7) il branco

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Stavamo aspettando da un tempo secondi sembravano non passare mai.
Cominciavo a non stare piu fermo.
Camminavo in cerchio.
Devon invece era sempre lì, seduto sul tronco, a crogiolarsi al sole.
- sembra che qualcuno non la faccia più ad aspettare - disse
Mi sedetti al centro del cerchio di tronchi.
Gambe incrociate, come a meditare.
Liberai la mente dai pensieri che la offuscavano, trovando una certa calma e tranquillità in quel luogo isolato in mezzo al verde.
Il sole segnava ombre sempre più lunghe sul sottobosco di aghi di pino.
Un rumore di passi, lontano e quasi impercettibile all'interno del bosco, mi svelò la presenza di un uomo.
Quando la vista poté vederlo, capii di chi si trattava.
Era il falegname che viveva non lontano da casa mia.
Lo conoscevo da diverso tempo, eravamo quasi amici.
Da lui avevo imparato molte cose, e inoltre era l'unico che sapeva della casetta nel bosco.
Mi aveva detto che mi avrebbe prestato gli arnesi per ripararla.
Era un uomo alto, capelli neri tagliati corti e due grossi baffi.
La pelle scura era lucida per il sudore.
Aveva spalle larghe, fisico molto muscoloso, mani enormi.
Era vestito con una camicetta a quadri tipo scozzese e un paio di jeans blu chiaro strappati.
I vestiti erano impolverati di segatura.
Si avvicinò a me.
- ma guarda chi si rivede - disse
Lo guardai, lasciando trapelare il mio stupore.
- non avrei mai pensato che tu fossi un licantropo -
- io mi sarei aspettato di vederti tra noi, magari non così presto - aggiunse.
Ci stringemmo la mano.
- come va con la casetta? - Chiese
- sempre uguale - risposi - appena finirà la scuola la inizio a riparare -
- bene bene - disse - non scordarti di passare da me prima di cominciare -
- sei il migliore che conosca in queste cose, come potrei scordarmi? -
Si sedette su un tronco.
- gli altri quando arrivano? - Chiese Devon - è da ore che stiamo aspettando -
- appena si libereranno dei loro impegni - rispose il falegname.
Il suo nome era Sam.
Poco dopo, altre tre persone si aggiunsero a noi.
Due ragazzi, sulla trentina, identici, alti un metro e novanta, robusti e palestrati.
La loro pelle era color nocciola, gli occhi scuri e i capelli neri.
Vestivano un paio di jeans strappati, uno portava una maglia verde, l'altro marrone.
Un vecchio era tra i due gemelli.
Basso e tarchiato, la pelle rugosa, color mandorla.
Gli occhi erano piccoli e scuri, il naso adunco, le labbra sottili e screpolate.
I capelli erano molto lunghi, fin quasi alla cintola, di un color polvere.
Sorrise.
Un dente; gli rimaneva un solo incisivo.
Era vestito con una giacchetta in camoscio, delle braghe con le frange e gli stivali altri fino al ginocchio.
Portava una collanina in legno con una piuma azzurra al posto del ciondolo.
- e così è questo il giovane di cui mi avevi parlato - disse il vecchio con la parlata strana di una persona senza denti.
- si, è lui - rispose Devon
Il vecchietto si avvicinò di più a me.
I due ragazzi gli rimanevano sempre affianco.
L'anziano allungò una sua mano rugosa e mi sfiorò la pelle sopra il sopracciglio sinistro, per poi passare il diso di fianco e sotto l'occhio, sfiorando il naso e un angolo della bocca.
Il vecchio mi guardó.
Mi appoggiò la mano sul cuore.
- benvenuto tra di noi - disse
I due ragazzi si scambiarono sguardi contradditori.
- io sono Giles - disse - Giles voce degli spiriti -
Poi guardò i due fratelli.
- loro invece sono Green e Brown, li chiamo così perché i nomi non me li ricordo - aggiunse.
