23) per i boschi

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Il giorni seguenti continuammo a vederci tutti i pomeriggi.
Stavamo ore abbracciati insieme, a scambiarci carezze, a coccolarci, e ogni tanto ci baciavamo.
Ma avevo voglia di farle una sorpresa, di cambiare la solita beata monotonia.
Cominciai a prendere pezzi di cuoio, ago e filo, e qualche altro materiale come della morbida pelle, e cominciai a costruire una sella.
Dopo diversi schizzi fatto su un'infinità di fogli di carta, riuscii a fare il progetto.
Cominciai allora a ridisegnare le forme sulla pelle, sul cuoio e sulla stoffa.
Cominciai ad intagliare una struttura che sarebbe servito come scheletro della sella, usufruendo dell'aiuto di Sam.
Levigai bene il legno, e lo coprii di segni, tacche, numeri e lettere.
Poi, con il cuoio, ricoprii la struttura.
Era bassa, leggera e sopratutto, si adattava perfettamente alla mia schiena quando ero in forma di lupo.
Riuscii lentamente ad adattare tutti i vari componenti alla forma del legno.
Mi ci vollero ore di lavoro, per riuscire con colla, chiodi e martello, ad assemblare il tutto.
Eccola qui, una sella in cuoio e pelle incompleta.
Non sembrava molto bella, ma mi consola con il fatto che non l'avevo ancora finita.

- si, Antony dovrebbe essere nel garage - disse mia madre.
- grazie signora -
Quella voce mi fece rizzare i peli del collo.
Asya non sapeva niente di quello che stavo facendo!
La sorpresa sarebbe andata in frantumi se avesse visto il lavoro!
La porta si aprì.
Afferrai la tendina e la tirai.
- Antony? -
Sbucai da dietro la tenda.
- sì? -
- che stai combinando?- Chiese Asya con gli occhi spalancati -posso vedere?-
- no - dissi io uscendo da dietro la tenda.
- perché no? -
Feci spallucce - non ho finito -
- cosa?-
- se ti dicessi qualcosa sarebbe come spoilerare la fine di un film-
- ok ... - mi saltò in braccio - mi sei mancato lupacchiotto -
Arrossii.
La presi in braccio e la portai fuori.
Ti va se facciamo un giro?
Lei annuii.

Ci incamminammo lentamente verso la mia casetta nel bosco.
Una volta arrivati sulla soglia però, mi fermai.
Lei mi guardò.
Mi avvicinai a lei e mi trasformai.
I suoi occhi si spalancarono come non mai.
- a ... A... Amore * disse lei poggiandomi una mano sulla spalla - sei cresciuto tantissimo-
In effetti, ora ero alto un metro e trenta in forma lupo.
Mi accucciai un po'.
- cosa vuoi che facciamo? -
Le girai intorno e le passai tra le gambe per poi alzarmi.
Lei mi abbracciò il collo.
- non è un po pericoloso? -
Lentamente, cominciai a muovermi.
Era più difficile del solito andare avanti con quel peso sulla schiena, ma sapevo che più mi ci sarei abituato, più semplice sarebbe stato.
Era una senzazione stupenda avere Asya sdraiata sulla mia schiena.
Sentivo il suo cuore battere forte e il suo respiro sul mio pelo.
Le mani, che inizialmente stringevano energicamente il mio collo, pian piano allentavano la presa.
E così, la portai per due orette, per i boschi.
Alla fine ero troppo stanco per continuare, e mi accucciai vicino ad un torrentello.
Lei scese.
- è stato bellissimo - disse lei raggiante.
Io mi avvicinai all'acqua cristallina e bevvi.
Poco dopo tornai nella mia forma umana.
Mi rivestii mentre Asya era girata a guardare il passaggio.
- ti sei rivestito? -
- si - risposi indicandomi la maglietta.
Lei si giró e arrossí quando mi vide per metà a petto nudo.
Arrossí anch'io.
Lei si avvicinò a me è mi baciò.
La presi in braccio e la portai su un praticello di erba verde.
Lì ci scendemmo a guardare il cielo.
Afferrai un fiore dai petali azzurri e lo infilai sopra l'orecchio.
- ti sta benissimo -
Asya arrossí e sorrise, scoprendo quei bellissimi denti bianchi luminosi come la luna.
Verso sera, quando la luce divenne dorata, tornammo indietro.

