Capitolo 16

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Nick si alzò di scatto, correndo alla finestra per capire cosa stava succedendo. La notte era illuminata da lampi di energia e dalla luce di un incendio divampato poco lontano dalla locanda.

– Cosa è stato? – domandò Katrin avvicinandosi al ragazzo.

– Non lo so, ma voglio scoprirlo.

Detto questo prese la spada ed uscì in cerca di informazioni. Katrin lo seguì a ruota, armata solo del pugnale che teneva nella bisaccia.

Nel villaggio regnava il caos. La gente correva in preda al terrore da ogni parte, le case erano in fiamme e le urla risuonavano nella notte. I più deboli rischiavano di venire travolti dalla folla in fuga e molti erano già solo corpi senza vita stesi scompostamente per strada e continuamente calpestati dagli altri. Era uno spettacolo raccapricciante, ma ancora non si riusciva a scorgere la fonte di tale disastro. Nick e Katrin cominciarono a risalire il flusso di gente per trovare l'origine di tutto quel caos camminando rasente ai muri delle case per evitare di venire travolti e trascinati dalla parte opposta. D'un tratto si ritrovarono in uno spiazzo che fino al giorno prima doveva essere stato il punto di ritrovo principale della vita del villaggio, ora invece era ricoperto di macerie e detriti. Era da lì che la gente fuggiva o almeno ci provava: il centro pullulava di Monotog, alcuni armati di fiaccole fumanti per incendiare le case, altri di funi e catene con cui legavano le prede che venivano stanate dalle fiamme.

– Che diavolo stanno facendo? – domandò Katrin affannata per la corsa.

– Fanno prigionieri per portarli da Astharot. Li trasformerà in suoi schiavi. – rispose Nick a denti stretti.

Se lo ricordava fin troppo bene quel modo di fare. Due Monotog li avvistarono e cominciarono a correre nella loro direzione. In poco tempo anche altri si fecero avanti e i due ragazzi si trovarono circondati, schiena contro schiena, pronti a difendersi fino alla fine. Erano dieci contro due, uno scontro decisamente non alla pari considerato che i Monotog non provavano dolore e avevano una resistenza fuori dal normale. Nick sferrava fendenti in ogni direzione ma quegli esseri erano sempre più vicini, quasi soffocanti. Mentre parava dei colpi provenienti dalla sua destra, un Monotog dall'altra parte lo colpì all'altezza del ginocchio con la pesante catena con cui era armato; essa si avvolse attorno alle loro gambe, stringendoli insieme e costringendoli a terra. Era finita, i Monotog, ormai sopra di loro, li avrebbero uccisi, anzi, li avrebbero portati da Astharot che ne avrebbe fatto suoi schiavi.

"Buffo... volevo scoprire il segreto dei Monotog e tra poco lo scoprirò sulla mia pelle..." si disse con amarezza Nick mentre cercava di liberarsi da quella stretta catena.

I mostri cominciarono a trascinarli via, senza neanche perdere tempo a dividerli e a farli rialzare. Nick sentiva Katrin agitarsi nell'intento di allentare la catena che le avvolgeva le gambe quando d'un tratto il Monotog che li teneva in pugno stramazzò a terra, lasciando la presa su di essa. In un istante il ragazzo riuscì a liberarsi completamente e a recuperare la sua spada, nuovamente pronto a difendersi.

Gli abitanti del villaggio avevano creato una resistenza armata per poter liberare i compaesani rapiti e ora si stavano avventando contro i Monotog, sebbene in evidente inferiorità numerica. Era stato proprio l'oste della taverna in cui alloggiavano ad aver tramortito quello che li aveva atterrati.

– Dovevate rimanere nascosti. Non si scherza con loro. – li rimproverò non appena Nick e Katrin lo affiancarono nella battaglia.

– Non ci tiriamo indietro così facilmente. – ribatté Nick stendendo un Monotog in avvicinamento.

– Avevo intuito che fossi una testa calda dalle ferite che avevi quando sei arrivato nella mia locanda, ma vorrei evitare che tu perda la vita quando sei sotto la mia responsabilità.

Behind the Rainbow - Riflessi paralleliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora