- ehi Michele! -
Katoo mi accoglie in salotto, con il suo solito sorriso sulle labbra.
abbasso lo sguardo, cercando di nascondere gli occhi ancora rossi.- buongiorno. -
non so che tono abbia la mia voce.
probabilmente era un sussurro timido, quasi trattenuto, con una lontana velatura di tristezza.
è quello che a lui piace di me, la mia fragilità; quindi è giusto così, no?forse no.
forse dovrei pensare a me, non a lui.
spesso ai bambini che tendono a seguire la massa, a fare quello che gli viene chiesto, vieni ripetuta la consueta frase "ma quindi se ti dicessero di buttarti dal ponte, tu lo faresti?".
è la stessa domanda che in questo momento mi pongo, il dubbio che forse riuscirà a farmi perdere il senno, a farmi impazzire.
oppure sono già pazzo.
forse sì, sono pazzo.
pazzo di lui.- vuoi qualcosa? -
oh sì, dopo avermi infilato il cazzo nel culo mentre la tua ragazza è al lavoro mi chiedi come se niente fosse se voglio qualcosa.
- sì grazie. -
- cosa? -
tirarti due calci in culo.
- pancakes. -
- mh ok. -
ficcatelo in culo il tuo "ok".
~~
- ciao Michele! -
- Alice. -
sorrido inchinandomi scherzosamente, mentre la bionda ridacchia.
- mh, per piegarti così bene hai fatto pratica? -
- ma ti prego! Che battuta di merda, esci da casa mia. -
ridiamo, ridiamo tanto.
non avevo mai scherzato con nessuno sulla mia omosessualità, soprattutto per il fatto che nessuno a parte Francesco e Alice ne è a conoscenza.
ci accasciamo sul divano, mentre la ragazza prende un pacchetto di sigarette dalla tasca.
è da un po' che non tocco nicotina o qualsiasi sostanza, forse è la volta buona che smetto.- vuoi? - domanda porgendomene una.
- no, grazie. - ok, mi sono appena prefissato un obiettivo che sono determinato a raggiungere.
- uhm, ok. - accende la sua, strizzando gli occhi.
la sua buffa espressione mi fa ghignare, mentre lei indignata mi tira una pacca sulla gamba.
- ma che è? manco posso accendere una sigaretta che te te metti a ridere, io boh! -
mi guarda e poi si piega in due dal ridere, e naturalmente arriva la mia frecciatina già pronta da un pezzo.
- ah, anche te sei particolarmente brava a stare a novanta: anche te tanta pratica? -
dopo essermi beccato un'altra pacca, questa volta sulla schiena, sorride soddisfatta e sospira.
la guardo di sfuggita, concentrandomi sui suoi occhi verdi, non molto diversi dai miei, ma una piccola disuguaglianza ce l'hanno.
i suoi occhi irradiano felicità, nel suo animo non sono impresse ferite non cicatrizzate che continuano ad aprirsi.
nei miei queste ferite ci sono, ma la fin fine il continuo riaprirsi non è che un bene, perché mi fa stare bene.oppure lo dico solo perché fa stare bene lui?
questo capitolo è pieno di riflessioni particolarmente esplicite, quindi spero di essere riuscita a far capire tutto, le incongruenze all'inizio sono volute :3
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Obsession || Michele Bravi ||
Fanfictione forse ti dovrei parlare, forse sarebbe meglio parlare. e dirti quelle cose che posso dirti solo in sogno. e dirti che non posso. semplicemente loro. loro che incontrano ostacoli, loro che sono ostacoli di loro stessi. lui che sogna una famigli...