Capitolo 14

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Nick aveva lasciato la Reggia di Fuoco qualche minuto dopo gli altri ragazzi. Li aveva visti inoltrarsi nella foresta dalla parte opposta alla strada che avrebbe intrapreso lui poco dopo. Un po' gli scocciava dover viaggiare da solo e non con gli altri ma sebbene la sua missione non prevedesse una meta specifica sarebbe stato troppo rischioso restare insieme, soprattutto per le ragazze. Il suo compito consisteva nel trovare informazioni riguardanti i Monotog, quindi non escludeva la possibilità di incontrarli, mentre per gli altri sarebbe stato meglio non vederli nemmeno da lontano, per questo si erano portati dietro l'Agata Protettrice.

Non poteva smettere di pensare al sorriso di Celine quando le aveva parlato della possibile cura. Era un sorriso così luminoso, carico di speranza a gioia. I suoi occhi brillavano come stelle. Doveva mettercela tutta per ottenere dei risultati perché in nessun modo voleva distruggere quella luce, non se lo sarebbe mai perdonato altrimenti. Certo, era un po' come buttarsi allo sbaraglio, non aveva nemmeno delineato i punti più importanti del piano, non sapeva dove andare di preciso e da che parte farsi. Era solo partito il prima possibile, spinto dalla stessa speranza che aveva acceso lo sguardo della ragazza e chissà, forse proprio per quegli stessi occhi neri.

Il sentiero che aveva intrapreso era una stradina brulla e soleggiata che costeggiava per un po' la foresta, poi se ne distaccava per raggiungere la Collina degli Imbrogli. Aveva deciso di iniziare da lì le sue ricerche perché si diceva che ci vivesse un'antica strega con il raro dono della Visione Temporale: era in grado di vedere eventi accaduti nel passato, fatti che stavano avvenendo in quel preciso istante in qualsiasi punto di Specularia e ciò che ancora doveva succedere. Nick sperava di riuscire a trovare indizi rilevanti sull'incantesimo dei Monotog e su come spezzarlo, sempre che quella donna non fosse solo una leggenda, o quantomeno che fosse ancora viva. Qualcuno con un potere così importante e raro non aveva certo vita facile con Astharot sempre alla ricerca di nuovi poteri da acquisire, quindi poteva essere stata trasformata anch'essa in Monotog. A quel punto sarebbe stato difficile farsi raccontare qualcosa da lei. Tuttavia non poteva certo arrendersi subito per delle congetture, doveva tentare e sperare di avere un pochino di fortuna.

Il viaggio verso la Collina degli Imbrogli non sarebbe stato molto lungo, alla velocità con cui procedeva probabilmente in due giorni sarebbe arrivato. Sperava solo di riuscire a trovare riparo per la notte perché dormire all'aperto e in piena vista non era mai una buona idea, soprattutto se si viaggiava da soli come stava facendo lui. Comunque, secondo la mappa di Specularia che aveva trovato in biblioteca, prima della Collina doveva esserci un piccolo villaggio. Non era certo che esistesse ancora perché molti erano stati distrutti o resi deserti dal Nemico Oscuro.

Quando la fame cominciò a farsi sentire Nick decise di accamparsi all'ombra delle immense querce della foresta, su una grande roccia poco distante dal sentiero. Il cambiamento di temperatura era più che evidente: sulla strada il sole picchiava violentemente e faceva quasi venire mal di testa, mentre il caldo quasi toglieva il respiro. Sotto quelle querce, invece, le fronde avevano creato una sorta di cupola protettiva che faceva passare solo qualche raggio, quindi era fresco e la lieve brezza che soffiava portava i dolci profumi della natura.

Si stava gustando il pranzo quando un tremendo grido attirò la sua attenzione disturbando la quiete del bosco. Non ci pensò due volte: scattò in piedi ed estrasse la spada dal fodero pronto per la battaglia. Si diresse cauto verso l'origine di quel grido, ma non riuscì a scorgere nulla di strano. Tutto sembrava normale: le foglie mosse dal vento, le macchie di luce sulle foglie secche stese per terra, il silenzio...

"Che strano, non c'è nemmeno un rumore..." osservò il ragazzo.

Quel silenzio era quasi spettrale, non si sentiva più nemmeno un uccellino cantare e questo non poteva essere un buon segno. Nick si mise ancora di più in guardia, i nervi tesi e le braccia pronte a sferrare un fendente a qualsiasi cosa avesse tentato di attaccarlo. Cercava di guardarsi intorno senza fare rumore, ma inutilmente. Quella situazione era troppo surreale per i suoi gusti e più ci pensava più l'ansia e il nervosismo crescevano. Sapeva che qualcosa si nascondeva da quelle parti, lo percepiva, ma non riusciva a capire dove e perché si era sentito quel forte grido. Forse aveva sbagliato luogo, forse non proveniva da lì, ma se c'era veramente qualcuno in pericolo perché non aveva urlato di nuovo? Si era sentito un solo grido, poi più nulla, nemmeno il frinire di una cicala. Quel bosco era ormai immerso nel silenzio più totale.

Behind the Rainbow - Riflessi paralleliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora