14) caccia facile

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Ormai tutto procedeva a gonfie vele.
Mi allenavo ogni giorno.
Quando non cacciavo mi esercitavo in arti marziali o con la spada, oppure facevo degli esercizi.
In poco tempo il mio fisico ne risentì.
I muscoli si ingrandorono, si delinearono.
Stavo diventando ciò che si definirebbe un bel ragazzo.
Ma io non mi sentivo così.
Mi sentivo sempre lo stesso selvaggio, se non di più.
Rifiutavo il contatto umano più di quanto non facessi prima.
Ero solitario anche nel branco.
Non parlavo molto, e stavo per conto mio quando eravamo tutti riuniti; solo quando trovavo singolarmente i membri parlavo con loro.
Ora che la casetta in mezzo al bosco era sistemata, la stavo usando molto.
Avevo creato un appendiabiti in legno, un supporto per la spada, un altro per l'arco.
Il piccolo generatore lo avevo nascosto, quindi avevo l'elettricità.
Stavo cercando un piccolo frigo e una stufetta in internet quando il telefono cominciò a squillare.
Era Devon.
Risposi.
- non c'è tempo per le spiegazioni, Sam passa a prenderti, vai con lui - chiuse la chiamata.
Rimasi allibito.
"Perché tutta questa fretta?"
Indossai un paio di jeans e una maglia verde, il mio coltello e poi mi precipitai fuori dalla porta.
Sam era già sabato a casa mia, con il suo furgone nero.
Salii.
- che succede? -
- allacciati le cinture - rispose premendo il piede sull'acceleratore.
Il furgoncino partì sgommando.
- perché tutta questa fretta? - chiesi.
Nessuna risposta.
Poco dopo arrivammo al limite della stradina da dove si arrivava nella mia casetta.
- vai a prendere l'arco e la spada - disse - di corsa -
Uscii dal furgone e corsi nel bosco.
Tornai indietro armato di tutto punto.
Salii.
- mi vuoi dire cosa sta succedendo? -
Niente.
Arrivammo a casa di Devon, dove erano riuniti tutti i membri del branco.
Si zittirono quando arrivammo noi.
- mi volete dire cosa sta succedendo? - chiesi rabbioso
Devon mi guardò.
Fu Giles a parlare per primo.
- sei in pericolo - disse.
Lo guardai in malo modo.
Era l'alpha, vero, ma mi faceva innervosire quando non spiegava niente.
- Ti stanno cercando -
Trassi un profondo respiro.
- chi mi sta cercando? - chiesi cercando di mantenere un tono di voce rispettoso.
- gli altri lycan - rispose - sanno del colore del tuo manto, sanno che sei diverso da noi -
- diverso? - chiesi
Annuii.
Devon si mise in mezzo al discorso.
- apprendi immediatamente, se forte, preciso, istintivo e furbo- disse - più dei lycan comuni, come noi -
"Cosa voleva dire?"
- pensiamo tu abbia le capacità per unire la tua parte lupo e quella umana ... - mi rispose Natasha.
- così facendo riusciresti ad assumere una forma ... - continuò Sasha .
- che non è né umana ne lupo, ma una cosiddetta forma di mezzo - concluse Athena.
"Non riuscivo a capire"
- cosa intendete con questo? - chiesi
- intendiamo che tu puoi diventare un mezzo lupo mezzo uomo, oppure fondere parte del tuo sangue umano con quello del lupo, diventando molto più di quello che sei -
Furono Green e Brown a rispondere in contemporanea.
Giles mi guardò - tu sei nato per essere un alpha - disse - ma non un alpha, tu sei L'alpha -
"Non ti seguo"
- sta cercando di dirti che tu sei il capobranco dei capobranco - spiegò Sam.
- l'ultimo di quelli come te è morto più di cinque secoli fa - disse Devon - per mano di tutti i lycan -
"Perfetto, neanche come licantropo posso essere normale?"
- lui è l'unico che sa di tutto questo al di fuori di noi - disse porgendomi una foto.
Ritraeva un uomo basso, con la pelle abbronzata e i capelli scuri; gli occhi quasi neri.
Portava il tatuaggio di un graffio sul lato sinistro del collo.
- lo stiamo mandando a prendere- disse Sasha.
Si capisce che è emozionata, finalmente si andava a caccia.
- e tu verrai con noi - disse Athena.
Sam aggiunse - dobbiamo catturarlo, non ucciderlo -
- ma lui preferirebbe morire che essere catturato - continuò Devon.
Salii in macchina con Devon.
Sam invece portò nel suo furgone i due gemelli e il vecchio.
Le tre serpi erano in moto.
"Dov'è Levis?"
- Levis sta pedonando il nostro bersaglio - mi anticipò Devon.
Accese la macchina è partimmo.
Appena entrati in città ci dividemmo, per bloccare le vie di fuga.
Levis ci disse che stava uscendo a sud, per dirigersi oltre il fiume.
Io e Devon arrivammo prima di di lui dall'altra parte.
Bloccammo la strada alla macchina grigia.
Si fermò.
Uscì la nostra preda.
Un uomo: basso; pelle abbronzata.
Era lui.
- vi togliete? - Chiese.
Un furgoncino nero si fermò dietro di lui.
- ma che state facendo? -
Uscirono i due fratelli, Brown e Green, completamente identici se non fosse per la maglia di colore diverso.
L'uomo indietreggió.
Lo sportellone del furgoncino si aprì, ed uscì Giles.
La nostra preda si giró e cominció a correre.
Presi l'arco, incoccai una freccia, puntai.
Il dardo gli trafisse la gamba, facendolo cadere.
I due fratelli andarono a prenderlo, lo legarono e lo buttarono nel bagagliaio dell'auto.
Green si mise al volante dell'auto dell'uomo e tornammo in città, passammo vicino a casa mia e imboccammo la stradina che portava a casa di Devon.
Le tre serio ci raggiunsero in un attimo.
Sam sollevó l'uomo di peso e lo portò nello scantinato.
Lo incatenó alla sedia.
Arrivó Giles, con la lentezza di una persona di un'età molto avanzata.
- penso che tu noi dovremmo fare quattro chiacchere - disse con un filo di voce.
Il tipo di voce pacata che ti faceva venire i brividi sulla schiena.

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