- piacere di conoscervi - risposi chinando il capo in segno di rispetto.
- il piacere è tutto nostro figliuolo, il piacere è nostro - commentò il vecchietto.
Anche loro si sedettero.
- sai qualcosa delle serpi? - Chiese Devon
- solo che saranno qui a momenti- rispose il vecchietto - e che a loro non piace essere chiamate così -
Vedendomi perplesso, il mio maestro mi spiegò che erano tre ragazze, e che avrei scoperto io stesso l'origine del loro soprannome.
Poco dopo, arrivó un ragazzo.
Indossava una giacca in pelle nera, jeans neri, scarpe ... Nere.
I suoi capelli scuri gli coprivano un occhio.
L'altro era azzurro come il ghiaccio.
- ciao Wolf -
I peli sulla nuca mi si rizzarono.
- vi conoscete? - Chiese Sam
- si - rispose il ragazzo - è lo sfigato di scuola mia -
Gli altri lo guardarono torvo.
- che c'è? Non sono stato io a farlo diventare tale - disse facendo spallucce.
- vedi di non trattarlo più come tale - disse il vecchio - tra membri del branco ci si rispetta -
Il ragazzo sbuffó.
- se cambio atteggiamento gli altri se ne accorgeranno che c'è qualcosa di strano -
- non voglio che i membri del mio branco si sbranino a vicenda- disse il vecchio, con una fermezza nella voce così forte che mi incuté timore.
Il ragazzo abbassò lo sguardo.
- scusa per come mi sono comportato fin'ora - disse lui dandomi la mano - so che non mi perdonerai, ma, non voglio che tra di noi scorra cattivo sangue -
- non osare prendermi in giro ancora - dissi io afferrando la sua mano.
Non lo avevo perdonato, non so se mai sarei riuscito a perdonare tutto quello che mi ha fatto.
Lui era uno di quelli che ha iniziano a ridere alle battute che avevano iniziato a fare anni prima su di me, lui era quello che ha da sempre alimentato il fuoco: lui era Levis.
Dopo di lui, arrivarono tre ragazze.
Una rossa, una mora e una bionda.
Erano tutte e tre molto magre.
Portavano pantaloni in pelle nera attillatissimi e delle magliette scure molto strette.
Avevano sul braccio destro tatuato un serpente.
Camminavano facendo ondeggiare il bacino in modo provocante.
- tu sei quello nuovo - disse la ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi
- non sembri un granché, magari mi sbaglio - aggiunse quella con i capelli castani e gli occhi azzurri.
- mi sa che dovremo metterci d'impegno su questo bambolotto-
L'ultima che parlò, era la ragazza con i vari biondi e gli occhi scuri.
- ecco le ragazze - disse Devon
- tanto belle quanto pericolose - aggiunse Sam
- tre serpi sono meglio di quattro-
Quest'ultimo commento non piacque molto alla ragazza con i capelli biondi.
Un coltello si conficcò in mezzo alle gambe del ragazzo, impiantando il cavallo dei pantaloni sul tronco.
- ma sei impazzita? - scattò lui
- occhio a come parli - disse la ragazza con gli occhi verdi.
- Io sono Sasha - si presentò la ragazza con i capelli castani - la cacciatrice -
- io invece sono Athena - disse la ragazza con i capelli biondi - la guerriera -
- Natasha, la lottatrice - la ragazza con i capelli rossi si indicò col pollice.
- Io sono Antony - risposi
- se non ti spiace, possiamo chiamarti Wolf - disse la ragazza con gli occhi scuri
- mi chiamano sempre così per prendermi in giro -
- ormai è quello che sei no? Un lupo - mi fece l'occhiolino la giovane con i capelli castani.
Le tre serpi si sedettero.
Devon mi invitò a fare lo stesso.
- ora che ci conosciamo - disse il vecchio - possiamo parlare -

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