0.6 Aiden

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Due giorni prima...

Sessanta secondi. Non avevo più tempo. Forse erano rimasti cinquanta secondi. No, probabilmente trenta secondi.

La mia sveglia segnava 05: 59 am per poi passare alle 06:00 am, suonando.

Spensi la sveglia e sospirai, prima di saltare fuori dal letto e dirigermi verso il bagno.

Mi assicurai di non guardarmi allo specchio, mentre mi tolsi il pigiama. Aprii l'acqua della doccia ed entrai.

Questa notte era stata la peggiore della settimana. Mi ero svegliata, sudata, era stata una notte diversa dalle altre. Era sempre lo stesso sogno, ma ogni volta spuntavano sempre dei nuovi dettagli.

Annegavo nella piscina della scuola, come tutti chiacchieravano e si fermavano attorno alla piscina, guardandomi affogare. Ma quando venivo salvata, non riuscivo a vedere il volto. Ma poi il sogno ricadeva nuovamente in quella terribile piscina. E nessuno mi salvava e la gente iniziava a ridere. Mentre io stavo quasi per toccare il fondo. La cosa peggiore, però, era che il sogno finiva così, io che affogavo senza che nessuno mi salvasse. Nessuno lo avrebbe mai fatto.

Uscii dalla doccia, asciugandomi, ancora una volta attenta a non guardarmi.

Indossai il mio accappatoio e tornai nella mia camera, mentre mi asciugavo i capelli con un asciugamano. Quando arrivai in camera, gettai l'asciugamano sul pavimento e mi diressi verso il mio armadio. Non facevo caso al mio abbigliamento, finchè non si trattava di indossare felpe a maniche lunghe che non avessero mostrato le mie braccia. Ero stata fortunata a vivere nella piovosa Harrison, dato che non faceva mai troppo caldo qui.

Non come se qualcuno avesse notato come mi vestissi. Ero invisibile per la gente, finchè non venivo infastidita da qualcuno. Ma non sapevano che il fondo, io lo aveva già toccato da tempo. Non riuscivo più a ri-emergere, e l'unico modo per cercare di uscire da lì era non fare nulla. e rimanere lì.

Afferrai il mio zaino e scesi giù. Mio padre si stava preparando per andare al lavoro e la cucina era in disordine. Mi madre si sarebbe arrabbiata. Non ero pronta a sentire la litigata che mi avrebbe travolta una volta superata quella porta al ritorno da scuola. Ma credo che, i miei genitori avessero un loro equilibrio. Mio padre era il disordinato. Mentre, mia madre era l'artista che cercava sempre la perfezione.

Afferrai un piatto pulito dall'armadietto e aprii il frigo per prendere il cartone del succo, riempiendo mezzo bicchiere.

Gettai via il cartone vuote e scrissi ''succo di frutta'' sulla lista degli articola da comprare appesa sul frigorifero. Bevvi il mio succo e lavai rapidamente il mio bicchiere prima di metterlo sul piatto vuoto.

Guardai l'orologio, erano solamente le sette e trenta. Avevo ancora quaranta minuti prima che la scuola iniziasse. Anche se ci avrei messo un po' ad arrivare. La mia macchina era troppo vecchia e non andava oltre i quaranta chilometri orari. Cercavo di spingere sull'acceleratore per andare oltre, anche se sentivo il motore ruggire, la mia machina aveva dei limiti. Ma dopo tutto mi piaceva. Aveva dei difetti, ma così anch'io. Eravamo perfetti l'un per l'altra e non l'avrei scambiata per nulla al mondo.

Neppure per una stupida Rover nera lucida.

Uscii dalla porta d'ingresso e la chiusi, facendo scattare la chiave due volte. Avrebbe piovuto oggi e settimana scorsa avevo rotto il mio ombrello. Ma era meglio che il tempo tenesse così fino alla fine della scuola, quando sarei entrata all'interno della mia macchina.

Indossai il cappuccio della mia giacca e mi diressi subito verso la mia macchina. Ero quasi scivolata nel fango, quando mi fermai davanti alla portiera. Ma riuscii a rimanere in equilibrio.

Hold My Hand  || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora