Capitolo 5

136 12 20
                                    

In quell'istante si ritrovò in un tunnel di luce che roteava intorno a lei con i colori dell'arcobaleno, mentre la nuvola la spingeva sempre più in basso. In fondo al tunnel c'era una piccola immagine sfocata che pian piano prendeva forma e si ingrandiva, poi il fumo si addensò ancora di più attorno a lei privandole la vista di quell'immagine.

Appena il fumo si dissipò, Lani notò di essere nella stanza ordinata e pulita che aveva visto dietro la ragazza con le trecce.

– Cosa diavolo sta succedendo? – chiese sempre più sbigottita rialzandosi in piedi.

Era come se fosse appena scesa da uno scivolo lunghissimo e la sua caduta era stata attutita da un soffice tappeto con le frange.

– Stai tranquilla, sei al sicuro! – la rassicurò l'altra ragazza.

Era del tutto identica a lei. Sembrava come parlare con se stessa, ma in una versione più raffinata e meno stupita. Lo stesso naso, gli stessi occhi scuri e sorridenti, la stessa piega delle labbra, la stessa carnagione ambrata... come era possibile? Chi era quella ragazza?

– Tranquilla? Come posso stare tranquilla? Ti sembra normale cadere dentro uno specchio?

– Sì. – rispose categorica la ragazza.

"Questa è completamente matta..." pensò Lani stralunata.

– ... A me no, invece! Non è per niente normale! Dove mi trovo? E come faccio a tornare a casa mia?

Lani si stava guardando attorno in cerca di un qualunque passaggio segreto che potesse farla tornare in quella vecchia soffitta polverosa.

Dietro di lei c'era uno specchio dalla cornice dorata dalla forma irregolare. Sul punto più alto della cornice erano raffigurate la testa e le ali di un angelo, mentre il vetro, che rifletteva l'immagine delle due ragazze e della strana stanza in cui si trovavano, aveva una leggera tonalità violetta. Lani sbarrò gli occhi quando il pensiero di essere appena atterrata passando da quello specchio le sfiorò la mente. Che follia assurda! Tutta questa situazione era troppo strana e Lani non sapeva più cosa pensare. Era sicuramente un sogno, anzi un incubo! Uno di quelli più inquietanti che paurosi, quelli da cui ti svegli con il cuore in gola e l'angoscia che ti preme sul petto bloccandoti il respiro.

– Ti prego, calmati! Ti spiegherò tutto se hai pazienza! – riprese la ragazza cercando di infondere sicurezza con la voce.

– Pazienza? Questa è una pazzia! Ma avanti, che aspetti a spiegarmelo?

– Capisco che tu sia leggermente alterata, ma non avevamo altra scelta... era l'unico modo per farti giungere fin qui... comunque io mi chiamo Celine!

– Piacere... io sono...

– Lani, so chi sei! Ti abbiamo cercato per così tanto tempo che non immagini neanche...

– Bene! Sono una ricercata senza neanche saperlo! Cosa vuoi da me? – sbottò immaginandosi la città tappezzata con le sue foto. Ma cosa cavolo voleva quella sua sosia?

Dopo aver camminato avanti e indietro sul tappeto per qualche secondo, come per cercare le parole giuste per un discorso difficile, Celine sospirò e disse:

– Tu sei la Salvatrice!

– Ah, ho capito! Anche tu hai mangiato il pollo avariato di zia Annette! – esclamò Lani sghignazzando.

Che assurdità, salvatrice... quella ragazza stava veramente male.

– Ma che cavolo dici? Non mi credi? – chiese Celine rabbuiandosi.

– No! Cosa dici? Io ti credo! Io credo sempre a tutto! Anche che gli asini volano!

– Cosa ci sarebbe di strano negli asini che volano! Non prendermi in giro! – ribatté lei serissima.

Behind the Rainbow - Riflessi paralleliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora