Prologo

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"Hillary! Hillary! Hillary!"

Il popolo americano stava urlando il mio nome,chi arrabbiato, chi invece felice.

Essendo la prima donna a capo di questo paese vastissimo le aspettative del popolo erano alte, non avrei mai permesso a me stessa di fallire.

Compiti di un certo livello mi aspettavano, abbassare il costo per gli aiuti sanitari,aiutare le scuole,diminuire il crimine nelle varie cittadine...

-Miss siamo pronti per partire-Il mio autista richiamò la mia attenzione.

-Certo Gerard, ma attento a non andare troppo forte, devo avere il tempo di salutare tutti-.

Gli feci un cenno di assenso e lui mise in moto l'auto presidenziale che mi avrebbe fatto fare il solito giro tradizionale.
Entrammo da un arco in uno spiazzo grande quanto uno stadio da football e il boato aumentó mentre iniziai ad agitare la mano e a sorridere.

Vedevo anziani,bambini in braccio ai propri genitori e giovani lavoratori.

Vedevo il loro sorriso e la loro speranza negli occhi,la speranza per una paese migliore.

L'ansia era venuta a galla qualche anno prima quando inziai a combattere per questo gradino sociale, quindi quando mi fece mancare il fiato non ci badai.

Voi vi stareste chiedendo perché alla prima donna a capo di un paese così grande dovesse venire l'ansia.

Vi avrei risposto se uno sparo non fosse arrivato alle mie orecchie e una pallottola al mio petto.

Sentii molto caldo all'altezza del cuore e la vista mi si appannò.
Intravidi Gerard continuare a guidare per mettermi in salvo e ricobbi i lineamenti sfocati della mia assistente,Lindsey.

Proprio mentre sentii il pianto di Lindsey e le sue lacrime sul mio viso caddi in un buio profondo e lì capii che non mi sarei mai più svegliata.

Avevo fallito.

Eccoci qua
Ok è corto, troppo per i miei standard ma è pure sempre un prologo e non voglio svelare molto.spero vi piaccia perché ci tengo tanto a questa (non come la precedente).

-Wayomi

Female TyrannyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora