Capitolo 5

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''Allora..." mia madre posò la forchetta e incrociando le braccia ci guardò "Dove dorme il tuo schiavo?".

"Madre non chiamarlo così " mi girai e feci un sorrisino di conforto a Guilty "In queste due notti ha dormito con me, non sono riuscita a cercargli una stanza che non cada a pezzi". Sentii le risate delle ragazze e le mie guance avvamparono.

"Stamattina potrai cercarla benissimo" mi lanciò un'ultima occhiata e riprese a mangiare "Non voglio altri bambini a cui badare,voi dieci mi bastate già " le gemelle scoppiarono a ridere mentre tutte le ragazze, compresa me, abbassarono il viso.

"Sai che io mamma...." lasciai in sospeso la frase, troppo imbarazzata da quella situazione.

"Certo che lo so ma non si sa mai..." mi guardò da sopra gli occhiali che portava per leggere e sorrise. Io e Guilty finimmo di mangiare in fretta e ci alzammo salutando tutte. Andammo di sopra e ci fermammo davanti al corridoio che portava alla mia stanza e ad altre...venti? Non le avevo mai contate ma di sicuro non avevano piu' segreti per me.

"Ok io le ho visitate tutte queste stanze ma sono anni che non ci entro quindi..." lo guardai e lui annuì , fece presa sulla maniglia della prima porta e l'aprì. Dentro trovammo un letto sgualcito, una sedia senza una gamba e delle tende strappate che nascondevano un balcone, per il resto era a posto se non si contava la carta da parati e un angolo di soffitto ammuffito. Guilty richiamò la mia attenzione e mi fece notare un biglietto sopra alla sedia, mi avvicinai e lo presi "Potrebbe essere impregnato di veleno,stammi lontano Guilty" lui mi guardò di traverso e replicò "E tu? potresti morire ugualmente ,lascia perdere Nemesi" ma non lo ascoltai e lo aprii. Dentro c'era scritta una semplice parola in un corsivo elegante: Miele.

Cosa volesse significare?Non lo so ma per sicurezza, e per curiosità, lo ripiegai e lo infilai nella tasca dei jeans.

"Visto? non era avvelenato, e anche se lo fosse stato non avrei sofferto"

"Perchè? e cosa c'era scritto?" uscimmo dalla stanza e ci incamminammo giù.

"Sono stata allenata, c'era scritto Miele e ti piace la tua nuova camera?" Guilty annuì ma non fece più domande...per circa due minuti.

"Allora...dove mi porti?" salì sul pick up e mi guardò

"E' una sorpresa riccio!" lui rise e mormorò un "va bene, va bene".

"Ho sentito che parlavi con le tue sorelle di un allenamento, di cosa si tratta?"

"E' un'allenamento che può iniziare intorno ai 10 anni di vita ma si ferma ai 19, ti insegnano a combattere con ogni specie di arma, a guidare ogni specie di veicolo,devi imparare ogni specie di animale e pianta e saper riconoscere e tollerare i veleni, ecco perchè se quel bigliettino fosse stato impregnato di veleno io non avrei sofferto" gli sorrisi e leggendo la sua espressione confusa aggiunsi "Serve per diventare comandante,se c'è già qualcuno in carica entri nella squadriglia".

"Quindi voi vi ammazzate per nove anni di veleni e ferite mortali per niente?!" quasi urlò mentre io mantenni lo sguardo sulla strada.

"Non per niente, ci alleniamo e ci ammazziamo di veleni come dici te, per proteggere quello che rimane di noi donne" feci una pausa e lo guardai, piena di compassione "Con questa vita non ti rimangono che questo scopo e la speranza ,quando fai il mio lavoro tutto ti sembra piu' chiaro. Hai visto come hanno combattuto quelle del quinto, ogni scusa è lecita per soppravvivere ma bisogna capire che il problema più grande non è tra di noi ma fuori dal nostro popolo..." lui poggiò una mano sulla mia gamba e mi irrigidii "Tu non sai quante notizie arrivano a mia madre di uomini che entrando nel nostro territorio di nascosto uccidono donne di ogni età e lei manda me per controllare le scene del delitto. Tutto questo è orribile" sospirai e strinsi il volante.

"Credi che...si insomma,che mia sorella sia diventata Comandante? " io annuii " Credo di si ,dopo la riunione di domani potrei vederla e parlargli di te,che ne dici?"

"Faresti questo per me? Non ti credevo così sdolcinata...con un uomo!"

"Lo faccio solo perchè , forse tua sorella potrebbe mettere una buona parola con la sua Madre,tutto qua" scrollai le spalle imbarazzata mentre sulle sue labbra spuntò un sorrisino.

"P-potrei venire con te domani Nemesi?" i suoi occhi si fecero lucidi.

"Credo di si, tutte le Madri ti vorranno vedere...ne parlerò con la mia" annuii e lui sorrise "Ma non ti illudere, tua sorella potrebbe far parte della squadriglia del terzo e loro non sono ammesse alle riunioni " lui scrollò le spalle "Non mi importa, troveremo un modo" poi aggiunse "Come...come fai ad essere sicura che faccia parte del terzo?"

"Il periodo in cui l'hanno portata via coincide con la morte del comandante del terzo, tua sorella sarà stata l'unica bambina abbastanza grande e resistenze all'Orfanotrofio, e poi la descrizione della donna che mi hai riferito coincide con quella della Madre del terzo".

L'Orfanotrofio era una grande costruzione,e quando dico grande intendo veramente grande, che raggruppa tutti i bambini maschi e femmine senza genitori, all'età giusta vengono spartiti ai vari popoli. Il popolo maschile ad inizio anno ci lascia degli uomini cossichè si possano riprodurre, poi ritornano al loro popolo. Se nasci maschio vieni mandato via dalle donne, se invece nasci femmina rimani qua. Praticamente intere famiglie, anche senza legame affettivo , sono divise da un muro.

"All'Orfanotrofio non era così male, una volta al giorno mia sorella e una signora di nome Miranda mi venivano a trovare,rimanevano due ore e poi le scortavano fuori dall'area maschile, il giorno prima che la portassero via ci hanno fatto stare insieme tutto il tempo e io non capivo perchè, pensavo fosse cambiata qualche legge ma invece..." distolse lo sguardo e si perse nel paesaggio, io lasciai che una mano si intrecciasse alla sua.

"Fin da piccola faccio una visita con mia madre all'Orfanotrofio,conosco Miranda e sette anni fa abbiamo preso le gemelle" lui sorrise "Strano,le avete scelte bene dato che sembrano veramente tue parenti!" ci guardammo emozionati per una quakche ragione a noi sconosciuta.

"So che non dovrei dirlo ma...sei diverso, sembri diverso, per questo ho scelto di liberarti. Mi sento legata a te in un modo inspiegabile e so che non dovrei dire nemmeno questo ma mi ricordi qualcuno che ha popolato i miei sogni per 13 anni."

Lui aprì gli occhi di scatto " Davvero? Chi?" io scrollai la testa "Non ricordo, e' un pò che non faccio sogni belli" gli sorrisi e tornando a guardare la strada notai un fitto bosco " Siamo arrivati" fermai la macchina e scendemmo, presi una sacca di cuoio e sistemai Cornetto nella mia cinta "Seguimi" e mi inoltrai nel bosco con Guilty al seguito.

Salve

Allora eccoci qua al quinto capitolo, un po' più corto rispetto agli altri (saranno un po' lunghi e un po' corti,che cosa brutta da dire).
Fatemi sapere se vi piace e mettete le stelline!! ☆☆

Baci -Wayomi

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