Prologo

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Perfetta. Ecco cos'era la mia vita prima che mia madre non mi informò della notizia. Il giorno dopo mi sarei trasferita. Una persona qualunque penserebbe che non ci possa essere nulla di male nel trasferirsi. Una persona qualunque tranne una qualunque ragazza nel pieno della sua adolescenza.

Dopo quella notizia proposito di questo, io sono Emma, ho sedici anni e vivo con mia madre. I miei genitori hanno divorziato quando io avevo cinque anni mentre Aaron, mio fratello, dieci. Ho un fidanzato magnifico di nome Trevor e delle splendide amiche, Becca, Clare e Joy. Loro sono tutto per me. Ma quello che mi preoccupa di più è la mia relazione con Trevor. Io non credo nelle relazioni a distanza e nemmeno lui, in più ci si mettono tutte quelle cagnette che gli gironzolano attorno. Lui è il capitano della squadra di football e quindi come se fosse una cosa scontata tutte lo vogliono. In punto a favore, però, ho le mie tre amiche che sono nelle squadra delle cheerleader, quindi riuscirebbero a tenere a guinzaglio quelle troiette.


Un lato positivo in questo trasferimento c'è. Non vedrò più così frequentemente mio padre. Non che adesso lo vedi tanto. Subito dopo il divorzio mio papà si è risposato ed ha avuto un altro figlio. Di me non si interessa e pensa solo alla sua nuova famiglia e al lavoro. L'unica ragione per cui vado a far visita a lui è per il mio fratellastro, Marti. È troppo dolce. Ha solo due anni ma è il bambino più bello che abbia mai visto. Non riuscirò a salutare mio padre e la sua nuova famiglia prima che io parta. Tanto però il prossimo weekend sarò qui per prendere le ultime cose e per salutarlo. Poi passerò la serata a casa di Trevor.


Trevor quel pomeriggio era impegnato con le prove per il campionato, così decisi che sarei andata a fargli una sorpresa quella sera. Oltre a dirgli che me ne stavo andando, avevo intenzione di perdere la verginità con lui. A volte mi chiedeva quando sarei stata pronta ed ora, quel momento, era arrivato. Cominciai a preparare le valige e a fare una selezione su cosa dovevo portare e cosa dovevo buttare. Già, non potevo portare tutto quello che avevo. Mamma diceva che possedevo troppa roba ed era il momento di fare pulizia. Cosi divisi le cose in: COSE CHE DEVO ASSOLUTAMENTE PORTARE, COSE CHE POSSO ANCHE BUTTARE e COSE CHE VORREI PORTARE. L'ultimo punto era quello più difficile. Era quello che se c'era abbastanza posto potevi portare le cose, sennò si buttavano. Non potevano nemmeno restare qui perché questa casa era già stata venduta. Mamma non voleva più ricordi di papà. Anche se non lo ammette, so che questo trasferimento è una scappatoia. Lei soffre vedendo l'ex marito con un'altra. Così quando le hanno offerto il trasferimento ha preso la palla al balzo, senza nemmeno pensarci due volte.


Erano le sei. Perfetto avevo un'ora per prepararmi. Mi fiondai nella doccia. Ultima doccia in questo bagno. Che cosa deprimente. Una volta finita mi asciugai i miei morbidi capelli castano chiari e tornai in camera. Decisi di mettere il completino nero di pizzo che avevo comprato per l'occasione. Sopra misi un vestitino semplice e ai piedi dei sandali azzurri. Presi la mia borsa e ci misi all'interno tutto l'occorrente. Telefono, carica batterie, pigiama, spazzolino e spazzola. Poi tornai in bagno e mi truccai con un filo di eyeliner nero e un rossetto nude. L'unico problema ora era inventarsi una scusa per andare a dormire da Trevor. Mamma sapeva che stavamo insieme e non credo che sarebbe stata d'accordo se avesse saputo che avrei passato la serata con lui. Corsi in cucina pensando a qualsiasi scusa per passare la notte fuori casa. Purtroppo ero una pessima bugiarda e lei mi beccava sempre quando cercavo di mentirle. "Ehi mamma..." dissi non appena entrai in cucina però mi fermai quando la vidi in divisa da hostess. "Ciao Emma, mi hanno appena chiamato e mi hanno avvertito che avrò un turno stanotte. Ci vediamo domani mattina ok?" mi chiese. "Tranquilla mamma, ci vediamo domani." Detto questo le diedi un bacio sulla guancia e lei uscì recandosi al lavoro. Era magnifico che facesse l'hostess così io avevo spesso casa libera. Mentre camminavo per le vie di Los Angeles pensai, visto che avevo casa libera potevo invitare Trevor a casa mia. Per fortuna che non lo chiamai ma che andai direttamente a casa sua perché appena entrai vidi lui sdraiato sul divano con sopra Becca mentre stavano limonando. In più che mi aveva tradito lo aveva fatto con la mia migliore amica. Non potevo crederci, oltre a loro due c'erano Clare e Joy che si davano da fare con altri due della squadra di football. Perfetto, ero stata tradita dal mio ragazzo con la mia migliore amica e in più le altre due sapevano tutto e non gliene fregava niente. Cominciai ad urlare. Solo allora si accorsero della mia presenza. "Sei uno stronzo" cominciai ad urlare e le lacrime scesero da sole. "Io mi fidavo di te, ero venuta qui per stare un po' con te, per fare un grande passo nella nostra relazione. Ma vedo che, il passo, l'hai già fatto tu scopandoti la mia migliore amica." Non riuscivo più a trattenermi, mi aveva spezzato il cuore. Io mi fidavo di lui. Io ne ero innamorata persa. Ma forse era tutta un'allusione. "Lasciami spiegare..." cominciò a dire Trevor ma io lo fermai subito. Non mi interessava più, si era già spiegato abbastanza a gesti. "Lasciami spiegare niente. Perfetto, pensavo fosse difficile lasciarvi qui voi quattro. Pensavo fosse difficile il trasferimento ma mi avete facilitato tutto voi tradendomi" dissi sempre più incazzata. "Ti trasferisci?" mi chiese incredula Joy. "Si!! Ed ora sono più felice visto che voi quattro siete degli stronzi" detto questo corsi via e piansi sempre più forte. Non era vero che ero felice. La mia vita non era perfetta, anzi era tutto l'opposto.

Ragazzo complicato (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora