Ghost Memories - Capitolo 5: Demon

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E ora mi ritrovo a fissare lo specchio. A fissare la mia guancia sfigurata... la ferita non è mai guarita, non si è mai cicatrizzata del tutto, come se a farla fosse stato un fuoco demoniaco.


Mi dirigo verso la mia camera da letto, domani sarà un nuovo giorno, sarà tutto diverso. Mi corico sul letto in attesa di addormentarmi, questa notte almeno il mondo ha una cosa in meno di cui preoccuparsi.

Tra me e me non posso che pensare...

Mi sono ritrovato ad odiare per anni una persona che non era altro che una vittima del male che c'è in questo mondo. L'ira, la frustrazione, il dolore, l'essere continuamente ignorato da chi avrebbe dovuto aiutarlo, queste sono state le cose che hanno dato vita al demone che poi ha divorato la sua anima. Io l'ho ucciso, questo è vero, ma ora non posso che provare pena per lui. Non ho esitato un momento a sparargli, avrei dovuto avere pietà per lui, ma non ne ho avuta, e ora cosa mi rende diverso da lui? Nulla. C'è del male dentro di me, come c'è in ognuno di noi.

Finalmente riesco ad addormentarmi.

Incubi, i soliti, loro continuano a non abbandonarmi.

No. C'è qualcosa che non va, c'è un'insolita strana sensazione che qualcosa sta per andare male, apro gli occhi e davanti a me c'è qualcuno.

C'è una sagoma ai piedi del mio letto, che mi osserva, immobile, silenziosa.

"Karen! Per l'amor di Dio hai intenzione di farmi venire un infarto?" dissi spaventato alla vista di mia figlia che stava lì a fissarmi.

"Papà... non riesco a dormire... puoi venire a controllare che non ci sia nessuno nella mia stanza?" rispose lei.

Non potevo lamentarmi, ero così preso dal mio lavoro ultimamente che quasi mi ero dimenticato di essere un padre, l'accompagnai nella sua cameretta e la rimettei a letto. Controllai la sua stanza per darle quella sicurezza che serve ai bambini per tornare a dormire, la controllai da cima a fondo, sotto il letto, nell'armadio, ovunque.

Finalmente aveva cominciato a calmarsi, e quando feci per andarmene lei mi disse...

"Papà... quell'uomo cattivo mi farà del male...?"

"Quale uomo cattivo, tesoro?" risposi sorpreso.

"Quello a cui tu pensi sempre!" disse con un tono arrabbiato e preoccupato all'unisono.

"No... bambina mia... quell'uomo non può più fare del male a nessuno ora" le dissi per rassicurarla.

"E perché?" chiese lei.

"Perché papà si è assicurato che lui non possa più farlo".


"Ma lui è vivo papà... lui vuole venire da me stanotte..."


"C-cosa...?" quasi mi strozzai con la saliva.

Karen prese qualcosa dal cassetto del suo comodino e me lo porse. "Mi ha detto che questo avrei dovuto leggerlo insieme a te stanotte..."

Presi il piccolo oggetto dalle mani tremanti di Karen, era un foglietto, stropicciato e chiuso.

Lo aprii, quasi mi si raggelò il sangue, quelle poche e semplici parole mi fecero tornare in mente le parole del padre di Mandy.

"Ci vediamo stasera."


"Quando... quando ti ha dato questo?! Quando lo hai visto?" le chiesi mentre cominciavo ad essere pervaso dal panico.

"Tre giorni fa... mi ha detto che non dovevo dirti di lui... a-altrimenti avrebbe fatto del male alla m-mamma..." Karen ha notato la mia preoccupazione, e ha cominciato a piangere.

Jeff the Killer: The Ghost CircleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora