5) fuori controllo

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Il mio maestro mi stava aspettando fuori dal cancello.
- ciao - disse - oggi facciamo una corsa nel bosco, vediamo se riesce a toglierti il malumore di oggi -
Lo guardai.
- il controllo ragazzo - disse serio
- non l'ho perso per un pelo oggi - risposi rabbioso.
- me ne sono accorto, ho assistito a tutta la scena - rispose
- tu cosa? - ero irritato - da quanto tempo mi segui? -
- da quando sei stato morso -
Strinsi i pugni così forte che un rivolo di sangue caldo mi bagnò i palmi.
- vieni - disse lui mettendosi a correre.
Per essere un vecchio, era molto veloce.
Mi girai e con uno scatto fulmineo iniziai l'inseguimento.
Passammo la radura, per poi infiltrarci nel bosco.
Il terreno erboso attutiva i nostri passi.
- prova a raggiungermi - mi disse il vecchio aumentando il passo.
"se pensa di seminari così facilmente si sbaglia di grosso"
Accellerai l'andatura.
Saltai un tronco, balzai su una pietra, superai un ruscello.
Ero veloce come il vento.
Sentivo l'aria che mi tirava i capelli color rame.
Devon si fermò.
Mi bloccai.
Qualcosa non andava.
- Torniamo indietro - disse voltandosi.
- cosa succede? - chiesi
- Qui finisce il nostro territorio -
- il nostro territorio? - chiesi
- ti spiegherò tutto - disse lui riprendendo a correre.
Lo seguii.
Quando arrivammo alla villetta, il sole stava lentamente calando sull'orizzonte.
- la senti? - mi chiese
La sentivo, la luna piena.
Sentivo i peli delle braccia drizzarsi.
Sentivo la pelle formicolare.
La mandibola intorpidita.
Mi tolsi la maglia.
- farà male? - chiesi
- le prime volte - rispose - finché non avrai capito come fare -
Annuii.
- ti senti pronto? -
- no -
- neanche io la prima volta mi sentivo pronto - rispose.
Stava cercando di infondermi coraggio.
- ricorda chi sei quando ti sarai trasformato -
- ci riuscirò -
- ho una sorpresa per te - mi disse
- una sorpresa? -
- lo scoprirai tra poco -

La luna cominciò a sorgere, grande, pallida, tonda.
Sentii la pelle incresparsi.
Più guardavo la grande sfera, più sentivo che qualcosa in me stava cambiando.
Un senso di torpore si diffuse su tutto il corpo.
Sentii le vene che cominciavano a pulsare.
Il mal di testa fece lentamente ritorno.
I miei occhi cominciarono a cambiare.
Sentii le ossa che cominciavano a dolere, tutte.
La mandibola e la mascella scricchiolarono.
Cominciarono ad allungarsi.
I denti si affilarono, si appuntirono.
Le orecchie cambiarono forma.
Pelo folto cominciò a crescere su tutto il mio corpo.
Sentii il costato allargarsi di colpo.
Le ossa delle braccia e delle gambe scricchiolare.
La schiena inarcarsi.
Una coda ora spuntava da dove c'era l'osso sacro.
I muscoli si tesero allo spasimo, dolendo; poi si allungarono, si irrobustirono.
Lentamente, la mia trasformazione ebbe fine.
Guardai verso il basso.
Zampe, coperte da peli candidi come la neve.
Davanti a me, Devon si era trasformato nel lupo nero.
Ringhiai contro lui.
Devon abbaiò - ricordati chi sei -
Scattai in avanti, cercando di azzannarlo.
Lui mi anticipò, balzando all'indietro.
- tu non sei il lupo. Tu sei Antony-
Ringhiai.
Era solo un lupacchiotto arrogante che mi voleva dire cosa dovevo fare, chi dovevo essere.
Dovevo ferirlo, cosi gli avrei fatto capire chi è che comanda.
Attaccai ancora, ma lui si limitò a indietreggiare.
Era più grande di me, ma questo non mi impauriva affatto, ero più forte io.
Fendei l'aria con una zampata.
- Antony, riprendi il controllo -
- Antony non esisnghiai
- Asya esiste invece - abbaiò lui
- non osare nominarla -
Saltai, cercando di coglierlo di sorpresa.
Si spostò molto prima che io riuscissi a toccarlo.
- ricordati il suo sguardo - disse lui.
Mi fermai un attimo.
Vidi gli occhi di lei, azzurri, che guardavano nei miei.
Vidi la sua pelle morbida, i suoi capelli color della neve, le guance piene, le labbra morbide, il nasino a punta, le sopracciglia scure.
Il mio cuore cominciò a battere più lentamente.
Il respiro si fece più affannoso.
Guardai Devon.
Lui capii, ero di nuovo me stesso.
Superato lo stadio di rabbia iniziale e dopo aver messo al guinzaglio il lupo che c'era in me, sentii che Mi mancava qualcosa.
Mi leccai i baffi.
Avevo fame, avevo sete, sete di sangue.
Sapevo che non sarei riuscito a trattenerla ancora a lungo.
Mio maestro si girò e si incamminò verso la vallata. Lo seguii trotterellando.
Poco dopo, avevo trovato il controllo del mio nuovo corpo.
Sentii il suo odore a distanza.
Un vitello.
Le mie narici si dilatarono, accogliendo l'odore della mia preda.
Scattai fulmineo in avanti.
L'animale era legato a un palo, e scalpitava furioso.
Aveva sentito il mio odore.
Il terreno volava sotto le mie zampe.
Quando fui alla giusta distanza spiccai un salto.
Atterrai sulla schiena del vitello.
Affondai i denti nel collo con furia e cominciai a graffiargli la schiena con gli artigli.
Poco dopo saltai giù dalla groppa del bovino.
Scattai in avanti, afferrando una delle sue zampe nelle mie fauci.
Sentii le ossa che si rompevano sotto il mio morso.
L'animale lanciò un muggito di dolore.
Con una zampata gli graffiai il collo è poi lo finii, mordendo la giugulare.
Banchettai per mezz'oretta prima di essere sazio.
Sporco di sangue, corsi via, nei boschi.
Rimasi a vagare nella vegetazione per quasi tutto il resto della notte, prendendo confidenza con il nuovo me stesso.
Il mondo era così diverso visto dagli occhi con cui lo vedevo allora.
Era tutto un po' più alto.
Le forme geometriche delle case erano quasi orripilanti, le luci provenienti dalla città erano fastidiose, non riuscivo quasi a guardarle.
Un'infinità di rumori che prima udivo a mala pena, ora riuscivo a coglierli alla perfezione.
Notai che era difficile controllare il lupo, perché cercava sempre di uscire, forte e aggressivo.
Lottai non poco per mantenere il controllo sul corpo.
Alla fine, riuscii ad avere la meglio, ma non confinai una parte di me stesso in un angolino, no, la assorbii.
Ora, io e il lupo, eravamo una cosa sola.

I'm a wolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora