Ghost Unconscious - Capitolo 6: Eyes

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Ore 3:05

"Non riesco a togliermi la sensazione che lui mi stia osservando, ho come il presentimento che possa sbucare all'improvviso sulla strada, come un fantasma, un killer fantasma. "

"Dunque il destino mi ha riportato di nuovo qui..." pensò Rey mentre parcheggiava malamente sul ciglio della strada lasciando l'auto con le quattro frecce.

"Ciao pioggia, ti ricordi ancora di me?" disse guardando il cielo.

"Come se non bastasse aveva cominciato a piovere fortissimo, si stava scatenando una vera e propria tempesta."

L'uomo entrò nel cimitero e iniziò a cercare la tomba a cui voleva far visita.

Questa volta non ci mise molto a trovare quella tomba, ricordava benissimo dove fosse, essendo forse la sua.

"La lapide era la più spoglia e mal ridotta che avessi mai visto, solo un nome: "Jeffrey" e le rispettive date di nascita e morte, nessun cognome inciso..."

C'era qualcuno ai piedi della lapide, stava scavando la fosse nonostante fosse consapevole che lì non c'era nessuno da riesumare.

L'uomo gli si avvicinò semplicemente e gli disse:

"Ciao, Jeff."

...

La figura smise di fare ciò che stava facendo, lentamente si girò verso l'ex poliziotto.

"Buonasera agente, passato una bella giornata ieri?"

"Ciao, Jeff." rispose. "Le piace?" continuò poi indicando la lapide, non più spoglia.

Nel marmo della lapide era stato inciso "VITA", poco più sotto c'era quella che sembrava essere una dedica.

«Non lasciate che il vostro cuore vi comandi, esso è il vostro peggior nemico. Esso non è nient'altro che una macchina, un pacemaker naturale che vi obbliga a vivere nel peggior posto che esista. Lasciate scorrere il sangue fuori dal vostro corpo, senza benzina la macchina si fermerà e voi sarete liberi.»

"Non giacerò mai in una tomba che riporta scritto un tale abominio." gli rispose Rey.

Jeff accese una piccola lanterna posta lì vicino. Ora era finalmente in luce.

Il corpo di Jeff era messo ancora peggio di come Rey se lo ricordasse: se ne stava a petto nudo sotto il freddo della tempesta. Il suo corpo era quasi scheletrico, il suo torace riportava cicatrici di numerose pugnalate, sei fori di proiettili si trovavano un po' su tutto il corpo e, a ricoprire il tutto, c'erano ustioni ovunque. Jeff non ne era uscito completamente illeso dalla R-4, ma nonostante il suo corpo si potesse definire clinicamente morto lui era ancora lì, in piedi, a parlare.

"Quindi sapevi che sarei arrivato?" chiese Rey.

"Vede agente, se lei ancora non sta dormendo, è perché io ancora non so se lei meriti di chiudere gli occhi... o di rimanere sveglio. Pensavo che lei fosse impuro, ma la scorsa notte, in quel cimitero, non mi aspettavo il suo arrivo... ma lo desideravo."

"Non ero sicuro di chi tra i due mi avrebbe raggiunto, ci avrei scommesso che sarebbe stato lei, ma non avrei mai pensato che l'altro uomo sarebbe sopravvissuto. Lo leggo nei suoi occhi agente, è riuscito a salvare la "vittima" questa volta." gli rispose Jeff.

"Penso che non sia stato completamente merito mio." disse Rey.

"Che intende dire, agente?" chiese Jeff.

Jeff the Killer: The Ghost CircleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora