Capitolo 1

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– Insomma, Lani! Svegliati! – la esortò la madre precipitandosi in camera sua e spalancando la finestra.

La luce si riversò nella stanza con tutta la potenza del sole in estate e una leggera brezza portò con sé il profumo del mare e il rumore delle onde che si infrangevano sulla spiaggia.

– Ma sei impazzita? Così mi accechi! – mugugnò insonnolita la ragazza.

– Non ti ricordi che giorno è oggi?

– Domenica! Lasciami dormire per favore... – borbottò avvolgendosi nel lenzuolo e nascondendo la testa sotto il cuscino.

– Okay! Dormi pure! Ma non lamentarti se poi tuo padre ti lascia qui! – ribatté la donna a braccia conserte e appoggiata alla porta.

– Oh cielo! Me ne ero dimenticata! Mamma, perché non me l'hai detto? – domandò Lani fiondandosi giù dal letto.

La ragazza, infatti, avrebbe lasciato Honolulu per andare a passare un po' di tempo da alcuni vecchi zii di suo padre, a New York, città che aveva sempre desiderato di visitare, ma senza trovare il momento giusto. Suo padre era disposto ad accompagnarla ma la giovane se n'era completamente dimenticata. Diede un'occhiata veloce alla sveglia sul comodino: era già molto in ritardo e lei detestava fare tardi. Si vestì in fretta mentre finiva di lavarsi i denti e per evitare di perdere tempo pettinandosi decise di legarsi i capelli mentre scendeva le scale correndo.

Dieci secondi dopo era pronta per uscire di casa, salutò la madre e salì in macchina con il padre.

Scott avrebbe desiderato tantissimo andare con la figlia a New York, la sua città natale, ma il suo lavoro non glielo permetteva quindi si sarebbe limitato ad accompagnarla all'aeroporto. Ormai non tornava più in quella città da più di diciotto anni, ancor prima della nascita di Lani. Visto che a New York non riusciva a trovare lavoro, aveva deciso di traferirsi per un po' alle Hawaii, poi aveva conosciuto Kalea, la madre di Lani, e non se ne era più andato. Lani non somigliava molto a suo padre fisicamente, a parte per i capelli, che erano lisci e color nocciola, diversi da quelli della madre che erano più scuri. I suoi occhi erano identici a quelli di Kalea: due grandissimi occhi neri come la pece, sempre sorridenti e dolci. Il carattere della ragazza invece era molto simile a quello di Scott: entrambi sapevano essere gentilissimi, ma se perdevano la pazienza erano guai seri per quelli che avevano intorno e per questo motivo, e anche per la loro testardaggine, molto spesso Kalea si ritrovava inesorabilmente in mezzo ai loro battibecchi, di cui il più delle volte nemmeno loro sapevano cosa li aveva scatenati. Dal padre aveva anche ereditato la passione per gli animali, tanto che d'estate spesso si alzavano presto per andare ad assistere alla nascita delle tartarughe che dalla spiaggia raggiungevano per la prima volta l'oceano. Una scena sempre emozionante, non importava se avevano già assistito ad essa un milione di volte.

– Mi raccomando, fai la brava con gli zii. – si raccomandò Scott dopo dieci minuti di viaggio.

– Mi dispiace che tu e la mamma non possiate venire con me, so quanto ci tenevi a rivedere la Grande Mela. – mormorò la ragazza sorridendo al commento fatto dal padre.

Sapeva di non essere più una bambina ormai, ma quelle raccomandazioni le mettevano sempre un po' di allegria mista alla nostalgia di quando era piccola, di quando ancora giocava con le bambole e quella semplice frase poteva essere vista quasi come una minaccia: "fai la brava, altrimenti niente cartoni animati!".

Il padre sorrise e le scompigliò i capelli, gesto di cui ormai era abituata, ma che in quel momento non faceva altro che peggiorare la sua acconciatura improvvisata. Per fortuna che non aveva i capelli ricci altrimenti sarebbe stata inguardabile quel giorno.

Behind the Rainbow - Riflessi paralleliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora