Capitolo 38 - prima parte

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Ci siamo divertiti da matti e adesso che sono di nuovo in macchina con lui per andare a casa sua, sento l'ansia che mi divora e per sconfiggerla ripenso al pomeriggio appena trascorso.

Sorrido intenerita appena mi assale l'immagine di me e lui che saliamo sulla ruota panoramica.

È davvero altissima ragazzi - più di 130 metri a quanto pare - e inoltre è situata proprio sulla riva del Tamigi, tra il ponte di Westminster Abbey e l'Hungerford Bridge.. dunque uno spettacolo assicurato!

Abbiamo davvero potuto ammirare tutta Londra da lassù, insieme, abbracciati.

Mi è piaciuto davvero tanto perché per una volta non mi sono sentita così piccola rispetto al resto del mondo.

Per una volta mi sono sentita potente e mi è sembrato di volare, con Damian stretto a me.

Mi giro un momento a guardarlo, giusto per constatare che è davvero reale, che è qui con me. Mio. Tutto mio. E che niente e nessuno potrà portarmelo via.

Sorrido timida, ma dentro di me sono raggiante e mi viene in mente una cosa che mi ha detto mentre eravamo sospesi nell'aria e che mi ha completamente spiazzato.

<< L'amore si è ricordato di te, Angelo. >> ero appoggiata con le spalle al suo petto e guardavo i colori del tramonto, quando mi ha sussurrato queste dolci parole all'orecchio.

L'AMORE SI RICORDA DI TE.

Mi sono sciolta come neve al sole perché è maledettamente vero ciò che ha detto.

Le sue parole mi sono arrivate dritto al cuore, scaldandolo un altro po'. Non bastavano i gesti, i fatti, gli sguardi e i baci, no. Adesso mi smonta anche con le verità sussurrate, le quali hanno un gusto davvero dolce.

Penso e ripenso alla frase che mi ha detto ed ogni secondo che passa la sento sempre più mia, tanto che vorrei scendere dall'auto e tatuarmela sul petto.

Fino ad un paio di mesi fa ero davvero convinta che non sarebbe capitato più, che di amori così non avevo bisogno più.

Ero nel mio spazio, al sicuro, su un pianeta parallelo dove dell'amore non vi era traccia perché, per me, era un qualcosa di macabro, oscuro, tenebroso. Cattivo. Se l'amore significava sempre calci e pugni, non volevo innamorarmi affatto. Mai più.

Ma poi...

Dopo essermene stata rintanata, al sicuro, in quel limbo per due anni, senza lasciare che nessuno si avvicinasse; dopo essere stata nascosta, fredda, ferma, immobile... ecco il brivido. E poi la calma. E poi di nuovo il brivido. Ed ecco finalmente... Damian.

Pensavo di avere tutto ciò che volevo ed effettivamente era così: serenità, protezione, stabilità, alcun tipo di stress e zero emozioni.

Avevo effettivamente quel che volevo, ma non quel che serviva.
Perché si sa che per essere e sentirsi vivi, bisogna amare. Senza freni né inibizioni.
Bisogna donarsi, senza reclami né tremori.
Bisogna concedersi, senza paura né lacrime.

Tutto ciò che mi serviva era quello che sto scoprendo adesso insieme al mio Adone dai capelli color della pece e dagli occhi seri ed intensi.

Per quanto mi sia potuta nascondere bene per tutto questo tempo, l'amore ha continuato a ricordarsi di me. L'amore mi ha trovato.

O meglio...

Damian mi ha trovato. E mi ha preso ed io ho lasciato che mi prendesse perché, evidentemente, nonostante quello che pensavo e di cui ero assolutamente convinta, c'era ancora qualcosa di vivo dentro di me, rimasto acceso come un piccolo focolaio in fondo al mio corpo.

C'era ancora qualcosa di integro, forse con qualche graffio, e che Colton, con gli schiaffi, le urla e i pugni non è mai stato in grado di sconfiggere completamente.

C'è ancora qualcosa e l'amore me l'ha ricordato: il cuore.

Ecco per voi un piccolo assaggio.. Domani sera, molto probabilmente, la seconda parte del capitolo!
Vi abbraccio tutti.❤️

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