- Amore -
- si? - Chiese
- Domani non ce la facciamo a vederci, ma dopo domani si -
- perché? - Chiese lei, un po' triste.
- lo vedrai - sorrisi e le diedi un bacio, che lei ricambiò con passione.
Per la prima volta sentii le labbra pian piano aprirsi.
Fu un lungo, lento bacio alla francese, il primo della nostra vita, ed è stata un'emozione unica.
Ci salutiamo sulla porta di casa sua con un bacio sulla guancia.

Appena arrivai a casa, mi fiondai in garage.
Matita, forbice e riga erano sul tavolo insieme a una miriade di ritagli di pelle.
Ricominciai a lavorare, tracciando disegni sulla stoffa, che poi andai a tagliare.
Applicai e unii i nuovi pezzi a quelli già montati.
Poi aggiunsi un cuscinetto in gommapiuma che godersi con della stoffa bianca.
Ricoprii tutte le teste dei chiodi con delle piccole borchie bianche.
Aggiunsi le cinghie e, come tocco finale, un pomolo.
Asya lo avrebbe stretto con le mani, in modo da non soffocarmi mentre era in sella.

E così, dopo un giorno di lavoro, finalemnte, la completai.

Ciao Asya,
Per domani, mettiti qualcosa di comodo e poco ingombrante ok?

Poco dopo mi arrivò la risposta.

Come mai questa richiesta?
Comunque, ok.

Perfetto ... A domani amore.
Ti amo Asya.

Ti amo anch'io Antony.

Ecco quindi, che il giorno dopo mi svegliai molto preso, quando ancora il sole non era sorto, per portare la sella nella mia casetta.

Mi presentai davanti al campanello di casa sua.
Non ebbi neanche il tempo di suonare, che la porta si aprì.
Uscì Asya.
Indossava un paio di jeans inguinali e una canottiera verde aderente.
Il mio cuore cominciò a battere in una maniera assurda e rimasi lì, immobile, a bocca aperta, ad ammirarla.
- tutto bene Antony? -
- dopo questa posso anche morire in pace - risposi non riuscendo a spostare lo sguardo.
- daiii - disse lei arrossendo - così mi metti in imbarazzo -
Mi abbracciò.
- allora? - Chiese lei guardandomi.
- andiamo - risposi io prendendola per mano.

Mentre camminavamo Asya continuava a tempestarmi di domande.
Io avevo un sorriso stampato in faccia, ma non osavo darle indizi.
Arrivammo finalemente davanti alla casetta.
- e ora? - Chiese lei emozionata.
La portai sul retro.
- stai ferma qui un attimo -
Lei annuii.
Le diedi un bacio fugace ed entrai in casa.
Indossai la sella come se fosse uno zaino.
Le cinghie erano larghissime e avevo difficoltà a non farlo cadere a terra senza tenerlo.
Uscii.
Espirai profondamente e mi trasformai.
Sentivo le cinghie sulla pelle.
Ma non stringevano troppo.
Provai a scrollarmi la sella di dosso ma lei rimase lì, sulla mia schiena, senza scivolare di un centimetro.
Così, lentamente, mi avvicinai a lei.
Quandi sbucai da dietro l'angolo della casa, lei mi corse incontro.
Mi abbracciò.
- è una sella! - esclamò Asya sprizzante di gioia.
In un battibaleno, salì in groppa.
Si aggrappò al pomolo e inserì i piedi negli appositi lacci.
- è fantastico - disse lei.
Io cominciai a camminare, prima lentamente, poi sempre più velocemente.
Alla fine stavo correvo così veloce che sembrava stessi volando nel bosco.
Asya, salda sulla sella, urlava di gioia.


Cari lettori,
Spero vi sia piaciuto questo capitolo ... Si, lo so, è da un po' di tempo che non pubblicato più, mi spiace.
Però, alla fine eccoci qui ... Si, alla fine, perché questo è l'ultimo capitolo di I'm a Wolf.
Spero vi sia piaciuto questa storia.
Ora, avrei una domanda.
Vi è piaciuta?
Spero di sì.
Grazie di cuore per le visualizzazioni e le stelline.

P.s.
Mi stavo per dimenticare ....
Questa storia continuerà in una seconda, naturale se vi fa piacere.
Se vi fa piacere scrivere lo nei commenti.
Alla prossima avventura, lupetti e lupette.

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