E' domenica mattina, ma ho il brutto vizio di aprire la cassetta della posta ogni volta che rientro in casa.
Stranamente, c'è un biglietto.
Sopra c'è scritto: Per Amanda. Ti prego leggilo. E' l'ultima volta che ti scrivo.
Mi guardo intorno: la via è deserta. Dormono ancora tutti.
La curiosità è troppa. Apro la lettera.
Cara Amanda,so di averti tormentato abbastanza e per questo ti chiedo scusa. Forse il mio approccio nei tuoi confronti non è stato dei migliori e anche per questo temo di essere in debito con te. Ho deciso di uscire dalla tua vita, anche se questo mi fa soffrire. L'altro giorno ero io, a farti ballare. Sei una ballerina straordinaria. Ho sentito quel tocco che mi mancava e che probabilmente cercherò in ogni donna, per tutta la vita. Ti devo dire una cosa importante, ma vorrei farlo guardandoti negli occhi. Segnati questa via: Fratelli Colla 16. Suona al terzo campanello, l'unico senza nome. Aspetterò tutto il giorno, poi domani me ne andrò. Sappi che tutto quello che è stato fatto per te, è stato fatto a fin di bene. Spero di vederti, per guardarti negli occhi e spiegarti ogni cosa.
Chiudo il biglietto e mi accorgo che il cuore mi sta esplodendo nel petto. Se rientro in casa, non scoprirò mai chi è questa persona, perché mia madre si accorgerà di quanto sono sconvolta. Ma sento che devo incontrarlo. Sento che può chiarirmi le idee, se non su Andres forse su qualcos'altro. In qualche modo questa persona mi è stata vicina. Non posso lasciarla andare senza sapere chi sia. Me ne pentirei. Ma non posso andarci da sola.
Chiamo Andres, ma risponde la segreteria.
Mi siedo e aspetto che riaccenda il telefono. Mi rendo conto di essere troppo agitata per rimanere ferma e soprattutto rischio solo che mia mamma mi scopra.
Decido di lasciargli un messaggio in segreteria.
«Ciao Andres. Quando sentirai questo messaggio corri all'indirizzo che ti mando via Whatsapp. E' importante. Io sarò lì ad aspettarti. Ti amo»
Le dita mi tremano.
Attivo il navigatore sul telefono e lascio che conduca i miei passi fino al civico numero sedici.
E' una palazzina piuttosto anonima, le sono passata davanti centinaia di volte. E lui era lì. A pochi metri da casa mia. Rabbrividisco.
Controllo un'altra volta il telefono.
Andres non l'ha ancora acceso.
Non voglio chiamare nessun'altro. Non sopporterei che venisse Mirko, al posto suo. E' una cosa mia e devo cavarmela da sola.
Suono il campanello e ho voglia di scappare. Ma qualcosa mi tiene incollata al pavimento.
«Sì?»
E' una voce calda e pacata. Incoraggiante.
«Sono Amanda»
«Terzo piano, prendi l'ascensore»
Sospiro. Apro il portone e chiamo l'ascensore.
«Andres, ti prego, rispondi», mormoro e mentre schiaccio il pulsante del terzo piano, mando un messaggio anche a Maya.
Di' ad Andres di guardare il telefono, amica mia. E' importante.
Quando l'ascensore raggiunge il terzo piano, sto tremando come una foglia.
Forse ho fatto l'ennesima cavolata della mia vita.
Dovevo attendere.
Lui mi sta aspettando sulla soglia.
Non c'è più tempo per i ripensamenti.
Afferro la sua mano e lascio che mi trascini dentro il suo appartamento
.
A volte l'ignoto va affrontato...
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Tutte Le Strade Portano A Te
ChickLitAmanda è nuova nella piccola cittadina di Morbegno. Non sa bene cosa aspettarsi da quel liceo che sta per frequentare né da quei ragazzi che le sembrano così diversi. Sua madre l'ha costretta a trasferirsi lì, convinta che avrebbe fatto bene a entra...