Capitolo 13

40 6 0
                                    

– Dov'è finita Lani? – domandò Nate preoccupato.

Non era possibile! Avevano lasciato il castello neanche da un'ora e aveva già perso l'unica cosa per cui era partito: Lani! Insomma, lui era la sua guardia del corpo, come aveva potuto lasciarla sparire così? Puff!

– È... è stata inghiottita dal terreno... – mormorò Celine preoccupata per l'amica.

– È stata cosa? – chiese Nate non convinto di avere capito bene.

– Che stupido! Vi avrei dovuto avvertire che questo sentiero è pieno di Devoratori Humanorum... come ho fatto a dimenticarmene? – si chiese fra sé e sé Kyle mentre si grattava la testa con un dito.

– Cosa? Come hai fatto a trascurare una cosa del genere? Come facciamo a riprendere Lani? Sei completamente impazzito?! E poi stai lì come se non fosse successo nulla... non so se uscirà da laggiù! – si infuriò Nate cercando di resistere all'istinto di eliminare il cugino (probabilmente i suoi pensieri in quel momento potevano essere paragonati a quelli di un serial killer!).

– Cosa sono i "Devoratori Humanorum"? E cosa vuol dire che non sai se uscirà da laggiù? – domandò Celine in preda al panico.

– Sono dei vermi giganti che strisciano nel sottosuolo di questa zona. Si cibano di uomini e riescono a sentirne l'odore da distanze incredibili. Quando finalmente ne riescono a localizzare uno, lo aspirano sotto terra e poi lo mangiano. – spiegò Kyle, quasi indifferente.

– Dobbiamo fare qualcosa all'istante! Povera Lani... dobbiamo aiutarla! – esclamò Celine entrando in una specie di crisi momentanea.

– E ci dobbiamo spostare da qui...

Nate non riuscì a finire di parlare che vide Celine sprofondare nel suolo. Le allungò un braccio, in modo che lei potesse afferrarlo e la riuscì a prendere per una mano, ma troppo tardi per riuscire a tirarla su, infatti sprofondò insieme alla ragazza sotto terra.

***

Qualcosa di appiccicaticcio e viscido cadde sul viso di Lani facendola riprendere dalla caduta. Tastandosi la testa per la botta, si accorse che la sua faccia era cosparsa da un liquido giallognolo e maleodorante, si guardò attorno per capire da dove provenisse e in quell'istante si accorse di non essere più nel sentiero assieme ai suoi amici. Come aveva fatto ad arrivare in quel posto senza nemmeno accorgersene? Sembrava di essere in una galleria sotto terra, tutt'intorno c'era del terriccio umido e sporco e di fianco a lei c'era una pila di strani bastoncini bianchi. Lani si dovette avvicinare per capire con terrore misto a disgusto che non erano bastoncini, ma ossa, anch'esse ricoperte di quel liquido putrido che si ritrovava addosso e sormontate da quello che era a tutti gli effetti un teschio. Umano. Com'era possibile? Dove diavolo era finita? Uno strano rumore alle sue spalle le fece accapponare la pelle, così si voltò di scatto e davanti a lei vide un enorme serpentone roseo che spalancando le fauci fece intravedere le tre file di denti aguzzi collegate fra loro da bava mista a sangue umano. Non aveva tempo per capire per quale motivo ci fossero delle ossa accanto a lei, non aveva tempo per fare niente se non scappare. Iniziò a correre con tutte le sue forze giù, fin dove la galleria l'avrebbe portata. Il vermaccio alle sue calcagna viaggiava spedito, senza nemmeno lasciarle il tempo di riflettere su cosa fare. L'unico pensiero che in quel momento le viaggiava per la mente era: "Sono morta, sono morta, morta, morta, morta..."

Continuò a correre a più non posso fino a quando il tunnel non cominciò a farsi completamente buio. Non vedeva niente, ma non importava perché non sarebbe stato di certo un po' di buio a fermarla, ma fu qualcos'altro a bloccare la sua fuga. Stava correndo quando si schiantò contro qualcosa.

Behind the Rainbow - Riflessi paralleliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora