Inconscio

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Dopo mezz'ora sentii aprire la porta.Stavolta sapevo e speravo fosse lui,il mio tesoro.Avevo bisogno di vederlo e di sentirlo.Venne in ufficio,come sempre mi prese con impeto,si sedette sulla sedia e io andai sopra di lui.Notai la collana con la chiave è gli chiesi cosa aprisse.Mi toccò la bocca con l'indice invitandomi a tacere e continuò a fare sesso aumentando l'impeto.Quando ci salutammo,mi diede un lungo bacio ma mi rimprovero':non riusciva a capire perché non parlavo agli altri della nostra relazione.Gli risposi che anche per me era sempre più difficile trattenermi,ma per il momento preferivo aspettare.Se ne andò risentito e questo non mi fece riposare bene,inoltre,come tutte le volte che mi veniva a trovare ,mi sentivo più debole e stanca.Provai a coricarmi.Salii sul camper e vidi Nik a sedere che stava bevendo un caffè.Guardai dalla finestra per scoprire se poteva aver visto qualcosa,non mi sembrava e lui non accenno' niente.Mi chiese di sedermi e mi disse:"Amber ,io ti amo!"_Lo guardai e gli dissi :"Come scusa?"_Lui mi aggredi':"Non far finta di non saperlo!,non ce la faccio più,ho bisogno di te!"_Provò a baciarmi,io mi allontanai di scatto e gridai se per lui amare vuol dire dimostrarlo andando a letto con altre.Aggiunsi che mi dove va lasciare in pace,non mi doveva ne toccare ne guardare.Lo saluta I dicendo che quello che provava per me era un problema suo.Mi spogliai completamente e andai a dormire.Mi svegliai alle 14.00 ,disturbata da un tuono particolarmente rumoroso e capii di averlo solo sognato,Nik era nel mio inconscio.Guardai dalla finestra ,i fulmini mi abbagliarono ,i tuoni mi assordarono,la pioggia e i suoi mille rumori,mi provocavano una sensazione di angoscia.Da quando aprimmo,non fece altro che piovere.Tutti dormivano,io decisi di andare al locale ad aspettare il fornitore.Nell attesa,mi accesi una sigaretta,mi presi una birra e in lontananza vidi il mio uomo che si stava avvicinando.Gli corsi incontro ma mi respinse,mi attaccò e discutemmo animosamente.Lui insistette per convincermi a raccontare tutto ai miei amici,io risposi che era presto è che il suo modo di fare mi stava stancando.Lui sembrava non ascoltarmi,continuava a dire che dovevamo scappare insieme,che eravamo una cosa sola e che non pitevamo più stare lontano.In quell occasione,ebbi la conferma che da troppa pressione non so respirare,mi assale una fobia simile alla claustrofobia.Per fortuna a raffreddare gli animi arrivò il fornitore.

PURA FoLLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora