1.2 Aiden

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Spensi il motore nello stesso istante in cui vidi la porta aprirsi. e per la seconda volta oggi, sembrava che tutto andasse a rallentatore e io ero estremamente consapevole di ogni piccolo dettaglio.

Mio padre uscì dalla porta principale, seguito da un ragazzo. Un ragazzo dai capelli biondi e occhi scintillanti. Il ragazzo sorpassò mio padre e venne dritto verso la mia macchina.

Sentii il sangue gelarsi e il mio cervello smettere di funzionare.

Questo non era il ragazzo che mi aspettavo di vedere. Questo non era il ragazzo che volevo vedere. Ero pronta a vedere quel ragazzo distrutto. Non questo.

Tanner aprì lo sportello e, prima che avessi tempo di reagire, mi tirò tra le sue braccia e mi abbracciò furiosamente; non gli importava che avessi ancora la cintura di sicurezza.

-Aiden, mi sei mancata,- mi sussurrò dolcemente nell'orecchio.

Il suono della sua voce fu quella che mi riportò indietro e lo allontanai da me.

-Levati di dosso!- Provai ad urlargli contro, ma venne fuori come un singhiozzo soffocato.

-So che mi odi ancora, va tutto bene...- disse, ignorando la mia sfuriata, accarezzandomi la guancia. Sobbalzai al tocco e lui corrugò la fronte in confusione.

Mi slacciai la cintura con mani tremanti e mi arrampicai sul sedile per lasciare la macchina attraverso la portiera del passeggero. Tanner rimase estere fatto dall'altra parte. Aveva avuto pure il coraggio di sembrare triste. Guardai mio padre, che era ancora vicino alla porta d'ingresso, con dietro mia madre e Sandra al suo fianco. Le braccia di papà gli attraversavano il petto. Era accigliato e mi guardava con disapprovazione.

Come si aspettavano che avrei reagito al loro ritorno?

-Io... non voglio vederlo in questo momento,- mormorai e velocemente mi avviai verso la porta principale. Cercai di superare i miei genitori, ma mio padre mise il braccio fuori impendendomi di passare.

-Penso che tu debba essere debitrice a Tanner e Sandra,- mi disse seriamente.

Lo guardai a bocca aperta e sentii il mio labbro inferiore iniziare a tremare. Questo era troppo.

Mi mise le mani nella spalle e mi fece voltare. Tanner era in piedi a pochi passi da me, il suo stupido sorriso era stampato sulle sue labbra.

-Mi sei mancata così tanto, Aiden, non hai idea... non devi più essere imbarazzata... so che eri malata, ma ora stai meglio...- la sua voce era morbida, mi morsi un po' il labbro per impedirgli di tremare ancora di più.

-Sono malata? Tu...sei quello malato,- dissi con voce tremante, facendo del mio meglio per non far trasparire le mie emozioni. -Quello che hai fatto è da persona malata, e quello che sei è da ma....-

All'improvviso mi ritrovai a guardare alla mia destra, avevo una sensazione pungente e calda sul lato sinistro della mia guancia. Dal nulla, prima che me ne accorgessi, mia madre mi era venuta accanto e mi aveva alzato le mani schiaffeggiandomi sul viso. Ero troppa scioccata per reagire o per dire solamente qualcosa.

-Va bene che lei mi dia la colpa... questo è quello che ci hanno detto che sarebbe successo...- Disse Tanner, rassicurandoli nel suo tono dolce disgustoso,- capisco completamente che ti senti male per quello che è successo, ma non puoi incolparmi per quello che ti è successo quella notte. E' stata tutta colpa tua, ricordi? Aiden, apprezzerei molto il fatto se non mi dipingessi come il cattivo di tutta questa storia, quando tutto quello che ho cercato di fare è stato aiutarti.-

Voltai lentamente la testa verso Tanner e vidi che non c'era segno di nessun rimpianto nel suo sguardo, e intendeva ogni singola parola che diceva. Sentii la bile in gola e provai a deglutirla. Mio padre teneva ancora le mani sulle mie spalle, e con mia grande irritazione mi sentii sorpresa del fatto che non fosse intervenuto e venire in mia difesa quando mia madre mi colpì.

Hold My Hand  || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora