di donne, qualche palazzo stava andando a fuoco e Nemesi aveva gli occhi lucidi.

"Spero tu stia scherzando sul fatto che abbandoneremo la tua squadriglia" Nemesi annuì e le sue sorelle urlarono "Non puoi lasciarci da qualche parte Nem, anche noi vogliamo combattere!" la loro sorella scosse la testa "Smettetela, non siete allenate e vi porterò da un mio amico, la mamma non lo sa e mi sono già messa d'accordo con Gilda, ora zitte che abbiamo un bel po' di ore di viaggio"

E aveva ragione, per raggiungere la misteriosa meta ci volle quasi tutta la giornata e il sole stava tramontando quando, passate le città semidistrutte e in fiamme , ci fermammo davanti ad una gigantesca caverna. Assomigliava alla caverna di un vecchio film, sarà stata alta un centinaio di metri e verso la punta aveva una enorme aperture mentre alla base aveva un enorme portone di legno.

"Nem.. che posto è questo?"

"Si esatto, che posto è?" le gemelle parlarono con voce tremante e Nemesi scese.

"E' il covo degli Emarginati"

Gilda

"Gilda!" qualcuno urlò il mio nome ma con le lacrime agli occhi e tutto quel fumo non riuscii a capire chi mi avesse chiamato. Dopo la partenza di Nemesi portai le altre nel punto in cui gli uomini avevano bombardato il muro. Si trattava di una zona particolarmente trafficata e le morti furono tante, mi venne la nausea quando mi trovai davanti agli occhi corpi senza vita, uomini che rubavano dalle case e donne che combattevano questi.

Riuscimmo a respingerne o ammazzarne la maggior parte ma sapevamo che altri stavano nascosti e altri ancora sarebbero arrivati nei giorni,nei minuti, o nelle ore seguenti.

Mi chiesi se Nemesi fosse in pericolo.

Lymphata

Dopo aver mandato via le mie figlie mi rinchiusi nel mio ufficio con attorno qualsiasi specie di arma. Le madri non potevano scendere in campo in situazioni come queste,dovevano rimanere in vita per poter assicurare un futuro al proprio clan. Stavo attaccando il messaggio per Cloudette alla coda di una scimmietta, si usava così quando le linee di comunicazione veniva rovinate, quando sentii un tonfo contro la porta seguito da altri colpi più forti.

Lasciai andare la scimmia e sgattaiolai verso la mia spada, un altro colpo alla porta e questa cadde rivelando una figura non tanto alta, con lunghi capelli biondi e un sorriso sadico sulle labbra. Mi vennero le lacrime agli occhi.

"Buongiorno Lymphata, sopresa di vedermi qua, viva e vegeta?" 

Buongiornooo

Scusate se manco da cosí tanto ma ho troppi impegni e la scuola mi sta uccidendo. Come sempre spero vi piaccia e mettete le 🌟🌟🌟

Baci -Wayomi

Female TyrannyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora