Clown.

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Un paio d'ore dopo si era già fatta sera,e volendo fare qualcosa di diverso prendemmo la metro,dopo aver comprato una guida turistica abbastanza chiara per non perdersi in tutta quella rete di strade.Dopo infinite scale mobili,senza contare una caduta di Chiara che ne ha sempre avuto paura con un cerchio di persone incuriosite che le si era creato attorno,arrivammo finalmente davanti ai binari e ci sedemmo in una di quelle piccole panchine messe lì davanti per far sedere le persone anziane.

Ovviamente non c'entravamo tutte,ma io arrivai per ultima e così andai ad appoggiarmi con le spalle al muro ad una colonna di cemento lì vicino,messaggiando con mia madre a cui dovevo mancare parecchio.

All'improvviso sentii qualcuno bloccarmi,non sapevo chi fosse ma doveva essere molto forte,dato che per quanto mi muovessi non riuscivo a trattenere il mio povero cellulare che quella specie di ladro stava quasi disperatamente cercando di togliermi dalle mani,neanche fosse stato un portafoglio.

«Ma cosa...Ehi!Smettila!Aiuto!»Urlai a squarciagola per farmi sentire,la mia stretta di mano diminuiva e quel telefono nuovo che avevo pagato con tutta la mia paghetta di mesi interi sarebbe stato presto di quel "qualcuno" e non poteva,c'era la mia vita lì dentro e poi addio privacy.

Guardai quasi disgustata quel signore,avrà avuto si e no 45 anni,era un barbone e si poteva dedurre dal suo abbigliamento.

Mi faceva quasi pena poverino,forse avrebbe dovuto raccogliere soldi e non rubare telefonini alla gente.Riuscì a prendere il cellulare,ma nell'atto di scappare perse l'equilibrio e si avvicinò molto pericolosamente ai binari,scavati nel terreno ma non protetti da nessuna balaustra che non doveva impedire il passaggio dei pedoni per entrare nel treno.

Alcuni cominciarono ad urlare,altri a dire:«Qualcuno fermi quell'uomo!» ma solo un ragazzo coraggioso fece un balzo scattante per avventarsi contro quel signore per evitare che venisso schiacciato dal treno in avvicinamento.

Non avrei mai voluto assistere ad una morte così cruenta e soprattutto per causa mia,cosi mi avvicinai velocemente al ragazzo per aiutarlo e presi per un braccio,anzi per la manica ormai bucata, quel signore che intanto aveva perso i sensi.

«Forza forza forza!» urlai al ragazzo per incoraggiarlo mentre salvava per un pelo la sua caduta,e un attimo dopo eravamo io,lui e quel signore,tutti e tre stramazzati a terra.

Una signora fece un applauso,forse per congratularsi con noi per il gesto appena fatto.Molta gente fece lo stesso e in un attimo ci trovammo circondati di gente che probabilmente non si era accorta del perchè fosse successo tutto quello.

"Forse credono che si volesse suicidare" pensai,rivolgendo uno sguardo all'uomo e poi al ragazzo,sorridendo.Quest'ultimo era alto,muscoloso,aveva i capelli biondi ed una cresta impeccabile,aveva con sè una valigetta marrone che doveva contenere libri,forse stava andando al lavoro,ed era sicuramente molto coraggioso.Mi guardai la mano arrossata,ma subito ripensai al motivo principale per cui tutto era iniziato:IL MIO CELLULARE.

Mi prese un colpo solo ipotizzando che fosse finito tra i binari mentre salvavamo quell'uomo,così mi precipitai affannata a guardare ma per fortuna non era lì e potevo ancora non dirgli addio.Lo vidi nella sua tasca e lo sfilai velocemente,per poi metterlo in borsa.

Quel ragazzo mi aiutò ad alzarmi.

«Grazie mille,signor...»

«John.Oh non ringraziarmi,non è la prima volta che salvo la vita a qualcuno e vedendo che quell'uomo si dirigeva verso i binari ho pensato volesse uccidersi,ma gliel'ho impedito» mi disse lui mentre recuperava la valigetta che aveva buttato per terra poco prima

«No,non voleva uccidersi.Ma tanto si è tutto risolto no?» esclamai sorridendo.

«Come non voleva uccidersi?Quindi mi sta dicendo che è stata lei a spingerlo?» chiese sospettoso,facendomi quasi sentire in colpa

Mi manchi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora