Amanda è nuova nella piccola cittadina di Morbegno. Non sa bene cosa aspettarsi da quel liceo che sta per frequentare né da quei ragazzi che le sembrano così diversi. Sua madre l'ha costretta a trasferirsi lì, convinta che avrebbe fatto bene a entra...
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Quando spalanco la porta di casa, trovo Mirko seduto amabilmente in salotto. Sta bevendo del succo di frutta e chiacchiera con mia madre. Lei mi fa un sorriso a trentadue denti.
«Ehi», dico, sorpresa.
«Amanda, ma questo tuo compagno di scuola è troppo simpatico! Ci ha invitate a cena dai suoi stasera. Che ne dici?»
Incenerisco Mirko con lo sguardo. Come si è permesso di intrufolarsi in questo modo in casa mia senza neanche avvertirmi?
«Scusa», mi precede lui «ho provato a chiamarti al cellulare ma non rispondevi e così...»
«Amanda, togliti quelle scarpe di fuori e cambiati i calzini, per favore. Ancora non hai imparato a tenere l'ombrello come si deve?»
No. Ho il brutto vizio di appoggiarmi l'asta dell'ombrello sulla spalla e dimenticarmi della pioggia. Sbuffo e vado a sedermi accanto a Mirko, mentre mia madre si dilegua in cucina.
«Cosa diavolo ci fai qui?», bisbiglio.
«Ti avrò mandato centomila messaggi! Perché sei sparita?»
«Avevo bisogno di stare un po' da sola. Cos'è questa storia della cena dai tuoi?»
«Sono giorni che gli parlo della nuova compagna e amica. Vorrebbero conoscerti. Mi hanno chiesto di farvi venire a cena. Ci sarà anche mio fratello e... Insomma, mi sembrava una cosa carina»
Abbassa lo sguardo. Non voglio deluderlo, in fondo lui è la prima persona che ha dato un senso alla mia noiosissima vita qui.
«Verremo», esclamo «verremo e ti ringrazio molto»
Mi guardo intorno. La nostra casa è piccolissima e pure un po' in disordine. Ci sono fogli di giornale con annunci sottolineati e mia mamma ficca i suoi dannati post-it ovunque. Mi sento a disagio, Mirko mi sorride e dice: «Simpatica tua mamma. Sono sicuro che vi troverete bene, stasera»
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Io e mia madre camminiamo a braccetto, seguendo le indicazioni del navigatore. Per arrivare alla casa di Mirko bisogna attraversare il fiume e camminare per un po' sulla statale. Mia madre non ha la macchina, quindi ce la dobbiamo fare tutta a piedi. Arriviamo di fronte a una casetta bianca, con un giardino all'inglese e un barboncino che ci accoglie scodinzolando.