Non sapevo quello che stava succedendo, ma sapevo di essere bloccata in questa strana oscurità, sentendo dello voci ovattate, intorno a me. Mi sentivo come se fossi sott'acqua, i rumori erano attutiti, ma se mi concentravo riuscivo a capire cosa venisse detto.
- ... Perchè dovresti pensare che stesse cercando di suicidarsi? Starà bene... e vede qualcuno...non si sarebbe suicidata. -
La voce era bassa, quasi flebile, e sicuramente sconvolta. Mi ricordava mio padre.
Mi chiesi come stesse reagendo alla notizia della mia morte. Sarebbe stato triste? avrebbe pianto? Molto probabilmente no, mio padre non era il tipo di persona che piangesse.
- Brian, non sta bene... questa non è la prima volta che fa una trovata del genere...è riuscita quasi ad uccidersi questa volta. -
Va bene, penso che non fossi morta, perchè avrei potuto riconoscere quella voce ovunque, e quella voce non apparteneva ad un santo. Quella voce apparteneva a Sandra Reinhold, il diavolo in terra.
- Sandra, è stata colpa dell'auto! E' stato un incidente! Non stava cercando di suicidarsi. Non è malata! E' sappiamo entrambi che non lo è, starà bene. E' la vittima qui, va bene? -
Avrei voluto sorridere al triste tentativo di mio padre di difendermi. Forse era quello che mi stava dimostrando che ancora ci tenesse. Forse era per questo che sentivo questo discorso ora...forse avrei dovuto sapere ciò che realmente pensasse di me, prima che morissi.
- Oh, per favore, Brian, sei cieco. Anche quando spinse via Tanner, avrei potuto dire che c'era qualcosa che non andasse. Ho cercato di mettervi in guardia sia tu e Norah, ma invece continua a metterci in cattiva luce. Apri gli occhi, Brian, tua figlia non sta bene. -
Qualcuno si schiarì la gola.
- Signori Sanders, sono il dottor Hemmings. Sono il medico che ha operato sua figlia ieri sera...-
Smisi di ascoltare dopo. La mia testa iniziò a farmi male, insieme ad altre parti del corpo. Sembrava che il mio corpo iniziasse a svegliarsi, pezzo per pezzo, palmo a palmo. In primo luogo, sentii le mie mani e i miei piedi, poi una sensazione pungente attraversò le mie braccia, fino alle mie spalle fino ad arrivare ai piedi.
La macchina che mi aveva investito, non era stata una qualsia auto. Era una nera lucida Range Rover. E non ci sarebbe voluto uno scienziato per capire chi fosse alla guida. Luke aveva mantenuto la promessa quando mi minacciava che sarebbe stata la fine per me, uccidendomi, rimuovere la mia esistenza.
Mi chiedevo se fosse stato un atto cosciente da parte sua, o se fosse stato veramente un incidente.
Ma cosa avevo fatto a Luke Hemmings comunque? Perchè mi odiava così tanto? Non gli avevo mai fatto nulla, e ancora agiva come se fossi una specie di insetto o qualcosa che dovesse essere ucciso per essere istinto.
Il dolore iniziò ad irradiarsi per tutto il mio corpo, incominciai a dimenarmi nel buio. Il dolore sembrava provenire da una parte precisa del mio corpo, in particolare, o meglio, ai lato della mia gamba destra. Era come se qualcuno mi stesse raccogliendo con dei bastoni infiammati, e faceva davvero male...
-... Sii sveglierà? Starà bene? -
La voce di mia madre sembrava molto vicino di quanto lo fosse quella di mio padre, e non avevo bisogno di concentrami per distinguere le parole. Il suono della sua voce era quasi smorzato.
- Come vi ho detto prima, ha subito delle lesioni gravi, e abbiamo dovuto trascorrere diverse ore in sala operatoria per via della gamba. Sarà una lunga convalescenza. Ma è molto improbabile che lei non possa tornare al punto in cui fosse... molto probabilmente non potrà avere una piena funzionalità della gamba. -
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Hold My Hand || Luke Hemmings
FanfictionTutto quello che ci serve è un incidente. Un incidente di qualsiasi tipo per cambiare il corso della nostra vita. Un incidente che ci potrebbe rovinare o romperci, o che ci possa far rialzare e cambiarci per il meglio, credo che tutto ciò dipenda d...