Capitolo 18

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Thomas era così in ansia che non si accorse di star tamburellando col dito sul finestrino fin quando una passeggera non lo richiamò; ormai mancavano poche fermate e finalmente avrebbe rivisto Newt. Era preoccupato ma anche curioso di scoprire cosa era successo anni prima e perché Minho non ne aveva voluto parlare. Cosa sta succedendo? pensò. Finalmente arrivò la sua fermata ,scese dal treno e uscì dalla stazione facendo slalom tra le altre persone e iniziò a correre verso casa di Newt.

Le migliori cose si fanno di mattina. Questo diceva sempre la madre di Newt e per una volta lui la stava ascoltando. Era seduto alla sua scrivania e cercava di mettere insieme una lettera per Thomas ma le parole facevano fatica a uscire. Non era facile quello che stava facendo. Non era facile prepararsi a quello che doveva fare ma era la cosa giusta.

-Hey Newt! So che sei in casa, dai affacciati.

-Minho vattene. Quante volte te lo devo ripetere che voglio stare solo?

Ormai andava avanti così da un'oretta. L'asiatico non voleva andarsene e il biondo non voleva vederlo,anzi non voleva vedere nessuno. Newt riprese a scrivere e finalmente trovò le giuste parole per la lettera. La firmò, la chiuse e la lasciò sul suo letto,sperando che Tommy l'avrebbe trovata. E poi si preparò per fare quello che doveva.

-Dove caspio sei?!?- la voce di Minho risultava alterata dall'altro lato del telefono e Thomas non potette far a meno di aumentare il passo.

-Sto arrivando, sono a due isolati di distanza. Ci sono quasi!- rispose il moro attaccando. Correva così velocemente che quasi non poggiava i piedi a terra. Non sapeva cosa stava succedendo eppure il suo cuore ,e le telefonate di Minho, gli dicevano di correre e di arrivare il più in fretta possibile. C'era quasi, iniziava a vedere l'asiatico da lontano,e poi lo raggiunse nel giardino posteriore della casa del suo ragazzo.

-Cosa sta succedendo?- disse prendendo fiato. Ma prima che l'altro potesse rispondere ,la finestra della camera di Newt si aprì.

Newt era salito sul davanzale della sua finestra e l'aveva aperta. Nel momento esatto in cui i suoi occhi incontrarono quelli di Thomas sbiancò.

-Cosa...cosa ci fai qui?- balbettò il biondo.

-Cosa sta succedendo? COSA STA SUCCEDENDO?! - urlò Tommy quasi avendo una crisi di nervi.

-Tommy...mi dispiace ma è la cosa giusta.

-Cosa significa è la cosa giusta ? Newt...- e pronunciando il suo nome una lacrima rigò il viso di Thomas.

Minho guardava la scena paralizzato senza dire una parola .Il biondo prese un bel respiro e si costrinse a dire tutta la verità.

-Tommy sai perché zoppico? Sai perché ho paura degli ospedali? Sai perché preferisco stare solo? Sai cos'è l'incidente di cui a volte parlo? HO PROVATO A UCCIDERMI. Mi sono gettato da questa stessa finestra qualche anno fa. E sai cosa ha voluto il destino? Che sopravvivessi! Il mio zoppicare mi ricorda ogni giorno questo fallimento. Ogni fottuto giorno. Io non c'è la faccio più, mi dispiace. Devo portare a termine questa cosa. Devo farla finita.

- Newt cosa stai dicendo? Non puoi dire davvero questo?- Thomas stava piangendo - e a me non ci pensi? Io ti amo.

-Thomas non ho mai amato nessuno come te. Ti amo così tanto che ho quasi dimenticato cosa volesse dire odiare me stesso. Ma sento che questa è la cosa giusta da fare,l'unica soluzione e tu devi perdonarmi e andare avanti. Fallo per me.

-NO,NO, NO. Non posso accettare tutto questo. Ho promesso di starti vicino,di proteggerti. Questa non è la cosa giusta da fare. QUESTA È SOLO LA COSA PIÙ FACILE. Puoi combattere tutto questo. Possiamo farlo insieme. Troveremo una soluzione a tutto, anche alla tua partenza per l'Islanda. Potresti - Thomas iniziò a singhiozzare- scappare con me. Potresti...farti adottare dai miei genitori,potresti ...- ormai la sua voce era rotta dal pianto - CASPIO MINHO DI' QUALCOSA -urlò tra i singhiozzi. Ma l'asiatico non disse nulla perché stava rivivendo la stessa situazione di anni prima,quando aveva visto,troppo tardi, Newt buttarsi . Era lui che lo aveva soccorso e portato all'ospedale.

-Tutto questo non può accadere. SMETTILA NEWT, SMETTILA.- urlò il moro tra rabbia crescente e singhiozzi.

Newt guardò allora Thomas negli occhi e disse:- Ti amo.

E poi si gettò.

Afire Love ||Newtmas||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora