21) Le persone fanno più male che le ferite

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PRIM'S POV

Lo sapevo che alla fine Haymitch l'avrebbe avuta vinta. Credo sia vero, andrò a morire. A questo punto non mi rimane altro che andare. Il bagno dell'overcraft è piccolo e freddo, molto diverso dal vistoso bagno della reggia di Capitol, perfetto, ormai il freddo e il gelo si sono impossessati di me. Non c'è neanche il lavandino, mi accontenterò del WC. Mi appoggio al muro e mi posiziono in modo tale che il sangue sgoccioli nella tazza e alla fine un po' amareggiata riprendo quel rito che ieri sera sul tetto ho interrotto, spero che nessuno si sia accorto del sangue caduto sull'asfalto. Tiro fuori il mio portagli dalla tasca posteriore dei miei pantaloni; prendo la mia lametta e pratico un taglio sul polso. Questo era un rito degli indiani pelle rossa: una volta al mese si tagliavano per far uscire i demoni, che gli si insidiavano sotto pelle. Ormai da da quando siamo partiti, la lametta è la mia migliore amica.
Ho finito, lavo via il sangue che è caduto accidentalmente sulla tavoletta e me ne vado.
Mi siedo in un un posto isolato dell'overcraft, e ripenso a ieri pomeriggio e a quella deliziosa bibita marroncina, quanto vorrei berne un altro pò.
Dopo una decina di minuti vedo arrivare Finn, che decide di sedersi proprio affianco a me. Ed inizia a parlare <<Ti ho vista prima, in bagno>> Che cosa?! Cavolo, non ci voleva <<Quindi vuol dire che mi stavi spiando, e pensa se ero andata solo a fare la pipi>>, <<Oh non volevo spiarti, avevo solo un impellente bisogno>> e subito io ribatto <<Ma guarda se devo parlare dei miei bisogni con te?!>> e scoppio a ridere, ma subito lui riprende il suo discorso <<Perchè lo fai? O meglio: per chi?>> , <<Preferirei non dirtelo. Il tuo ficcanasare nelle faccende altrui, l'hai ereditato da tuo padre?>> chiedo scocciata << Certo Primrose, e sai cos'altro ho ereditato da mio padre: queste>> dice indicando le sue fossette. <<Finnick jr. Se vuoi che ti dica il perchè delle mie azioni, almeno smetti di flirtare con me>>. Lui annuisce, ed io riprendo a parlare <<Il suo nome è Evan, Evan Langdon. Profumava di salsedine, la sua famiglia si è trasferita dal 4 al 12 due anni dopo la rivoluzione. Adoravo quando mi raccontava di un antico paese chiamato Florida, dovresti saperlo, attualmente al posto di questa c'è il distretto 4.

Ci conoscemmo a scuola, in una calda giornata di sole, a differenza di molti ragazzi del distetto 4 aveva gli occhi color nocciola, mi ci perdevo dentro quando lo guardavo. Il giorno in cui ci fidanzammo era il venti gennaio dell' anno scorso, e stiamo ancora insieme. Non ho avuto il coraggio di lasciarlo prima di partire. Ma so che non tornerò viva da questa missione.>> Finn mi interrompe per urlarmi contro << Primrose non lo dire neanche per scherzo!>> , << Shhh, e fammi finire di parlare O'dair . Stavo dicendo, che non ho avuto il coraggio di spezzargli il cuore>>. << Primrose se lo ami veramente, cosa che a soli dodici anni è difficile, devi smetterla di tagliarti, ti fai solo del male, e non risolvi nulla.>>, << Senti te lo dico chiaro e tondo, hai rotto il cazzo! Come ti permetti tu play boy delle spiagge, venirmi a parlare di amore, l' amore con l'eta non centra proprio niente. E per la cronaca io faccio quel cazzo che mi pare.>> ,<< cosa ci fai ancora qui?! Vattene Finnick!>> Ma come osa brutto bastardo, ma che se ne torni da dove è venuto! E' così assurdo, era una persona che prima mi sembrava tutto sommato niente male! E' proprio vero, la dolcezza è solo una bella confezione per una scatola piena di delusioni.

L'overcraft dopo sette ore di viaggio atterra in un bosco isolato, alle periferie di Skoupidìa. Quando scendiamo mi sembra di essere a casa, nei boschi del 12. Subito ci mettiamo a montare le tende, e dopo due ore di lavoro è tutto pronto per la notte. << Tra pochi minuti ci sara l'illustrazione del piano di domani, ora andate a fare un po di riscaldamento>> . Afferro una pistola, perché è l'unica arma con cui ho qualche problema, a differenza di Mich. Ovviamente inserisco il silenziatore perché non dobbiamo fare troppo rumore. Inizio, miro agli alberi su cui papà mi ha disegnato un cerchio con un puntino rosso al centro, su cui mirare. Il primo colpo non è stato dei migliori, ho completamente mancato il cerchio, così come il secondo. Mio fratello mi vede così decide di darmi una mano. << Prim, devi stare stare attenta al contraccolpo. Tieni la pistola con due mani, la tua mano predominante deve tenere l'impugnatura, l'altra l devi mettere sopra la prima , le braccia tese , mira. E spara .>>. Centro, centro, centro, continuo a centrare i puntini rossi. <<Grazie fratellone>> Mi sento invincibile. Resto cosi in sospeso tra un proiettile e l'altro per almeno un' ora , quando decido di non sprecare altri proiettili, Mi metto a fare stretching, e a tirare un paio di frecce finché non cala sera e decido di andare a dormire.

Haymitch ci ha detto che domani dovremo che la prima squadra è la squadra "Victor", e la seconda squadra è la squadra "76": chiamata così in onore degli ultimi Hunger Games di Panem; con rispettivi capitani: mia mamma per noi, e Cressida per gli altri. Domani mattina prenderemo un altro overcraft che ci porterà fino ad un boschetto alle periferie della città; relativamente vicino alla stazione della metro, da lì con un camuffamento proseguiremo fino al carcere di massima sicurezza di Monterrey, che nome stano per una città. Ma ora basta parlare di questo. Voglio solo dormire.

Sto camminando per un paesino tutto distrutto, le case sono tutte crollate, e c'è un fetore terribile. Mentre cammino, scorgo sopra le macerie di quella che una volta doveva essere una piazza; un corpo, mi avvicino per adagiargli sul petto la primula che tengo tra i capelli. Ma, no , no, no! Quel corpo abbandonato alla morte è Evan!

Oh mio dio! Mi risveglio dal quel terribile incubo che mi stava uccidendo; gridando, e con la terribile sensazione che sia stata colpa mia. Ho bisogno di procurarmi del dolore. Esco dalla tenda e mi addentro nel bosco circostante di cento metri, per evitare che nessuno mi veda. Piangendo inizio a passare la lametta sui miei polsi, già pieni di cicatrici; una volta, due volte , tre volte, cinque, otto, dodici, venti, finché non mi accascio a terra, con entrambe le braccia grondanti di sangue, e con una voglia di morire inimmaginabile.

Vedo qualcuno affianco a me, inizio ad agitarmi, ma una fitta ad entrambe le braccia mi ferma. Capisco che sono in una tenda, ma vedo sfocato, è solo dopo alcuni minuti che riesco a mettere a fuoco chi mi è vicino. Finnick, ovviamente. << Sei stata fortunata che ti abbia sentito uscire, sennò sarebbero stati i tuoi ad averti trovata svenuta in un bozzo sangue>>, annuisco debolmente, << Ti ho medicato le ferite, devi tenerle pulite per almeno un paio di giorni. Non ho mai visto nessuno ridursi cosi, con solo una lametta. Sei riuscita a farti dei tagli abbastanza profondi, per questo sei svenuta. Ti consiglio di riposare se domani vuoi riuscire a tenere in mano un arco>>. Sempre a dirmi cosa fare, ma gli sono grata per avermi riportata alla tenda. <<So di cosa ho bisogno >> rispondo <<Fa come ti pare>> ribatte lui rassegnato, sta per uscire dalla tenda quando gli dico << Finnick grazie>> ma se ne va, come se non fosse successo niente, come se no contassi niente.

Ormai sono le quatto del mattino, non c'è più tempo per dormire. Non che volessi farlo.

Prendo lo zainetto e ci metto dentro provviste, proiettili per ricaricare le pistole, frecce da montare, ed una coperta. Prima di mettere "l'armatura" come la chiama Beetee ; devo fasciare meglio le braccia, per ridurre al minimo il contatto con una speciale guaina da mettere sotto il giubbotto. Finisco di mettere le imbottiture, ed esco.

Mi dirigo verso la tenda dei miei genitori, ed appena entro, vedendo mia mamma con il vestito della ghiandaia imitatrice mi vengono le lacrime agli occhi. Ma devo trattenermi, non voglio che i miei genitori si ricordino di me mentre piango. << Primrose vieni qui>> dice mia mamma , << Prim sappiamo che hai solo dodici anni, ma sei forte, fortissima, molto più forte di me alla tua età>>, <<credi sempre in te>> , annuisco e li abbraccio tutti e due. <<Vieni qui principessa>> dice mio papà ,mentre mia abbraccia. >Adesso si che è difficile trattenere le lacrime , scoppio in un triste pianto, proprio mentre entra mio fratello. Anche lui senza proferir parola si unisce all'abbraccio. Mi stacco da loro singhiozzando, e tutti insieme andiamo verso l'overcraft.

Hunger Games: Dopo la pioggia c'è sempre il sole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora