8) territorio

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- ragazzo - disse il vecchietto - finché non riuscirai a controllare alla perfezione il tuo aspetto, sarai affidato alle cure di Devon - Il mio mentore fece un segno di assenso con il capo.
- dopodiché imparerai le arti della guerra dalle tre ragazze - fece un segno per indicarle - Sam ti insegnerà a usare i tuoi istinti di lupo - poi guardò Levis - e il ragazzo invece ... Farà altro -
" È chiaro che non ha un ruolo di rilevanza "
- io invece sarò il tuo insegnante -

Da quel giorno, passarono sei notti prima che il branco si unì nuovamente.
Camminavo affianco al mio mentore.
Era nervoso, lo capivo da come camminava, da come apriva e chiudeva le mani in continuazione.
Intuii che qualcosa non andava.
Ci ritrovammo tutti in quella piccola radura circolare.

Sam e Levis erano già là quando arrivqo.
- sai qualcosa? - chiese Devon all'uomo.
Lui scosse la testa.
Capii che la situazione non era delle migliori.

Arrivarono anche le tre serpi.
L'agitazione era visibile nei loro occhi.
Athena fece un cenno col capo, probabilmente voleva sapere se qualcuno era a conoscenza di cosa stava succedendo.
Devon fece un segno di diniego.
Ogni minuto che passava senza avere una risposta irritava sempre di più i membri del branco.

Alla fine, anche Giles e le sue " guardie del corpo " ci degnarono della loro presenza.

- cosa succede? - Chiese impetuosamente Sam.
- i nostri vicini - rispose il vecchio in modo vacuo.
- i nostri vicini cosa? - chiese irruente Athena.
- non vogliono scendere a compromessi - rispose - vogliono metà dei nostri boschi senza darci nulla in cambio -
- quanto!? - esclamò Devon - metà? -
- si, hai sentito bene - disse il vecchietto
- non lo permetteremo - esplose Sasha stringendo l'elsa di un pugnale dalla lama ricurva.
- dovranno passare sui nostri cadaveri - aggiunse Natasha
- non passeranno sui cadaveri di nessuno - esclamò il vecchio
- vorresti dire che ci arrendiamo? - domandò Sam.
Levis, che fin'ora aveva solo ascoltato, parlò - ha ragione, non dobbiamo lasciare che ci trattino così -
- non abbiamo scelta - ribadì Giles - sono molto più numerosi di noi -
- ogni membro di questo branco vale come otto degli altri lycan - disse Sasha - abbiamo possibilità di vincere -
- il prezzo sarebbe troppo alto - la voce del vecchio era quasi un soffio.
- hai provato a parlare con il loro alpha? - Chiese Sam
- ci ho provato - ammise il vecchio - ma non sono riuscito nemmeno a vederlo, non accettano contrattazioni -
- non è giusto - dissi - perché vogliono i nostri terreni? -
- perché hanno fame - rispose Giles - fame di potere -
- il loro numero cresce sempre di più, noi invece siamo sempre quattro gatti - ringhiò Devon - però siamo quattro gatti grandi e forti, astuti e pericolosi -
- ma siamo sempre quattro - contraddí il vecchio.
- cosa possiamo fare? - Chiese Sasha.
- attendere fino agli inizi dell'autunno, poi, spero di riuscire a parlare con il loro alpha - rispose Giles
- ci andremo tutti insieme, saremo più numerosi e correremo meno rischio di essere attaccati.
Parlarono ancora per diverso tempo di questa questione.
" Il territorio è una cosa molto importante"
Quando finirono il discorso, l'attenzione di tutti fu rivolta a me.
- non ti abbiano ancora visto lupo - disse Athena
- si dai, facci vedere Wolf - esclamò Levis.
Mi spostai verso il centro del cerchio, in modo che tutti potessero vedere.
Chiusi gli occhi.
Era la prima volta che mi trasformavo in pubblico.
Ero nervoso.
Inspirai ed espirai tre volte prima di tentare di cambiare forma.
Caddi in ginocchio.
Artigliai il terreno con le mani.
Mani che presto divennero zampe.
Sentii il volto allungarsi.
La pelle coprirsi ci candida pelliccia.
Quando aprii gli occhi, mi sentii come in un corpo estraneo.
In poco tempo, quella sensazione svanì.
Sentii le ragazze bisbigliare tra di loro.
I due gemelli si guardavano stupiti.
Levis era a bocca aperta.
Devon e Sam parlottavano.
Giles invece era rimasto immutato.
Mi guardava, con un sorriso sulle labbra.
Lui prima degli altri, si tolse la giacca e si trasformò.
Rimasi sbigottito.
Il vecchietto era diventato un enorme lupo, alto il doppio di me, molto più robusto e muscoloso.
Era chiaro, era un alpha.
La sua pelliccia era nera e sembrava avesse dei baffi chiari.
Devon e gli altri seguirono il suo esempio.
Tre lupe, una rossa, una bruna e una color miele, un lupo bruno scuro, quattro neri e uno grigio.
Notai che le pellicce erano dello stesso colore dei capelli delle persone che erano prima.
Io no.
Io ero diverso.
Io ero un lupo bianco anche se i miei capelli da umano erano rossi.
Pensavo fosse solo una stranezza, niente a cui dare troppa importanza.

Ci inoltrammo nel folto del bosco.
L'aria era fresca.
Il profumo di sottobosco era intenso.
Ma c'era dell'altro nell'aria.
Un odore selvatico.
Cervi.
Ci disperdemmo tra gli alberi, rimanendo sempre in vista.
Trovammo prima delle impronte confuse nel fango.
Poi sentimmo i loro richiami.
Successivamente, le loro presenze.
Con tutta la calma e la fermezza che ognuno di noi poteva tirare fuori, ci disponemmo a semicerchio.
Persi di vista il capo branco e le sue due guardie del corpo.
Non ebbi molto tempo per pensarci.
Qualcosa spaventó i cervi; facendoli venire nella nostra direzione.
In trappola.
Una figura bruna si avvicinava velocemente, terrorizzata.
Era una femmina di cervo.
Mi vide subito.
Scattai in avanti, come una molla.
Francamente pensavo fosse solo tempo sprecato inseguire quella preda.
Invece, o per fortuna o per bravura, riuscii in qualche modo a raggiungerla e ad artigliargli la natica destra, facendo ruzzolare l'animale per terra.
Non aspettai neanche un istante.
Balzai sopra di lei e presi il collo tra le fauci.

Poco dopo, tornai dagli altri.

Tornammo giù dai boschi insieme.
Era strano, per me, avere intorno così tanta gente, ma in un certo senso era piacevole.
Erano come una seconda famiglia.

I'm a wolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora