16) hero

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Ci trovammo per i tre giorni successivi a casa di Devon.
Ogni volta era un continuo scambiarsi di foto.
Stavamo ricomponendo pian piano i movimenti degli Eyes.
Per il momento, dei trenta membri presenti, ne avevamo trovati solo tre.
-meglio di niente- disse Giles alzandosi dal divano - meglio di niente -
Brown e Green si guardarono.
Le tre serpi erano in tante a frugare tra le fotografie in cerca di un volto noto.
-questo lavora come elettricista - disse indicando una foto.
- non saremo noi a iniziare la guerra- disse Giles.

-entreremo seriamente in guerra? - chiesi a Giles
-non so rispondere alla tua domanda - disse - tieniti pronto a tutto -
Annuii.

Tornai spesso alla mia casetta, ad allenarmi, a rilassarmi.

Un giorno incontrai una ragazza della mia scuola, stava parlando di una festa che si sarebbe tenuta da li a poco.
In un club in città.
Quando chiuse la chiamata, intravidi il nome del contatto.
Era lei, Asya.

Passai davanti al club, ero curioso di vedere il posto.
Non sembrava poi così male.
Non ero mai entrato in un club.
"Magari questa volta faccio uno strappo alla regola"

Andai nel bosco.
Mi sedetti sopra un tronco e mi rilassai.

Dopo un po qualcosa cominciò a farsi vivo nel mio petto.
Una sensazione di certo non positiva.
Continuò così, ogni giorno.
Non capivo cos'era, ne parlai con Devon e con Sam, che mi stava insegnando a fare affidamento sull'istinto.
Il primo scosse la testa.
Sam invece rispose.
- c'è un motivo - disse - non stare qui a pensare, agisci -
Lo guardai.
Non capivo bene la sua risposta.

Aggiunsi un materasso alla mia casetta.
" Sta proprio diventando una casetta"
Appesi la spada al muro, insieme all'arco e alle frecce.

Successivamente aggiunsi un piccolo frigo.

Il giorno seguente comprai una serratura e la montai alla porta.
"Ora ci siamo"
Guardai soddisfatto il mio lavoro.

Il giorno arrivó.
C'era un gran movimento di ragazzi nella città.
"Odio questo posto"
"Odio questo rumore"
"C'è troppa gente"
Non ero ancora entrato, stavo aspettando di vedere lei prima di entrare.
Fortunatamente, tutta la marmaglia di gente mi nascondeva.
Guardai il mio riflesso su un vetro.
Capelli ben acconciati, camicia bianca, pantaloni scuri.
Forse era la prima volta che mi vestivo bene in tutta la mia vita.
Aspettai una mezz'ora prima che da una macchina scura uscisse Asya.
Era vestiva un abito nero con i bordi di pizzo e una corta gonna.
Aveva una piccola borsetta nera.
Un fermaglio nero le bloccava i capelli.
Era bellissima.
Trovò la sua amica che la stava aspettando ed entrò nel locale.
Poco dopo entrai anche io.
Mi misi i tappi per le orecchie.
Il rumore era assordante, e il mio udito sopraffino ne soffriva troppo.
Nell'aria si sentiva il profumo dei drink.
Era pieno zeppo di gente, con le mani alzate, che saltava e si dimenava a ritmo di quella musica fastidiosa.
Un paio di coppie flertavano.
Guardai tra la folla.
La vidi.
Era in un angolino, seduta ad un tavolino con la sua amica e due ragazzi.
Strinsi il pugno così forte che ruppi il bicchiere.
- qualcosa non va? - chiese il barman.
- no, scusa -
Mi guardò.
Non disse niente.
- stai attento la prossima volta Antony, i bicchieri costano, e tu sei più forte -
Guardai il barman.
Era Levis.
- non mi sarei aspettato mai di vederti qui -
- eppure ci sono - risposi.
Lui guardó le varie persone che c'erano nel locale.
Sorrise.
- sei qui per lei vero?-
Annuii.
- per quella sensazione? -
Lo guardai.
- forse la tua sensazione non era poi così sbagliata-
Mi girai di scatto.
Vidi Asya che entrava nel bagno ... E tre ragazzi la seguirono poco dopo.
Mi alzai e m feci largo tra la folla.
Dovevo raggiungerla.
Il cuore cominciò a battere più forte.
Spintonai un po di persone, prendendomi insulto, ma non mi importava, dovevo essere veloce.
Arrivai davanti alla porta.
Era chiusa.
Appoggiai entrambe le mani e spinsi.
Niente da fare.
Sentivo il sangue che cominciava a ribollire.
Indietreggiai un po'.
Tirai un calcio alla porta spalancandola.
-lasciami stare - urlò Asya al ragazzo che la stava trattenendo per le braccia.
La spinse a terra.
- occupatevi di lui -
Gli altri due si fecero avanti.
Strinsi i pugni.
Uno di loro estrasse un coltello.
Mi feci avanti.
Quello disarmato scattò in avanti cercando di colpirmi con un destro.
Schivai il colpi di lato e lo colpii al fianco con un pugno, poi un sinistro al volto, un altro basso.
Ormai il sangue ribolliva nelle mie vene.
I miei occhi erano cambiati, non erano più i miei.
Gli afferrai il polso, lo strattoni e gli tirai un calcio al gomito.
Lui lasciò uscire un urlo.
Indietreggiò reggendosi il braccio spezzato.
L'altro si fece avanti.
Fendette l'aria una, due volte.
Scattai in avanti e gli afferrai il polso, lo torsi.
Scivolai sotto il suo braccio.
Lo cinsi con le braccia, lo alzai e lo sbattei a terra con violenza lasciandomi cadere all'indietro.
Mi alzai.
Guardai Asya.
Aveva il corpetto del vestito strappato.
Lacrime le rigavano il volto.
Spostai lo sguardo sul terzo rimasto.
Lui estrasse una pistola.
- avresti fatto meglio a andartene-
Feci due passi, trovando il mio petto a pochi centimetri dalla canna dell'arma.
- avresti fatto meglio a lasciarla in pace -
Con un rapido movimento spostai la pistola, che sparò un colpo a vuoto.
Lo colpii con un sinistro al volto.
Lo afferrai per il collo, alzandolo con la mano sinistra.
Lo guardai negli occhi.
Sentii un tremito scuoterlo.
Mollai un po' la presa.
Si divincolò.
Cercó di colpirmi con un destro.
Gli afferrai il pugno.
Mi guardò.
Evidente non si aspettava che fossi così forte.
Gli torsi il pugno finché non si inginocchiò.
Alzai la mano destra.
La chiusi.
Tirai un colpo così forte da mandarlo a schiantarsi contro la porta di uno dei bagni.
Mi avvicinai ad Asya.
Lei mi guardò, con un volto impaurito e pieno di lacrime.
Mi inginocchiai.
- vieni - dissi porgendole la mano - ti riporto a casa -
Lei la afferrò.
La sua era così morbida, liscia.
La aiutai ad alzarsi.
Vidi il corpetto strappato che lasciava vedere l'intimo scuro.
Mi tolsi la camicia e la misi sulle spalle ad Asya.
Lei si avvolse nel tessuto.
La cinsi con un braccio e la portai fuori dal locale.
Ci incamminammo nell'oscurità.
Fianco a fianco.
Il mio cuore pulsava forte.

I'm a wolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora