Capitolo 7

23 5 0
                                    


Dei colpi violenti alla porta mi fecero aprire gli occhi e un dolore lancinante mi perforò la testa.

La sera prima non avevo parlato con nessuno e mi ero messa subito a letto, Guilty venne dopo un'oretta e mi abbracciò senza dire niente, consapevole che sarei scoppiata di nuovo a piangere. Mia madre era entrata, mi aveva lasciato un bacio tra i capelli e poi facendo un cenno al ragazzo aveva lasciato la stanza, senza dire niente perchè sapeva cosa stesse attanagliando il mio cuore.

"Arrivo!" i colpi diventarono ancora più forti e dovetti spostare le lunghe braccia di Guilty dal mio corpo. Aprii la porta e davanti mi trovai Gilda nella sua uniforme e capelli rosa tirati all'indietro da una sostanza lucida, probabilmente resina dato che il gel non esisteva più.

"La Madre vi vuole in sala da pranzo, tra un po' partiamo" io ancora mezza assonnata annuii e le sorrisi, lei ricambiò e se ne andò. Alla riunione sarebbe venuta anche la squadriglia ma solo per controllare che nessuno ci disturbasse. Mi girai verso Guilty che dormiva con un braccio sotto la testa e la solita smorfia sulle labbra, mi avvicinai e lo osservai respirare piano, la vena in rilievo sul bicipite, la piccola rughetta sulla fronte e le labbra rosee. Gli accarezzai la guancia e lui sfarfallò gli occhi "Buongiorno principessa, è ora di svegliarsi" lui si alzò lentamente a sedere e mi guardò con ancora le palpebre leggermente abbassate "Stai bene?" mi spostò una ciocca di capelli e io annuii "Solo un mal di testa,andrà via mangiando" lui sorrise e si alzò per vestirsi, io feci lo stesso. Mi misi una tenuta di cuoio diversa dal solito, la giubba sempre smanicata ma con intagli di colore viola e oro e alcune pietre dello stesso colore dato che erano quelli rappresentativi del nostro clan, pantaloni di pelle neri, i soliti stivali e un mantello di pelliccia. Dovetti acconciarmi i capelli in tre treccine che partivano dalle tempie e dal centro della fronte per poi legarle insieme, misi la solita sostanza nera intorno agli occhi e davanti allo specchio sospirai.

"Sembri veramente una guerriera" mi girai verso Guilty che era vestito con i soliti vestiti e annuii "Lo sono" e lui sembrò in imbarazzo, io feci un segno con la testa in direzione della porta "Ora andiamo giù a mangiare".

Consumammo la colazione in silenzio e salimmo sui pick up che ci avrebbero portato alla Sala Grande.

"Sei preoccupato?" sussurai a Guilty e lui scosse la testa, ma dal tremolio delle sue labbra e dal continuo stroppiciarsi le mani, capii che lo era e anche tanto. Gli presi la mano e sorrisi "Andrà tutto bene" mimai con le labbra in modo che mia madre, al volante , non sentisse.

Arrivammo davanti ad una specie di cattedrale gotica, tutta cadente a pezzi. Percorsi alcuni corridoi bui entrammo in una sala illuminata solo da candele e con un tavolo al centro circondato da poltrone di marmo, notai che dietro ad una poltrona c'era una semplice sedia di legno e dedussi che Guilty si sarebbe dovuto sedere lì.

"Siete le prime, buongiorno Prima Madre" una signora di colore entrò e ci salutò con un cenno del capo "Ada che piacere vederti" mia madre le andò in contro e si sfiorarono la fronte con le dita a vicenda "Scusi l'insolenza ma non posso dire la stessa cosa" e con il dito indicò Guilty, mia madre tossì e disse "Siamo qua per sistemare la faccenda, non crucciarti" con questo andò a sistemarsi su una poltrona e io la seguii, non guardando Ada, ovvero la Madre del quarto , il clan che si occupava del bestiame e degli animali in generale. Era vestita con una semplice mantella rosso sangue , il colore del loro gruppo, e subito dopo il suo comandante, una donna dagli occhi color ghiaccio e i capelli corvini, entrò seguita da altre otto donne. Mia madre si alzò dal suo posto e fece segno alle altre di accomodarsi, queste si sedettero dopo aver fatto un profondo inchino alla loro Prima Madre. Sentii Guilty trattenere il respiro.

Guilty

Lei era lì davanti a me con la bocca aperta per lo stupore e le lacrime agli occhi, io invece non riuscivo a respirare. La Prima Madre si sedette e le altre la seguirono, vidi Nemesi girarsi verso di me e sfiorarmi la mano "Ok le vedi quelle due donne?" e indicò due bionde alla nostra destra , una un po' più anziana, io annuii "Loro sono quelle del sesto ovvero pesca poi proseguendo alla loro destra ci sono quelle del quinto,armi e meccanica, dove già conosci il Comandante" indicò due donne, riconobbi la comandante tatuata e la Madre aveva occhi verdi felini e lunghi capelli castani,era molto attraente, Nemesi tossì e riprese a parlare "Poi ci sono quelle del terzo dove..." non la lasciai finire e mi girai verso di lei "Quella è mia sorella" Nemesi sembrò sorpresa ma sul suo viso si aprì un sorriso "Stavo dicendo...poi ci sono quelle del secondo che si occupano di fabbricare i vestiti,corde e altre cose " con la testa fece un cenno verso due donne abbastanza giovani, la Comandante aveva lunghi capelli color nocciola e gli occhi grandi dello stesso colore, sembrava innocente ma la sua mano si posò lentamente e con calma al fodero della spada che aveva sul fianco "Infine ci sono quelle del quarto, che hai appena conosciuto".

Female TyrannyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora