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una nuvoletta di fumo e poi un'altra.
è sempre così.
ormai conosco a memoria i movimenti delle dita e il fluttuare della nuvoletta

chiudo gli occhi per godermi il momento, un attimo di serenità tutto mio, senza gente che disturba e che ti parla di argomenti casuali. appoggio nuovamente il filtro sulle labbra, inspirando quel veleno che mi aiuta a godermi quell'attimo con più intensità. mi accascio contro il muretto, mentre una nuova nuvoletta segue le precedenti. osservo le mie ginocchia magre coperte dagli skinny neri, per poi abbassare lo sguardo sulle converse, ormai rotte e dalla vicina fine.

mi tasto la tasca, estraggo il telefono e controllo l'ora.

4.30

mi alzo distrattamente, per poi girare nel vicolo, ormai fin troppo famigliare. gli alti muri mi nascondono da occhi indiscreti e l'orario gioca a mio vantaggio.

tolgo la cover dal telefono, per estrarne una bustina, contenente polvere bianca.

~~

questo vizio me lo porterò fino alla tomba.
in bagno, ho tentato in tutti i modi: collirio, trucchi...
ma oggi le vene rosse dei miei occhi sono più visibili del solito e spero che tutti lo prendano solo come stanchezza.

stanchezza.
stanchezza dentro.

ormai mi lascio trasportare da tutto, poco importa degli altri.
ma l'unica mia vera via di fuga però rimane lui.
i suoi occhi, le sue mani, il suo essere lui.

il suo essere lui e il mio essere me.
il nostro essere noi.

Obsession || Michele Bravi ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora