Ghost Unconscious - Capitolo 2: Soul

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Presente


"Tic, tic, TIC."

"Avanti alzati, ne mancano solo tre, vuoi davvero mollare ora razza di idiota?!" si disse il reporter.

"Tic, tic, tic, tictic, tictictic."

Improvvisamente il ticchettio da sottile e squillante si trasformò in pestoni pesanti, con frequenze sempre più veloci. Era un suono nuovo per l'uomo e non poteva significare nulla di buono, era infatti un countdown della morte.

"Tap, tap, tap."

Se il reporter non si fosse sbrigato ad alzarsi avrebbe presto fatto una brutta fine.

"Non ho scelta..." disse l'uomo mettendosi in bocca un pezzo di camicia strappata.

Si alzò più velocemente che poté, ciò provocò una notevole pressione sanguigna che fece schizzare più rapidamente fuori il sangue dalla spalla.

Ma quel momento di puro dolore gli consentì almeno di far cessare quel rumore sordo, facendo ripartire il solito ticchettio.

Si bendò anche la spalla meglio che poté, ma di questo passo sarebbe morto lentamente dissanguato: doveva sbrigarsi a trovare la quarta videocamera e a visionare il suo contenuto.

Prese la strada a sinistra, quella che avrebbe dovuto prendere fin dal principio.

Il ticchettio cessò.

L'uomo deglutì rumorosamente.

"Grat, grat."

Il reporter poté finalmente tirare un sospiro di sollievo nel scoprire che il rumore non era cessato per un prossimo attacco del killer, ma perché era finalmente vicino alla videocamera.

"Grat, grat, grat."

"Eccola..." si disse sollevato alla vista dell'aggeggio piazzato da lui stesso, sarebbe stato più facile se il killer l'avesse lasciata dove l'aveva collocata il reporter nel giorno precedente, ma ovviamente in questo modo sarebbe stato fin troppo facile.

Prese in mano la videocamera e se la portò vicino al volto, anche questa aveva poca batteria, giusto il tempo per visionare il video un paio di volte e non permettergli di utilizzarla come fonte di luce.

Il video partì, era il solito cimitero mostrato anche nei video precedenti, questa volta la tomba era di Randy, ai piedi della lapide c'era una fotografia che raffigurava il corpo completamente carbonizzato di quest'ultimo, o almeno questa era la cosa più plausibile essendo il cadavere completamente irriconoscibile. Il video poi tagliò sul nero e comparve la scritta "VENDETTA".

La presenza che fino a quel momento aveva perseguitato l'uomo sembrava essere completamente svanita, nessun ticchettio si poté più udire, ciò poteva forse significare che le videocamere in quella zona fossero finite.

Dunque non rimaneva che procedere verso la parte più interna del mattatoio, dove il reporter sperava di trovare le ultime due videocamere, oltre che l'uscita da quell'inferno.

L'aria si fece molto più pesante in quel punto, d'altronde si trovava in un ammazzatoio abbandonato, le pareti di quel luogo avevano ancora memoria delle urla degli animali che venivano lì uccisi per essere poi venduti come carne, ma non erano solo le urla del bestiame ad essere penetrate in quelle pareti.

Quando il reporter calpestò un cadavere mezzo decomposto di una donna, capì che quel posto, abbandonato o non, era ancora un mattatoio: il mattatoio del killer.

"Tic, tic, tic"

"Ci siamo, si ricomincia." disse il reporter prendendo un bel respiro.

Questa volta se non altro si trovava in una vasta area, non c'erano stanze o stanzette da controllare, ma solo una gigantesca stanza piena di cadaveri.

Jeff the Killer: The Ghost CircleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora