Capitolo 8

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Color

Ripetei la parola nella mia mente e mi voltai verso Guilty, pericolosamente vicino a me.

"Guilty hai presente che ti ho appena detto che aumenterò le guardie?" lui annuì "Ecco ritiro l'idea, credo sia una frase da comporre" lui sembrò confuso e io presi a camminare per la stanza.

"Credo siano parole che andranno a formare una frase, una qualche specie di messaggio senza mittente e a questa persona dobbiamo lasciar tempo per farceli consegnare tutti,anche se non sappiamo chi sia"

"E se fossero parole totalemente a caso?"

"No, ho una strana sensazione"

"Che intendi?" si sedette sul bordo del letto

"Ecco...la mia ex ragazza aveva l'abitudine di lasciare bigliettini in giro con parole appuntate sopra o disegni ma non potrebbe essere lei dato che è dall'altra parte del muro ed è praticamente impossibile passarci".

"Capisco, magari li fa mandare da qualcun'altro,tipo un amico" io scossi la testa.

"Anche questo è praticamente impossibile, mia madre ha vietato a tutti di anche solo toccarla e guardarla".

Sbuffai e mi passai le mani tra i capelli, disfacendo le trecce e mi tolsi anche tutti i vestiti per mettermi una tenuta più comoda, dovevo uscire per liberare la mente. Recuperai arco e faretra.

"Vado a farmi un giro, tu puoi visitare il resto della casa, di' a mia madre che non ci sarò a cena" gli sorrisi e lui annuì. Uscii da quella stanza e corsi direttamente al bosco.

Guilty

La ragazza mi aveva lasciato da solo circa venti minuti fa, mi cambiai e iniziai a sbirciare tra le cose di Nemesi. Sapevo che non avrei dovuto farlo ma andiamo, lei era così misteriosa.

In una scatola sotto la scrivania rovinata trovai delle foto, un disegno di una ragazza bionda , il fodero di un coltello (probabilmente Cornetto), un'ametista legata ad una cordicina e il petalo di una rosa bianca chiusa tra quelli che sembravano due vetri. Li spostai stando attento a non tagliarmi e guardai le foto. In molte c'era una ragazza bionda,la stessa del disegno, e aveva grandi occhi azzurri,un nasino alla francese,labbra sottili e lunghi capelli color paglia. Bella era bella ma aveva qualcosa di oscuro.

In altre foto erano ritratte lei e Nemesi abbracciate o che si scambiavano dolci baci, Nemesi e sua madre, Nemesi e le sue sorelle ma una attirò la mia attenzione. Era una piccola foto dove c'erano una bambina dai grandi occhi verdi e capelli castani sulle spalle di un uomo con altrettanti capelli e molti tatuaggi,sembravano molto felici.

"Sono Nemesi e suo padre,Kaleb" una voce interruppe i miei pensieri e mi fece sobbalzare, mi girai e incontrai gli occhi altrattanto verdi della madre di Nemesi.

"Ci hanno separato le leggi che vigono su questo paese...Credo sia ancora in vita, o almeno spero" si sedette sul letto e il corpetto di cuoio che portava le gonfiò il petto mentre la sua mano metallica, si esatto, strisciava sule coscie.

"Vuoi sapere come l'ho persa?" la alzò e il metallo riflettè la luce.

"No Prima Madre io non intendevo..." mi interruppe scuotendo la mano.

"Puoi chiamarmi Lymphata,che in latino significa ossessa dal demonio" la mia bocca si aprì per lo stupore "Mia madre era una persona piuttosto disturbata e dividere questo mondo le ha fatto perdere un po' di rotelle" scosse ancora una volta la mano e riprese "Ma tornando a questa la persi durante un combattimento. Quando ero giovane ho dovuto combattere per diventare comandante di questo clan, anche se ero sua figlia dovetti farlo per forza, l'ho detto che era fuori di testa. Comunque vinsi la sfida contro l'altra ragazza ma questa mi tranciò a metà la mano con un'ascia" e fece muovere le due dita rimanenti, il pollice e l'indice "Il quinto clan mi ha fabbricato questo speciale guanto che si lega al corpo con dei lacci di cuoio". Fece un momento di pausa e io posai le fotografie.

Female TyrannyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora