capitolo 19

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capitolo 19

Gilda

"Ma Prima Madre! Come può aver mandato via sua figlia,è pur sempre il comandante del primo clan!" alzò la voce la madre del quinto.

Ci siamo riunite mezz'ora fa e con noi c'erano anche le madri e i comandanti del secondo e del quinto, avevano accettato gli inviti per questa riunione urgente dopo che gli uomini hanno attaccati le loro donne. Ipocrite.

"Vi ho già detto che dovevo mettere al sicuro le mie figlie, nel caso io morissi, ora possiamo concentrarci sulle difese che dovremmo alzare?"

"Noi saremo a tua completa disposizione" parlò Pixie con un tono alquanto strano e il suo solito sorriso beffardo sulle labbra.

Mentire su cosa stesse facendo Nemesi in questo momento mi stava bruciando dentro e nel caso la Madre avesse dovuto scoprirlo sarebbero stati grandi guai per me, guai che avrei rischiato di correre per la ragazza dagli occhi verdi. Sperai solo che nessuno le avesse fatto vedere Moony, avrei ucciso quella strega.

Passarono due ore e alla fine, tutte insieme, decisero di aumentare le guardie sia di notte che di giorno e piantare delle mine intorno ai muri.

Ci alzammo ma la messaggera di Lymphata arrivò con il fiatone e parlò:

"Prima Madre, signora ho un messaggio per la guerriera Gilda" a sentire il mio nome le mie orecchie si drizzarono e lo stomaco iniziò ad attorcigliarsi.

"Parla ragazza,cos'è successo?" la incitò Lymphata vedendo che questa si stava prendendo un momento di pausa, probabilmente aveva corso per chilometri.

"La sua famiglia, è stata sterminata"

Nell'aria si sentì  solo il mio urlò.

~~~

Durante il tragitto non parlai, l'idea di aver perso mia madre e le mie sorelle mi aveva bloccato il cervello. Tutto sembrava più grigio e anche se non vedevo tutte quelle donne, otto per la precisione, mi mancavano da morire. Il mio mestiere mi obbligò, anni fa, a dover vivere lontano da loro ma ogni tanto Lymphata mi permetteva di fare visitare.

Misi da parte i ricordi dei sorrisi della mia famiglia che fecero durante l'ultimo Natale e mi concentrai su un unico scopo.

Avrei ucciso Moony.

Arrivammo a casa e senza proferire parola mi diressi subito verso le cantine. Trovai davanti alla porta che desideravo scaraventare via dai cardini Guilty e il servo Nen, quest'ultimo mi si mise davanti ma lo presi per il colletto e lo scaraventai di latò, aprii con un calcio la porta e nel vedere Nemesi ricurva su Moony mi andò il sangue al cervello.

"Nemesi stai lontana da quel mostro!" la presi per i fianchi e saltai addosso alla bionda, inziando a riempirla di pugni.

Nemesi

Ci stavamo ancora guardando negli occhi quando una voce, quella di Gilda, mi urlò di allontanarmi. Le sue mani mi afferrarono e mi buttò a terra.

Sbattei il gomito e per alcuni secondi vidi le stelle, passati questi la mia vista si concetrò sul turbinio di capelli rosa e biondi, schizzi rossi di sangue e l'occhio già viola di Moony. Gilda la stava schiaffeggiando e picchiando il più violentemente possibile e i miei arti rimasero bloccati. Capisco che vedermi così vicino alla ragazza di cui era gelosa potrebbe esser stato devastante ma così tanto da quasi ucciderla?

Ucciderla! Il mio corpo, ripetendo quella parola nella mente si risvegliò e alzandomi in piedi afferrai Gilda per il polso che stava abbassando sul viso di Moony.

"Gilda fermati! Calmati!" cercai di bloccarle anche l'altro polso ma una figura lo fece per me, Guilty. Mi guardò preoccupato e cercammo di allontanare Gilda dalla ragazza che ormai aveva perso i sensi. La mia guerriera scalciava e urlava, imprecando.

"Io ti ammazzo! io ti ammazzo puttana!" urlò altri vari appellattivi e le intrappolai il viso tra le mani mentre Guilty le teneva le braccia bloccate.

"Gilda ascoltami!" la ragazza neanche sembrò notarmi e la guardai negli occhi, ormai completamente rossi dalla rabbia "Gilda!" urlai più forte e questa piantò il suo sguardo nel mio. Le tremò il labbro e scoppio a piangere, guardai Guilty e gli ordinai di portarla in camera mia.

Una volta allontanata la ragazza in lacrime mi avvicinai a Moony e con un lamento la misi seduta dato che Gilda nell'avventarsi su di lei aveva fatto cadere la sedia su cui Moony era legata. Le spostai i capelli da davanti gli occhi e indugiai con le dita sulla sua mascella, lei si spostò di colpa e la mia mano ritornò difianco alla coscia. Moony aveva fatto sicuramente qualcosa a Gilda e un impeto di rabbia, che acciecò l'apparente amore verso di lei, mi portò a schiaffeggiarla forte sul viso. Questa si morse il labbro e rimase in silenzio mentre lasciai la stanza.

Raggiunsi la mia in cui ci trovai Gilda, rannicchiata in una angolo, e Guilty seduto sul letto che la guardava con pena. Andai da lui e con un tocco sulla spalla si girò, mi guardò,annuì e se ne andò.

Mi sedetti davanti a Gilda e aprendo le gambe l'accolsi in un abbraccio che lei accettò volentieri. Pesanti singhiozzi percorrevano il suo corpo e parlò alzando il viso verso il mio.

"Ha ucciso la mia famiglia Nem...L'ha fottutamente uccisa" alla notizia che la famiglia di un pezzo del mio cuore fu distrutta mi fece venire la nausea. Ricordi di quando ,quelle otto donne e bambine meravigliose dai capelli di ogni colore possibile, venivano a trovarci mi vennero in mente e non potei non piangere anche io.

"Mi dispiace tanto piccola mia, tantissimo" affondò il viso nel mio collo e le accarezzai la schiena sussurrandole parole di conforto. Una folata di vento mi fece accorgere che erano le due passate di notte, così alzai Gilda e la posai tra le coperte del mio letto, dormiva e aveva le labbra socchiuse e le guance erano rigate dalle lacrime che fino a pochi attimi prima aveva lasciato libere.

Scesi giù in salone e trovai mia madre a sorseggiare una specie di tisana seduta sul divano. Le altre ragazze della squadriglia dormivano abbracciate tra di loro e con le mani sopra ai loro fucili, in caso di emergenza, mentre Guilty aveva trovato posto sul pavimento tra le gambe grassotte di DoubleC. Mia madre alzò gli occhi e mi fulminò con lo sguardo, posò la tazza e si alzò venendomi incontro.

Un dolore acuto mi perforò la guancia e un sonoro "ciaff" risunuò nell'aria, mia madre abbassò la mano e parlò con tono freddo

"Razza di idiota, dove sono le tue sorelle?!" mi urlò in faccia e io abbassai lo sguardo

"Al sicuro, le ho lasciate da Luke... mamma non potevo lasciarti qua da sola e io..." non feci in tempo a finire di parlare che le sue braccia mi avvolsero e un forte odore di vaniglia misto a sudore mi entrò nelle narici.

"Io ero così in ansia, siamo arrivate qua e vedendo solo Guilty ho pensato che tu e le tue sorelle non ce l'aveste fatta, sono quasi morta di paura" una risatina mista ai singhiozzi le uscì dalle labbra e io la strinsi a me.

"Scusa mamma..." le annuì e mi lasciò andare tirando su con il naso "Tranquilla, l'importante è che siano al sicuro e che tu sia viva" mi baciò una guancia "Luke è l'emarginato che hai conosciuto quando scappasti di casa?" io annuii e lei mi lasciò andare "Bene,sarai stanca, vai a dormire e portati su il ragazzo" mi sorrise e spegnendo le luci salì in camera sua. Dopo varie proteste da parte del riccio per via del sonno riuscii a portarlo in camera sua, gli tolsi gli scarponi e mi rannicchiai contro il suo petto e con il suo fiato caldo sul viso e un braccio intorno ai fianchi mi addormentai.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 14, 2017 ⏰

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