4° Capitolo

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Pov Frank:

~ Era il 1516. Una mattina di Agosto io e mia sorella Kristen, come ogni singolo giorno, andavamo nella stalla per mungere le mucche.
Avevamo appena diciannove anni quando accadde quell'evento inconbente.
Mentre io e mia sorella rientravamo, scorgemmo da lontano delle persone che si avvicinavano impetuose alla nostra misera abitazione.
Corremmo dentro e raccontammo tutto ai nostri genitori.

«Frank, Kristen, qualsiasi cosa succeda, dovete stare tranquilli, non vi succederà niente.»

«Va bene madre.» rispondemmo in coro.

Ci spostammo in un'altra stanza e sentimmo i nostri genitori farfugliare qualcosa.
Poggiammo l'orecchio sul muro nella speranza di riuscire ad ascoltare quello che dicessero.

«Emily, dobbiamo farlo. Sai che rischiano.»

«Ma Cristopher, hanno solo diciannove anni.»

«Per l'appunto Emily, vuoi spegnere le loro vite così presto? Noi siamo immortali, loro no.»

«Lo so, hai ragione. Scusami tanto. Dobbiamo farlo, andiamo da loro.»

{Ricordo ancora quelle parole: " Noi siamo immortali, loro no". Quando le sentii ebbi ancor più timore solo al pensiero di cosa stesse succedendo.}

I nostri genitori ci raggiunsero nella nostra stanza.

«Padre, madre, ma cosa sta succedendo?»

«Figlio mio stai tranquillo, tra poco sarà tutto apposto e non dovrete più avere timore.»

«Ma madre, come potremmo stare tranquilli. Cosa sta succedendo?»

«Kristen, tesoro, va tutto bene.»

Vedemmo mio padre e mia madre cambiare aspetto. Delle vene pulsavano dai loro occhi e i loro canini si allungarono. Si morsero il braccio e ci obbligarono a bere il loro sangue.

«Aprite creature di Satana.» urlarono in coro i cittadini inferociti.

Sentivamo sbattere i loro paletti di legno sulla porta con ferocia e le loro urla si facevano sempre più assordanti.
Mia madre ci stringeva forte a se mentre mio padre corse di sotto per prendere qualche arma per proteggerci.
Ad un certo punto sentimmo la porta cedere e mio padre urlare per cacciarli via.

«Eccone uno, ficcategli un paletto dritto nel cuore.»

Sentimmo l'ultimo suo urlo e poi solo le voci rabbiose di quei cittadini che parevan bestie feroci.
Salirono le scale e aprirono tutte le porte, una ad una. Arrivarono alla nostra che era chiusa a chiave.
Provarono ad aprirla, ma qualsiasi tentativo fu invano. Mia madre bloccava la porta e ancor oggi non riesco a capacitarmi con quale forza sia riuscita a trattenerli.
Ad un certo punto iniziarono a bucare la porta con i paletti colpendo più volte mia madre.
Alla fine riuscirono a raggiungere il cuore.

«MADRE» urlammo disperati.

Eravamo increduli, vedemmo mia madre cadere a terra, la sua pelle diventò grigia e delle striature più nere che parevano crepe ricoprirono tutto il suo corpo.
Le lacrime rigavano il mio viso e quello di mia sorella senza sosta, ma ancora più straziante fu lo strappo che sentimmo al cuore.

«Voi chi siete?» chiesero i cittadini furibondi.

«S-siamo i figli delle p-persone che v-v-voi avete u-ucciso.» dicemmo in coro singhizzando dal pianto.

«Voi non siete sicuramente come loro, ma siete pur sempre i loro figli.» disse quel che pareva essere il capo di quella massa di persone. «Sparateli, tutti e due.» ordinò.

Due colpi di fucile e il buio più totale. Non riuscivamo a vedere, non riuscivamo a sentire, non riuscivamo a muovere nemmeno un muscolo. D'un tratto eravamo diventati due corpi senza vita stesi su di un pavimento di quercia.
Passò qualche ora e riprendemmo tutti i sensi, ancor più sviluppati, emozioni incontrollate e una strana fame straziante che bramava solo del sangue. ~

Mi svegliai di colpo e cercai di prendere coscienza di quel sogno.
Scossi nervosamente mia sorella per svegliarla. Non ebbi il tempo di spiegarle che si buttò addosso a me e mi prese il collo con l'intento di staccarmelo.

«Dammi una sola buona ragione per cui io ora non debba ucciderti!»

«Ho fatto un sogno Kristen»

«E PER UN CAZZO DI SOGNO MI HAI SVEGLIATA?»

«Era un sogno sui nostri genitori.»

«Ah...»

«Puoi togliere la mano, non è divertente parlare con la voce strozzata sai?»

«Si, scusami.»

Finalmente staccò la mano dal mio collo e si tranquillizzò.

«Che hai sognato?»

«Il giorno della loro morte e.... della nostra trasformazione.»

«Tutto ciò che è successo?»

«Per filo e per segno fino a quando non ci siamo svegliati. Mi è parso di rivivere le stesse sensazioni di quel momento, di quando abbiamo riaperto gli occhi.»

«Forse dovremmo parlare con Paula di questo.»

«Forse, per il momento non ne voglio parlare Kristen.»

«Come vuoi.»

Entrammo in un momento di riflessione che durò cinque minuti abbondanti e poi successe l'inaspettato. Kristen mi si buttò addosso e iniziò a farmi il solletico dappertutto, sapeva quanto io ne soffrissi e, nonostante tutto, lei continuava a torturarmi cosí.

«Stronza, se ti prendo sono cazzi tuoi.»

«Provaci.»

Scattò con furia e riprendemmo, come ogni giorno, a correre per tutta la casa per darci fastidio.

«Ti ho presa.»

«Lasciami!»

La presi in braccio e la buttai sul divano.

«Ora stai ferma. Guarda che domani è il nostro compleanno Kristen, so quanto tu ami le feste e ti volevo chiedere che cosa avevi in programma per i nostri 500 anni.»

«Non lo so, ci devo ancora pensare. Ma dove trovo 500 candeline?»

«Problemi tuoi, sai che odio le feste.»

«Domani però ci sarai. Cavolo Frank domani facciamo 500 anni. Fammi felice per una volta.»

«Come vuoi. Ma non ti prometto che mi divertirò.»

«Vedremo.»

Book's author:
Salve ragazzi, se il capitolo vi è piaciuto lasciate una stellina. Cinquecento anni sono tanti, come credete che Kristen festeggerà il compleanno suo e di suo fratello? Magari una festa a tema: Vampiro? Lasciate un vostro parere nei commenti. Mary ti passo la palla.

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