1.7 Luke

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Fissai la portiera della macchina, giocherellando con le chiavi della macchina in mano. Ashton mi guardava, sbattendo il suo piede con impazienza.

- Guidi o no? Lo so che non è la tua preziosa Rover, ma hai sempre detto che ti piaceva guidare la mia Jeep. Dopo tutto, puoi sempre guidare qualcosa meglio della tua, - disse con una risatina, e scossi la mia testa come buttai le chiavi verso di lui.

- No, guida tu. Mi sentirei come se stessi tradendo la mia bimba con qualcun'altra, - risposi, camminando verso il lato del passeggero della vettura.

- Si, perchè le auto hanno sentimenti, - mi prese in giro come si mise al volante. - Non sembravi avere nulla guidando la macchina degli altri dopo l'incidente con Michaels. Che cosa è successo? -

- Forse semplicemente non sono in vena, Ashton, - risposi con un'alzata di spalle.

- Si e Michaela non ingoia, - rispose con una risata.

- Accidenti, grazie, adesso ho un immagine mentale con cui non avrei potuto vivere...,- feci una smorfia al pensiero di mio fratello con Michaela, la ragazza con cui usciva da un mese.

Ridacchiò mentre guidava lungo la strada tortuosa fino alla strada principale. Mi guardò con uno sguardo curioso e ridacchiò di nuovo, mentre scosse la testa divertito.

- Fratellino, potrei non essere il miglior guidatore del mondo, ma andiamo non tenerti al sedile come se la tua vita dipendesse da esso,- commentò e lo guardai confuso. Fece un cenno verso le mie mani e guardai in basso. Non avevo notato che stessi afferrando il sedile, mentre le mie nocche erano diventata bianche per la forte presa. - Luke, rilassati, perchè non è vero? - Lui disse. Cercai di rilassarmi e misi le mani sul ginocchio, invece il mio corpo era stranamente rigido.

Ashton continuava a lanciarmi occhiate strane durante il resto del viaggio. Quando guidò fino al parcheggio, non potetti fare a meno di gemere interiormente. Il suo sguardo non era l'unico ad essere rivolto a me. La gente mi guardava, e non fecero nulla, per nasconderlo. Li vedevo avvicinarsi, sussurrare e puntare il dito verso di me, come guidò verso un parcheggiò vuoto.

- Sono felice di non essere te in questo momento, - Ashton disse con un sorriso divertito mentre spegneva il motore.

- Sì, perché te la saresti fatta addosso se lo fossi stato, - risposi, sotto il mio respiro, e spazzai l'espressione divertita dalla sua faccia in un secondo.

- Sfigato, -fu tutto quello che disse prima di uscire dalla macchina.

Alzai gli occhi e scesi da quella bestia di macchina, sbattendo la portiera dietro di me. Seguii Ashton mentre attraversava il corpo studentesco e feci del mio meglio per ignorare gli sguardi. Era come se fossi una specie di star del cinema o qualche stronzata del genere, come se nessuno di loro, non mi avesse mai visto prima.

Nuovi drammi e pettegolezzi erano all'ordine del giorno in questa città. Naturalmente, avrebbero aggiunto altra merda fino a che, il tutto non si sarebbe tramutato in una bugia inspiegabile. Ero sicuro che entro alla fine della settimana, l'incidente sarebbe stato descritto con una decina di auto coinvolte. Ci sarebbero state alcune vittime, insieme a diversi feriti. Uno dei morti sarebbe stato un ragazzo o un bambino. Naturalmente la strana sarebbe stata incolpata per l'incidente. La gente avrebbe assunto che lei si sarebbe messa in mezzo alla strada , o che forse avrebbe guidato come una pazza, andando contro mano e facendo schiantare la macchine a vicenda.

Si, ci sarebbero state parecchie voci in giro, e nessuna di quelle sarebbe stata vera. Oggi era solo lunedì, e la settimana sarebbe peggiorata, per altri dammi.

Questa mattina, la mamma di Ashton mi aveva suggerito di rimanere a casa e riposare. Naturalmente, avevo deciso di non stare a letto tutto il giorno, ma oggi non sarebbe stato un giorno normale. Sapevo che se fossi rimasto a casa, l'attenzione sarebbe peggiorata quando sarei tornato, quindi, era meglio afferrare il toro per le corna e sperai che il giorno passasse rapidamente e mi lasciasse indenne.

Hold My Hand  || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora