Capitolo sesto (del sequel)

93 7 11
                                    


Chiudo il Mac più rasserenata. Torno a letto, m'infilo piano accanto a Ruben e cerco di dormire, anche se temo un altro incubo. Carol respira, Carol respira... ecco così... brava, brava, bravvvv...Non ricordo più nulla, mi sarò appisolata. Apro gli occhi perché qualcosa di morbido insiste nello sfiorarmi la pelle. Mi volto e Ruben mi sorride sereno.

Mi stropiccio gli occhi.

- Come stai? - gli chiedo, mentre io sprofondo nel verde bosco delle sue splendide iridi.

- Bene - risponde. Sembra davvero tranquillo. - Credevo peggio, devo avere una scorza dura - mi rincuora.

La butta in ridere, ma io non riesco a prenderla alla leggera, non ho la sua capacità di assorbire i colpi così bene.

- Come fai a non arrabbiarti con Leandra e Kylie? Ieri sera sono state antipatiche da morire: una la copia di uno squalo femmina assassino, l'altra da prendere a schiaffi per come ti ha trattato male.

Lui si rimette supino, incrocia le mani dietro la nuca e afferma: - Mi sono abituato con il tempo a farmi scorrere addosso le cattiverie. Tu le hai appena conosciute quindi è naturale che ti senta così arrabbiata. Però mentirei se affermassi che non mi hanno ferito - ammette alla fine. - Soprattutto Kylie.

Gli sorrido per rassicurarlo e fargli intendere che ho capito.

- Secondo te sbaglio a non volere che mia figlia imiti la madre nel calcare le passerelle?

- No. E' quello che ritieni giusto per lei. Conosciamo i rischi della moda perché ci lavoriamo entrambi: è un mondo basato sull'apparenza.

- Vorrei passare più tempo con lei, ma non me lo permette - sbotta frustrato.

Gli poggio la mano sul braccio, è duro e avverto la leggera peluria.

- Tu continua a starle vicino come puoi, anche se ti respinge.

Si volta di nuovo a guardarmi e questa volta lo sguardo è riconoscente e più sereno.

Lascio che vada in bagno per primo e, quando sento il getto della doccia aprirsi, scendo dal letto e mi precipito nell'altra stanza. Ho lasciato il Mac rosa in stand-by. Guardo la posta elettronica, ma niente. Ancora nessuna risposta. Peccato.

E' l'ultimo giorno di permanenza qui: mi rattristo all'idea di fare le valige e di tornare nell'agone quotidiano del lavoro, sempre di corsa e con mille problemi da risolvere. Per ora non ci concederemo altre vacanze; anzi, c'è da seguire la nuova linea di borse autunno-inverno che verrà presentata a Milano il prossimo fine settembre, da incrementare la distribuzione pubblicitaria acquisendo nuovi sponsor... che fatica! In più, stando alle velate minacce di Trevi, io e Ruben dovremo intervenire nella creazione della sua linea d'intimo donna. Puah! Che disgusto!

Ho il morale in caduta libera e devo risollevarlo, perciò vado su Google Chrome, entro nel mio sito preferito di prodotti bionaturali e riempio il carrello della spesa. Faccio l'ordine e già immagino le prossime sezioni di trucco e cura del corpo con i nuovi prodotti. Adesso sono decisamente più felice!

Nel frattempo Ruben mi si avvicina fresco e profumato, con addosso solo un paio di jeans. Gli scocco un'occhiata di pura venerazione, ha ancora la capacità di mandarmi in tilt con il suo fisico tonico e il magnetismo che emana. Ma lui non è contento di trovarmi in camicia da notte (per quanto sexy) davanti al computer e mi becco un'occhiata in tralice.

- Non sarebbe ora andassi in bagno?

- Vado subito! - mi alzo chiudendo il Mac con un tonfo. Non sia mai che veda la mail che sto aspettando!

Il mio adorabile dilemmaWhere stories live. Discover now